Ce l’ha fatta. Il governatore dell’Emilia Romagna Vasco Errani ha riaperto tutte le scuole del cratere dove l’anno scolastico inizierà regolarmente il 17 settembre. Su Tempo del 3 agosto avevamo definito l’impresa ‘titanica’. “Dovesse riuscirgli – si legge nell’articolo – avrebbe una risonanza senza precedenti dal punto di vista mediatico. La cosa avrebbe davvero dell’ incredibile, a poco più di tre mesi dal terremoto e, agli occhi dei più, Errani avrebbe diritto a un posto nell’Olimpo”. Occorre ricordare che su 429 edifici a uso scolastico nelle quattro province emiliane interessate dal sisma, 191 sono risultati agibili, 152 temporaneamente o parzialmente inagibili (esiti B e C), 9 temporaneamente inagibili e da riverificare in modo più approfondito (D), 65 inagibili (E) e 12 inagibili per rischio esterno (F). Per raggiungere l’obiettivo si sono attivate tutte le risorse possibili e non è escluso che le nostre comunità siano chiamate a rendere disponibili spazi alternativi. Centri sportivi, circoli anziani, palestre, pizzerie, così come a Mirandola, potrebbero diventare temporaneamente sede di lezioni in attesa dei container o dell’agibilità degli istituti. Nulla di strano che si cominci affrontando qualche situazione di precarietà: la scuola si appresta ad aprire superando i disagi ma con la consapevolezza che il futuro dei giovani è un obiettivo primario. Insomma, un lento ritorno alla normalità ma le criticità sono evidenti. Ci sono scuole in cui sono ancora in corso i lavori, ragazzi costretti alla frequenza pomeridiana, genitori che si collegheranno venerdì sera al computer per sapere se e dove ricominceranno le lezioni lunedì, famiglie costrette a riorganizzarsi perché i figli saranno a casa al mattino, attività pomeridiane (sport, musica, tempo libero) in tilt a causa di questo complicato inizio d’anno. Insomma il caos dilaga, che sia questo il prezzo dell’Olimpo?
Sara Gelli