L’accessorio migliore? Il sorriso

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“Se la classe non è acqua, negli ultimi tempi le buone maniere e l’educazione fanno acqua da tutte le parti – ha esordito così il maestro fiorentino Alberto Presutti nel corso dell’incontro L’abito fa il monaco, tenutosi nella splendida cornice della Sala dei Cimieri di Palazzo Pio – Lo stile e il buon gusto sono, sempre più, elementi fondamentali per distinguersi socialmente e professionalmente e per evitare di fare brutte figure che possono danneggiare la nostra immagine, il nostro decoro e il nostro stesso lavoro”. Il timore di far brutta figura è una delle paure ancestrali insieme a quella della morte e dell’isolamento sociale. Ecco allora che l’individuo attua, ogni giorno, delle strategie per cercare di apparire al meglio davanti agli altri, ma non sempre queste tecniche si rivelano efficaci. Nel corso della conferenza, organizzata da Carpi Fashion System, Cna, Lapam, Confindustria e Apmi, il maestro Presutti, piacevole connubio tra il gentiluomo d’altri tempi e l’uomo aggiornato che cavalca le tendenze della moda, ha spiegato ai presenti il rapporto tra moda e bon ton, elargendo consigli per le occasioni più disparate, mettendo inoltre in guardia sugli errori imperdonabili da evitare. Per Alberto Presutti, poeta estemporaneo, docente di Business e Global Etiquette, autore del libro di grande successo Bentornato Galateo (Romano Editore, 2010) ma soprattutto grande esperto di buone maniere, l’abito è innanzitutto espressione del sé, per cui si potrebbe dire che l’abito fa il monaco, se non fosse che, alle volte, a un osservatore poco attento, certi dettagli potrebbero passare inosservati. “Ognuno si veste secondo la sua personalità – ha commentato Presutti – e il suo particolare stato d’animo del momento, ed è giusto che sia così, perchè per apparire al meglio è anzitutto necessario sentirsi perfettamente a proprio agio. Non c’è nulla di peggio di una persona che si sente impacciata nei propri abiti. Tuttavia, manifestare la propria personalità non significa dimenticarsi delle buone maniere. La persona di buon gusto è colei che sa scendere a patti con la moda, senza seguirla in modo pedissequo. Sia in ambito professionale che privato, occorre attenersi ad alcune semplici regole. L’abito denota quanto ci curiamo e, conseguentemente, quanto ci vogliamo bene e abbiamo stima di noi stessi. Ricordate: non c’è mai una seconda possibilità per fare una prima buona impressione. Diversi settori professionali richiedono differenti look. Per esempio un manager finanziario dovrà attenersi a uno stile sobrio e lineare, mentre un grafico pubblicitario sarà considerato creativo e fantasioso se avrà un look personale e con dettagli non convenzionali. In generale, l’abito di un professionista deve mantenere un buon equilibrio tra personalità, coerenza, congruenza e armonia. Un aspetto trasandato e sgradevole alla vista potrebbe denotare agli occhi dei colleghi e dei superiori poca cura di sé, ansia, insicurezza, cattiva gestione del proprio tempo e insuccesso”. Il professore ha poi elencato, non senza un pizzico di ironia, gli errori in cui non si dovrebbe mai incorrere. “Per gli uomini – ha proseguito Presutti – tra le maggiori cadute di stile vi è l’indossare la cravatta sopra la camicia a maniche corte, così come indossare sotto quest’ultima la canottiera in vista. Inoltre sono assolutamente da evitare le scarpe senza calzini, il bavero della giacca rialzato, il gessato troppo appariscente, le camicie dai colori chiassosi e soprattutto mal stirate. Anche le signore commettono molti sbagli. “Uno degli errori più frequenti – ha sentenziato – è quello di usare gli ormai famigerati stivali in pelle di pecora in città, così come indossare la salopette, i pantaloni con il cavallo basso, i leggins in pelle o lurex che stanno bene davvero a poche”. Il professore non risparmia nemmeno la tenuta da casa ed esprime un rigoroso no a tute e pigiami in flanella, perchè non si può mai sapere che non suonino il campanello ospiti inaspettati.
E se il bon ton nel vestire è importante, lo è ancora di più nelle relazioni con gli altri. “Il sorriso – ha concluso Presutti – è l’accessorio migliore che possiamo indossare, anche quando la giornata non è delle migliori”.
Chiara Sorrentino