Rovereto: sei mesi dopo il terremoto

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Rovereto di Novi, a sei mesi dal sisma, risulta essere la comunità più martoriata. E’ lì che si registra il maggior numero di abitazioni totalmente inagibili, lo svelano le disdette alle utenze di luce, acqua e gas. Mentre si lavora per rendere abitabili i 70 moduli per sfollati posizionati nell’ex campo da calcio – si parla di 10 milioni di euro solo per l’urbanizzazione, è stata cementificata un’area molto più estesa del necessario – le scuole hanno preso il via in un grande prefabbricato di legno che avrà una lunga vita in attesa di capire se abbattere e ricostruire la vecchia scuola o se siano da prevedere altre soluzioni. I bimbi sono diminuiti rispetto all’anno scorso; tante famiglie rimaste senza casa sono infatti state costrette a trasferirsi in affitto in altri comuni e i ragazzi ora in hotel in attesa dei moduli torneranno a Rovereto solo a gennaio.
La scorsa settimana è stato abbattuto lo stabile che ospitava il Cinema Teatro Lux e quello che i roveretani chiamavano “il bar del prete”: ora la piazza è diventata immensa, con quella chiesa rosa pericolante (dove il 29 maggio morì il parroco) di cui nessuno si è fatto ancora carico: metterla in sicurezza? Demolirla? Per ora il centro continua a essere transennato perchè si teme possa crollare sulla strada e resta chiuso al traffico un lungo tratto di via Chiesa con grave danno per le poche attività commerciali rimaste. Diversi negozi si sono trasferiti nelle casette di legno in zona cimitero, dove alle 17.30 è già buio (con Teniamo Botta acquisteremo un po’ di luminarie natalizie). Qua e là per il Paese ci sono buchi dove prima c’erano case, altre abitazioni con le temibile crepe a croce sembrano in attesa di calore come malati terminali abbandonati. Le demolizioni previste sono ancora decine, ma la gara di generosità continua a far sperare la piccola comunità più di quanto abbiano fatto molte promesse disattese arrivate dalla politica. La maggior parte degli aiuti a tutte le realtà terremotate, va detto, è arrivata da privati: da chi ha donato 10 euro a chi ha potuto fare investimenti milionari, sono tanti a concorrere per ridare speranza in una lotta contro il tempo.
La Onlus Insieme per Rovereto e Sant’Antonio, con a capo il dottor Maurizio Bacchelli e Venanzio Malagola, ha messo in piedi una ricca rete di contatti e sono al via importanti progetti. Su tutti spicca il grande Centro Servizi Polivalente, una priorità poichè ospita gli ambulatori di 5 medici di base, le segreterie, il centro prelievi (usato anche dall’Avis) e l’ufficio anagrafe. Si tratta di una struttura definitiva, di altissima qualità, che diventerà uno dei luoghi più importanti per i roveretani. “A questo progetto – spiega Venanzio Malavolta – hanno aderito oltre ai sette comuni dell’Altopiano della Predaia (Val di Non) anche i Consorzi di base della mela Melinda e la Cassa Rurale d’Anaunia: quest’ultima oltre a finanziarci direttamente ci sta aprendo un conto corrente che verrà sponsorizzato nelle loro filiali  per raccogliere fondi direttamente nella valle. Una segheria ci fornirà il tetto e una società di Trento ci fornirà l’impianto fotovoltaico. Altri sponsor hanno già confermato la disponibilità a fornire ulteriori materiali e 20mila euro sono arrivati da Teniamo Botta. Dobbiamo raggiungere i 500mila euro circa”.
La Panini e il Sassuolcalcio hanno messo disposizione una palestra in tensostruttura 18×36. Entro la fine di gennaio sarà eseguito il collaudo e la palestra risulterà di proprietà dell’Amministrazione Comunale di Novi. Il costo complessivo ammonta a 180mila euro e si sta lavorando per reperire l’aiuto di altri donatori per il completamento.
La vecchia palestra, intanto, è stata abbattuta e ora si lavorerà per ricostruirla  delle dimensioni corrette per poterci effettuare quegli  incontri agonistici che precedentemente non erano possibili, ma in questo caso occorre circa 1 milione e mezzo di euro. Saranno  ampliati gli spogliatoi e  verranno costruite due sale per un uso polivalente in grado di ospitare giovani e anziani. Capofila di tutto saranno gli Alpini della Sezione di Trento e i volontari della Protezione Civile di Trento (NU.VOL.A)  – una realtà di oltre 22.500 aderenti – che si avvarranno a loro volta del sostegno di importanti realtà trentine tra cui l’associazione delle Cooperative Trentine, le Comunità di Valle, oltre al Comune di Novi.
Clarissa Martinelli

Alberi a Rovereto S.Antonio e Novi
Sono già arrivati tre Alberi di Natale da circa 7 metri a Rovereto, S. Antonio e Novi che hanno commosso tutta la cittadinanza. Il 22 e 23 dicembre a Rovereto ci sarà il mercatino di Natale con i trentini, nel pomeriggio coro degli alpini, distribuzione doni con la slitta e in serata il trasferimento a Sant’Antonio dove si farà la polenta in piazza.

Pacchi dono per aiutare
Per contribuire alla raccolta fondi, è possibile prenotare pacchi dono di prodotti alimentari trentini da 10 e 15 euro. Per informazioni, si può contattare Angela Malagola al 339 4931296 
 

Il Cinema Lux non c’è più
Resta un cumulo di macerie nel centro di Rovereto, dove prima c’era il cinema teatro Lux. Paolo di Nita era il coordinatore di tutte le attività: “Ho immaginato questo giorno tante, tante volte. Ogni volta ho sperato che non arrivasse e di essere sufficientemente pronto. Non ero pronto”.

La maestra degli Alpini: Tina Zuccoli
Una soria interessante è la motivazione per cui gli Alpini hanno deciso di venire proprio a Rovereto proponendosi per un progetto che risulta essere il più importante tra quelli messi in campo sinora. Tutto risale alla metà degli Anni ‘60, quando a Rovereto insegnava Tina Zuccoli, maestra elementare con molti interessi e passioni. Grande viaggiatrice, fece il giro del mondo, andò più volte al Polo Nord, scrisse libri, conobbe Neil Armstrong (l’uomo che sbarcò sulla luna), realizzò orti botanici in paese. Un giorno scrisse al quotidiano L’Adige chiedendo aiuto per reperire un pennone dove issare la bandiera italiana davanti alle scuole di Rovereto. Iniziò una corrispondenza con gli alpini che il 6 gennaio del 1970 arrivarono a Rovereto col pennone per conoscere la maestra e gli abitanti: sei pullman di alpini che fecero festa tutto il giorno con i roveretani, bambini e adulti. Molti tra loro sono rimasti amici ancor oggi. Tina è ricordata come “la maestra degli alpini” Nei giorni successivi le scosse del 29, gli alpini sono arrivati a Rovereto per aiutare nell’emergenza e si sono proposti per intervenire con progetti per 5-600mila euro di valore. Molte manifestazioni saranno organizzate a Rovereto e in Trentino col fine di raccogliere fondi e consolidare un rapporto di solida e proficua amicizia.

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