Anche se il sisma dello scorso maggio ha, per ovvie e legittime ragioni, calamitato l’attenzione sui suoi disastrosi effetti, non per questo le questioni che prima del 20 maggio dividevano gli animi sono scomparse. Se per qualche mese sono state accantonate per rispondere all’emergenza terremoto, i vari nodi irrisolti che riguardano il territorio stanno lentamente tornando a galla. Uno dei più complessi riguarda la Cispadana, ovvero l’autostrada che dovrebbe, tra gli altri, attraversare il territorio del Comune di Novi di Modena e che ha sempre suscitato su una consistente fetta di popolazione molte polemiche, opposizioni e mal di pancia. A tentare di far tornare a puntare i riflettori sul tema è Silvano Tagliavini, portavoce del Coordinamento No Cispadana. “Ho avuto notizia da fonte attendibile di forti pressioni da parte del presidente Vasco Errani nei confronti della commissione incaricata di valutare il progetto presentato – dichiara – per ridurre i tempi di approvazione della V.I.A (Valutazione di impatto ambientale) nazionale, adducendo l’urgenza dell’opera come sinergica alla ricostruzione post terremoto. E’invece facilmente intuibile – prosegue Tagliavini – come questi tempi siano pensati solo per avere qualcosa in mano da presentare alle prossime elezioni nazionali e a quelle regionali del 2015”. Insomma, secondo chi si oppone al progetto autostradale, la volontà è quella di schiacciare l’acceleratore, per arrivare a presentare il progetto esecutivo e procedere alla cantierizzazione nel secondo semestre del 2013. E, per farlo, la Cispadana è presentata come un’opportunità di rilancio, premendo il tasto della ripartenza economica di quei territori che le scosse hanno martoriato. Operazione che Tagliavini stigmatizza con fermezza: “tutto questo, al di là dell’opinione che uno ha sulla Cispadana, rivela un indubbio disprezzo delle regole democratiche e di partecipazione, regole che tanto sono state declamate a proposito delle Primarie, perché la richiesta di accelerazione dei tempi di approvazione è la negazione di ogni possibilità di reale partecipazione dei soggetti interessati, non solo dei privati cittadini o delle associazioni, ma anche delle amministrazioni locali toccate dal progetto. Finora ho sempre tenuto un atteggiamento di rispetto per le cariche istituzionali che sostengono questa opera, ma credo sia giunto il momento di esprimere tutto il mio profondo disgusto nei confronti di una politica superata e avulsa dalla realtà. Una banda di cialtroni, capaci solo di concepire l’azione politica, nell’ambito economico e dei trasporti, come strumento per il consenso elettorale di breve periodo, e la Cispadana ne è l’esempio più lampante. Non possiedono la capacità culturale di mettere in atto un’azione di lungo respiro, e per questo sono un grave pericolo per tutti noi, in particolare per le generazioni future”. Insomma, pare che il sisma abbia acuito l’opposizione e la rabbia di chi, questa opera, l’ha sempre giudicata non soltanto inutile ma, anche dannosa.
Marcello Marchesini