“In 90 anni di storia di Angelo Po Grandi Cucine non abbiamo mai assistito a una crisi tanto grave e prolungata”. Esordisce così, Rossella Po, presidente di Angelo Po, l’azienda nata nel 1922 dal genio e dall’intraprendenza del nonno. “Questa crisi – prosegue – è talmente complessa e coinvolge così tanti stati ed economie diversi che è quasi impossibile fare previsioni per il futuro. E’ sempre più difficile avere una visione a lungo termine perchè oggi tutto cambia rapidamente e quindi è quanto mai importante essere flessibili e reattivi per rispondere ai repentini cambiamenti del mercato. Dopo le scosse del 20 e del 29 maggio, fortunatamente, non abbiamo riportato ingenti danni, ma ci siamo immediatamente prodigati per garantire la sicurezza dei nostri dipendenti. In Angelo Po, il nuovo polo tecnologico è una struttura che risponde alle più recenti norme antisismiche in quanto costruito pochi anni fa, mentre il resto del complesso produttivo risale agli Anni ‘60 e, pertanto, ci siamo attivati per realizzare i miglioramenti e i rafforzamenti per ottenere la certificazione di agibilità sismica provvisoria.
Ora stiamo proseguendo i lavori per raggiungere la soglia antisismica del 60%. In un momento di stringente difficoltà economica come quello che stiamo vivendo, il terremoto ha peggiorato la situazione. Noi, come tante altre aziende dovremo affrontare centinaia di migliaia di euro di spese per la messa a norma, sebbene per noi la sicurezza sia sempre stata una priorità, così come la solidarietà. Abbiamo infatti supportato con alcune cucine professionali i campi della Protezione Civile di 5 tra i comuni più colpiti dal sisma: Rovereto, Cavezzo, San Possidonio, San Prospero e Finale Emilia. Inoltre abbiamo aiutato i nostri dipendenti con l’abitazione inagibile e senza una sistemazione alternativa, offrendo a loro e alle loro famiglie la pensione completa per due mesi. Abbiamo poi raccolto, insieme ai dipendenti, contributi a favore di progetti a sostegno delle popolazioni più danneggiate dal terremoto, come avevamo fatto anche per il sisma in Abruzzo”. Contro una crisi che affonda sempre più l’economia, molti imprenditori sono costretti a chiudere, mentre altri, tenacemente, cercano di trovare delle vie d’uscita.
“Cerchiamo di reagire alla crisi agendo su tre fronti: organizzazione, prodotto e mercato. Per quanto riguarda la prima – spiega la presidente – abbiamo investito in un’importante consulenza di lean thinking per ottimizzare i processi aziendali, per migliorare la produttività e garantire l’efficienza a tutti i livelli. Malgrado il perdurare della crisi, abbiamo sinora salvaguardato le nostre professionalità, avvalendoci di contratti di solidarietà per non penalizzare troppo i dipendenti rispetto ad altri ammortizzatori sociali, ma questa situazione non può durare per sempre e se la ripresa dovesse farsi ancora attendere, saremo costretti a prendere in considerazione soluzioni alternative per non compromettere la vitalità dell’azienda. Relativamente al prodotto, stiamo continuando a investire su ricerca, efficienza energetica e nuove tecnologie. Abbiamo investito anche recentemente in un importante centro di lavorazione automatico per la produzione. Usciremo con nuovi prodotti a fine 2012 e all’inizio del 2013. Per esempio, stiamo realizzando prodotti ad alta produttività per rispondere sempre più efficacemente alla clientela della grande collettività. E ancora, prodotti che rispondono a richieste più di nicchia, ad esempio per le catene alberghiere internazionali nel sud-est asiatico, o personalizzazioni per importanti clienti tedeschi, americani e australiani. Inoltre, in quanto azienda rappresentante del Made in Italy nel mondo, abbiamo deciso di puntare sul design di pregio, collaborando con la famosa carrozzeria Zagato e, ultimamente, abbiamo vinto il premio internazionale sul design industriale: la Menzione d’onore del compasso d’oro per il nostro forno misto.
Stiamo anche collaborando con l’Università di Modena relativamente al tema dell’efficienza energetica, tema per noi primario. Siamo stati infatti tra i primi a lanciare sul mercato i frigoriferi professionali con l’etichetta energetica che riducono l’impatto ambientale. Sul fronte del mercato, abbiamo costituito una filiale a Milano per gestire i grandi clienti della collettività, segmento di mercato su cui stiamo investendo e dove possiamo vantare clienti come Vodafone, gli Ospedali civili di Brescia e Lamborghini che abbiamo recentemente fornito. Inoltre, continuiamo a fare acquisizioni strategiche sulla nostra rete distributiva europea. Abbiamo infatti rilevato il nostro distributore francesce per entrare direttamente nel mercato che è il secondo più importante al mondo, dopo quello italiano. Nonostante la situazione critica in cui versa l’economia spagnola, stiamo acquisendo anche il nostro distributore in Spagna, Paese in cui il nostro brand è storicamente molto forte. Per crescere e fronteggiare il calo di fatturato in Europa, che rappresenta per noi circa il 75% del totale, stiamo investendo in base alle nostre forze e con investimenti locali, anche nei paesi Paesi extracee come India, Russia, Emirati Arabi e Singapore. In Cina abbiamo già sostenuto quattro anni fa un importante investimento per costituire una filiale commerciale a Shanghai che ci sta dando buone soddisfazioni, con importanti referenze come lo Swatch Art Hotel o catene internazionali come il Radisson Blu. Purtroppo, l’esigua incidenza del fatturato extracee, seppur in crescita, non compensa l’importante calo del mercato italiano ed europeo”.
E’ un dato che accomuna le imprese di ogni tipo e dimensione: i livelli di crescita che si registravano prima del 2008 sono ancora inarrivabili. “Non si sa – prosegue Rossella Po- se e quando si tornerà ai tassi di sviluppo che avevamo prima che questa crisi ci piombasse addosso. C’è poca visibilità e tanta incertezza; confrontandomi con altri colleghi imprenditori, la situazione si rivela analoga e appare evidente che nessuno di noi può prevedere quando ritorneremo a crescere. Annate così dure non si erano mai viste, ma quello che noi dobbiamo e possiamo fare è reagire, continuando a investire e conservando quanto più possibile uno spirito positivo. Tuttavia il nostro potere è limitato. Abbiamo subito una crisi globale causata da una finanza internazionale malata, da errate politiche e mancate riforme degli Stati (in primis il nostro) e da una politica europea miope. Per fortuna, in queste ultime settimane, qualcosa sembra cambiare a livello europeo. Speriamo in una maggiore integrazione economica e politica per il futuro. Credo che in Italia il Governo attuale abbia fatto molti sforzi, ma non ancora sufficienti per rilanciare l’economia. A mio parere si dovrebbe fare di più sulla spending review per liberare risorse da investire per il rilancio delle imprese, dell’occupazione e dell’economia, per esempio procedendo con la riduzione del cuneo fiscale, nonché con la detassazione degli utili reinvestiti dalle aziende, in quanto un’impresa può crescere solo se investe, ma se più della metà degli utili prodotti finiscono in tasse, poi che risorse rimangono? Come si creano nuovi posti di lavoro? Come si danno garanzie per il presente e il futuro dei lavoratori, soprattutto dei giovani? Se potessi rivolgere un appello alla classe politica, domanderei un maggior sforzo in questa direzione. E’ da qui che si deve ripartire per tornare a essere competitivi”.
Chiara Sorrentino