“La libertà è partecipazione”

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“E’ stata una grande esperienza di partecipazione”. Così il dimissionario Lorenzo Paluan – a cui va la la nostra stima per il lavoro svolto con onestà intellettuale, arguzia e spirito critico – commenta la sua esperienza di consigliere comunale in rappresentanza del Movimento Carpi 5 Stelle e Rifondazione Comunista, giunta al termine, a causa di una “personale incompatibilità con le dichiarazioni di Beppe Grillo”.
Lorenzo come si sente?
“Postumi influenzali a parte, bene. Lasciando perdere le battute, questa è stata una decisione che ha deluso (e in qualche caso fatto “inalberare”) persone con cui ho condiviso questa esperienza negli ultimi quattro anni ma, personalmente, devo ammettere che questa scelta mi consente di star bene con me stesso e la mia coscienza (politica)”.
Ha passato tre anni tra i banchi del Consiglio Comunale, cosa l’ha fatta “sorridere” e cosa “piangere”?
“Aldilà della sua effettiva rilevanza dal punto di vista amministrativo o politico, credo che il momento peggiore siano state le battaglie perse per i lavoratori in appalto del Comune, cominciate alla fine del 2009, perché riguardavano persone in carne e ossa che l’Amministrazione ha trattato in maniera meramente contabile, nonostante alcune di loro avessero lavorato per l’Ente Locale per molti anni. In uno di quegli appalti avevo lavorato anch’io per molto tempo, fino al 2003: conosco la sensazione di essere sempre appeso a un rinnovo triennale, guadagnando meno del tuo collega “comunale” che fa la medesima funzione al tuo fianco. C’è stato decisamente poco rispetto per le persone in quei frangenti e dai consiglieri di maggioranza mi sarei aspettato qualcosa in più, invece hanno prevalso disciplina di partito e lo scaricarsi la coscienza con le necessità di bilancio, quando di voci di bilancio da modificare, all’epoca, ve ne potevano essere ben altre. Una mancanza di empatia davvero triste. Circa il “sorridere”, temo non ci siano episodi particolari, c’era però l’impressione generale di stare facendo qualcosa di utile, per capire – e far capire ad altri – i meccanismi dell’Amministrazione e far girare informazioni. Sicuramente è stato utile per me, la considero una vera e propria esperienza formativa dal punto di vista civico”.  
Qual è il consigliere che stima maggiormente?
“Ce ne sono diversi e per non far torto a nessuno rischiando di dimenticarmene qualcuno, non faccio nomi”.
Quale quello con cui non è riuscito a disquisire?
“Direi di aver “disquisito” con tutti. A volte con la clava a volte senza, ma con tutti”.
Pensa di abbandonare del tutto la politica o il suo impegno per la città proseguirà ancora in vista delle Amministrative del 2014?
“Politica si può fare in molti modi e forme e, prima o dopo, ogni volta che pensavo di averla “mollata”, mi ci sono ritrovato in mezzo. Nel ’94 rinunciai a quella “di professione”, ed è stata forse una delle poche scelte intelligenti della mia vita, ma mentre decidere di abbandonare un incarico, alla fine è sempre una decisione personale, credo che quella di assumere un incarico (seppure modesto come quello di consigliere comunale) debba essere sempre collettiva. Non ho mai “cercato” le candidature, né  dentro le segreterie di partito che ho frequentato né, nel 2009, ho chiesto io di essere il candidato a Sindaco della coalizione Carpi 5 Stelle – Rifondazione. Credo che, quando si può, la partecipazione faccia bene a noi stessi, come cittadini e credo che a questo Paese serva ancora un’alternativa ecologista e di partecipazione democratica, di vera difesa dei “Beni Comuni” a livello nazionale e locale. A livello locale  forse la cosa è più semplice, ma non la si risolve semplicemente con la candidatura di tizio o caio. Occorre un gruppo nutrito di cittadini che condivida lo stesso sentimento e la medesima voglia di cambiamento. Serve che queste persone decidano di dedicarvi del tempo (anche poco, ma in modo concreto)  e abbiano il coraggio di metterci la faccia. Se questo si verificherà, sono sicuro che emergeranno naturalmente anche i nomi delle donne e degli uomini più adatti a rappresentare quelle istanze e che ci sia il mio nome in mezzo o no, non sarà certo una questione di rilievo”.
Vorrei essere libero, libero come un uomo… convinto che la forza del pensiero sia la sola libertà. La libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione, cantava Giorgio Gaber. Un inno il suo, a mobilitarsi. Dal basso. A partecipare. “Io credo – conclude Paluan – che partecipare non sia mettersi in fila per votare un leader o un rappresentante politico ogni cinque anni, nè passare i cinque anni in mezzo a giustificarne le incoerenze, e continuerò a muovermi in questo senso, secondo i miei valori, fuori o dentro da organizzazioni politiche. Informatevi e mobilitatevi come meglio credete, se volete cambiare le cose non ci sono alternative”.
Jessica Bianchi