E domani è già inverno…

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Che qualcosa non stia andando nel verso giusto nella gestione dell’emergenza post sisma è ormai sotto gli occhi di tutti. Oltre al denaro e agli alloggi sfitti promessi infatti, mancano anche chiarezza e risposte precise. La situazione è complessa così come la macchina istituzionale che si è attivata ma il gioco dello scaricabarile non può – e non deve – essere più giustificato. Il sindaco di Carpi, Enrico Campedelli, in una lunga intervista rilasciata al nostro settimanale due settimane fa, aveva assicurato di essere “positivo” circa il reperimento di alloggi sfitti da mettere a disposizione degli sfollati ma, ad oggi, nonostante la sua iniezione di ottimismo, poco è mutato. L’Amministrazione non si sbilancia: impossibile sapere a quanto ammontano le manifestazioni di disponibilità (“numericamente ancora non quantificabili” si legge in un comunicato stampa) da parte dei proprietari di appartamenti non occupati. “Abbiamo ricevuto segnali positivi”, ci aveva risposto il primo cittadino. Meno male che Giordano Corradini, direttore generale del Comune di Carpi, nonché responsabile del Coc, qualche numero lo snocciola. “33 persone hanno risposto all’Avviso Pubblico, a cui si aggiungono una ventina di appartamenti giunti spontaneamente, anche fuori Comune, da parte di privati, di cui stiamo verificando l’effettiva disponibilità. In questi giorni abbiamo in agenda altri incontri con alcune agenzie e, presumibilmente, contiamo di avere a disposizione, in totale, tra i 50 e i 60 appartamenti. Confidiamo però che altri privati mettano a disposizione i loro immobili sfitti”. A Carpi sono 2.372 le persone interessate da un’ordinanza di inagibilità, di queste, 85 sono alloggiate in albergo, 188 nel campo tende del piazzale delle Piscine. Le restanti famiglie (1.206 le domande accettate) hanno invece optato per il Contributo di Autonoma Sistemazione (Cas) di cui, tra l’altro, non vi è ancora alcuna traccia. “Abbiamo pubblicato un Bando pubblico per la formazione della graduatoria d’accesso a questi alloggi in locazione temporanea (i termini per la presentazione della domanda sono fissati al 29 settembre alle 13). Potrà far domanda – spiega Corradini – non solo chi è in tenda o in albergo, anche se costoro avranno la precedenza, ma anche coloro che hanno optato per il Cas (a cui dovranno però rinunciare). Difficile quindi, ad oggi, stimare il numero effettivo di appartamenti di cui necessitiamo, poiché non conosciamo quante persone in regime di autonoma sistemazione hanno la necessità di trovare una soluzione abitativa più idonea per far fronte all’inverno”. E il Cas? quando verrà elargito? “Il Cas riferito al periodo 29 maggio – 29 luglio sarà liquidato in un’unica soluzione entro la fine di settembre, tramite bonifico bancario o attraverso la Tesoreria; successivamente sarà erogato con soluzione bimestrale”, continua Corradini. E quale sarà la fine del campo tende? “L’obiettivo che ci siamo posti è quello di smantellarlo entro la fine di settembre”, dice Campedelli. “Certamente non prima di metà ottobre”, gli fa eco Corradini… Una cosa invece è tanto certa quanto drammatica. L’inverno si sta avvicinando, 273 persone non hanno un tetto sulla testa e, al ritmo con cui arrivano gli appartamenti sfitti, la domanda è: dove le metteranno, dal momento che il nostro sindaco esclude l’idea di “creare villaggi di prefabbricati che, una volta edificati, sono di difficile smantellamento e possibili ricettacoli di disagio sociale”? Il quadro è impietoso. Tutti continuano a guardare allo scempio aquilano: “qui in tre mesi abbiam fatto quello che all’Aquila han fatto in tre anni”. Cari signori andatelo a dire agli oltre 2mila cittadini che hanno ancora la casa inagibile…
Jessica Bianchi

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