Il trauma del sisma sui “fragili”

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Se il recente sisma ha colpito tutta la popolazione residente nell’area del cratere, a maggior ragione ha traumatizzato i soggetti fragili. Fra questi, le persone affette da varie forme di demenza rappresentano una fascia suscettibile a un forte stress. Il terremoto ha rappresentato un elemento di rischio per l’incolumità fisica – e per la percezione della sicurezza personale – e un suo effetto di secondo livello è stato quello di minare la sicurezza relativa alle abitazioni, fondamentale nella gestione della malattia, sia dal punto di vista del mantenimento della cura che per il contenimento dei disturbi comportamentali. L’evento traumatico ha avuto un impatto simultaneo sia sui pazienti affetti da demenza che sui loro familiari, alterando le routine quotidiane acquisite. I dati pubblicati relativamente alla popolazione anziana colpita dal terremoto in Giappone del marzo 2011 evidenziano una significativa esacerbazione dei disturbi comportamentali e un rapido peggioramento delle funzioni cognitive. Tali dati rilevano anche una maggior difficoltà da parte dei caregiver a fornire le cure necessarie ai loro congiunti. Nelle ricerche si sottolinea come il peggioramento delle condizioni cliniche sia maggiore nelle popolazioni temporaneamente evacuate. Si ritiene quindi essenziale un aumento della disponibilità di interventi psicologici rivolti ai pazienti affetti da demenza e ai loro caregiver presenti nelle aree colpite dal sisma. E’ per andare incontro a tali esigenze che è nato il Progetto di assistenza ai familiari di persone con disturbi cognitivi, nel post terremoto, organizzato da Gafa, Gruppo Assistenza Familiari Alzheimer, centro per i disturbi cognitivi del Distretto di Carpi e Unione Terre d’Argine. “Il progetto – spiega la presidente di Gafa, dottoressa Annalena Ragazzoni – nasce su sollecitazione del servizio di psicologia clinica dell’Asl, in particolare della dottoressa Elisa Bergonzini, che durante l’emergenza ha rilevato i bisogni di tante famiglie che, al loro interno, assistono una persona con demenza. Spesso questi nuclei si sono trovati a gestire una doppia emergenza: oltre alla paura e ai disagi portati dalle scosse, anche il peggiorare delle condizioni del loro congiunto malato, la necessità di prendere decisioni rapide e a volte drastiche (come la sistemazione in una casa protetta) o ancora il timore di non essere più in grado di gestire l’assistenza”. Il progetto – della durata di 4 mesi – consiste nell’offrire al caregiver la possibilità di accedere alla consulenza gratuita di uno psicologo. Per informazioni ci si può recare i martedì pomeriggio presso la sede di Gafa, alla Casa del Volontariato, oppure al Centro d’ascolto del Distretto ogni venerdì mattina o, ancora, presso l’assistente sociale di riferimento o il proprio medico.