Una chimica nel paese dei fiordi

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Oslo è la città in cui visse Odd Hassell, Premio Nobel per la Chimica nel 1969, ed è anche la città in cui si trova dallo scorso 6 luglio una giovane e brillante laureata in Chimica, la carpigiana Laura Paltrinieri, classe 1988. Dopo la laurea triennale in Chimica, conseguita con il massimo dei voti presso l’Università di Bologna, Laura sta ultimando anche la Laurea Specialistica, ed è proprio la sua tesi ad averla portata tra i fiordi norvegesi. “La mia tesi – racconta Laura – rientra nel progetto Nefele nell’ambito del trattamento e della purificazione delle acque. Si tratta di un piano finanziato dalla Comunità Europea che prevede diversi partners tra cui Aquateam, l’azienda dove lavoro a Oslo. E’ stata la mia professoressa di Chimica dei Polimeri a propormi di entrare a far parte del team di ricerca e ho colto l’invito con grande entusiasmo. L’obiettivo del progetto riguarda lo sviluppo e la progettazione di nuovi materiali per la filtrazione e la depurazione dell’acqua potabile. Come gruppo di ricerca di polimeri dell’Università di Bologna, ci occupiamo della progettazione di membrane con nanofibre per la filtrazione, mentre l’azienda in cui sto lavorando adesso, si occupa prevalentemente della parte riguardante i test”. Laura ha avuto l’opportunità di aderire al progetto internazionale su cui sta scrivendo la tesi grazie a una borsa di studio che è riuscita a ottenere qualche mese fa. “Ho fatto richiesta per la borsa di studio a febbraio – spiega Laura – quando è stato pubblicato il bando dalla Facoltà di Scienze Matematiche e Fisiche di Bologna. Sapevo che non sarebbe stato facile essere selezionata dal momento che vi erano solo 10 posti disponibili, e che i criteri di selezione erano piuttosto rigidi, soprattutto in relazione dell’entità piuttosto elevata della borsa di studio: 1.500 euro per due mesi di permanenza all’estero. Per poter partecipare occorreva innanzitutto essere in pari con gli esami, avere una media dei voti non inferiore a 28/30esimi e anche il voto della laurea triennale incideva in una certa misura. In ogni caso il fattore determinante ai fini della selezione era la qualità e l’importanza del progetto che si intendeva realizzare. Io ho presentato il progetto a cui avevo già iniziato a lavorare con la mia professoressa chiedendo di finanziarlo e ce l’ho fatta! Sono consapevole di avere solo 23 anni e so che è proprio a questa età che occorre mettersi in gioco e sfruttare al massimo tutte le occasioni che si presentano. Soprattutto in questo momento di crisi, credo sia importante che ognuno di noi individui i propri talenti e decida di investire ogni energia per metterli a frutto”. Per Laura, che si è ritrovata in una realtà urbana completamente nuova, le giornate trascorrono a pieno ritmo: “lavoro dalle 8 alle 16.30 e condivido l’appartamento con altre due ragazze più o meno della mia età! Mi trovo molto bene con loro, e in generale mi sono ambientata rapidamente. Unica stranezza: fino a mezzanotte c’è ancora luce. Infatti qui, da maggio all’inizio di agosto, si può godere di ben 19 ore di sole. Per quanto riguarda l’ambiente di lavoro, l’aspetto più positivo che ho riscontrato è che vi è un’atmosfera molto rilassata e per nulla competitiva. Qui, quasi nessuno crede nel sistema classista in base al quale un superiore deve necessariamente mantenere un comportamento autorevole e una certa distanza, seppur sottile, dai suoi dipendenti: sono davvero tutti allo stesso livello. Non c’è arrivismo, e ciò forse anche in ragione degli stipendi che, in generale, sono molto alti e senza enormi divari”. La capitale norvegese “una città verde e pulita, in cui si vive bene e che consiglierei a tutti di visitare almeno una volta nella vita. Ci sono dei paesaggi incantevoli e unici e un bellissimo porto molto caratteristico. Si mangia dell’ottimo salmone e le persone sono cordiali e disponibili ad aiutare chi non è del luogo. L’unica nota negativa è il costo della vita parecchio elevato, ma del resto è proporzionato agli stipendi che percepiscono. Proprio lo scorso weekend ho fatto due gite insieme alle amiche che ho conosciuto qui. Siamo partite con il battello da Oslo dirette a Drobak dove su una collina, dalla quale è possibile ammirare l’oceano, si trovano il villaggio e la casa di Babbo Natale. Il villaggio è davvero suggestivo anche adesso che non c’è la neve: ci sono i cartelli che avvertono il possibile passaggio di folletti, le loro casette in legno bianco e poi, ovviamente, c’è anche la celebre abitazione di Babbo Natale con tanto di cassetta postale dove tutti i bambini, prima di Natale, vanno a lasciare la loro letterina con la lista dei doni che vorrebbero trovare sotto l’albero. E poi, dopo questa bella escursione siamo andati a fare una gita in montagna vicino a Oslo, dove è possibile vedere e provare il trampolino da sci più alto di tutto il Paese”. La Norvegia pare non risentire della crisi economica che sta attanagliando il resto del mondo: “a Oslo – dichiara Laura – la crisi non si avverte. Solo il tasso di disoccupazione è aumentato sfiorando la soglia del 6%, ma in confronto ai numeri che contraddistinguono il resto dell’Europa e gli Stati Uniti, è davvero una percentuale molto bassa. Per quanto concerne gli aspetti politici, qui il sistema è molto più ordinato ed efficiente rispetto all’Italia. Si pagano molte tasse, dal 45% al 55% del proprio reddito, ma poi lo Stato restituisce gran parte di esse in termini di servizi e sussidi offerti ai cittadini. Ad esempio l’università è completamente gratuita per tutti, e inoltre ci sono molti incentivi per le famiglie. Tutte le neomamme hanno diritto a un anno di maternità totalmente pagato dallo Stato”. Laura, che rientrerà a Carpi a settembre e, a ottobre, sarà incoronata con la seconda corona d’alloro, l’ultima e la più importante, quella della Laurea Magistrale, sta ancora riflettendo sul proprio futuro. “Al momento – dichiara – sto valutando se continuare la carriera accademica, ma ancora non ho deciso nulla e non escludo nemmeno la possibilità di tornare all’estero”. Qualsiasi sarà la strada che intraprenderà Laura, la sua esperienza rende ancora una volta evidente il grande patrimonio di giovani brillanti di cui il nostro Paese può farsi vanto nel mondo. Valorizzarli come meritano, probabilmente, rappresenterebbe l’inizio della rinascita economica dell’Italia.
Chiara Sorrentino