Errani sull’Olimpo: ma a che prezzo?

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L’impresa è titanica ma è lì che Vasco Errani ha deciso di giocarsi il tutto per tutto.
E’ sulla riapertura delle scuole che intende puntare, rischiando la reputazione, perché se l’impresa, dovesse riuscirgli, avrebbe una risonanza senza precedenti dal punto di vista mediatico. Nessuno avrebbe mai pensato che l’anno scolastico sarebbe partito con regolarità il 17 settembre e, invece, ecco che la corsa contro il tempo è già cominciata. Del resto le scuole erano, già dall’inizio, il primo dei tre obiettivi (imprese e case seguono a ruota) della ‘road map’ del governatore dell’Emilia Romagna. Su 429 edifici a uso scolastico nelle quattro province emiliane interessate dal sisma, 191 sono risultati agibili, 152 temporaneamente o parzialmente inagibili (esiti B e C), 9 temporaneamente inagibili e da riverificare in modo più approfondito (D), 65 inagibili (E) e 12 inagibili per rischio esterno (F). Per il Piano Scuole Vasco Errani ha già emesso l’ordinanza (n° 13 del 25 luglio) e destinato 166,52 milioni di risorse “per consentire il regolare inizio del prossimo anno scolastico nei luoghi del sisma”. La cosa avrebbe davvero dell’incredibile, a poco più di tre mesi dal terremoto e, agli occhi dei più, Errani avrebbe diritto a un posto nell’Olimpo. Nell’oscurità verrebbero relegate le perplessità relative alle risorse. Per il gigantesco prestito da 6 miliardi di euro che Governo e Cassa depositi e prestiti daranno al commissario straordinario Vasco Errani, veicolandolo attraverso le banche, si prevede che sia la Regione Emilia Romagna ad accollarsi le prime due rate da 500 milioni di euro ciascuna, attingendo ai due miliardi e mezzo già stanziati dallo Stato per l’emergenza (decreto 74), mentre i successivi rimborsi saranno a carico dello Stato. Resterebbero coì 1,5 miliardi di risorse dirette del pacchetto per la ricostruzione già previste da qui al 2014 che, sommate ai 6 di finanziamento a fondo perduto, fanno un totale di 7,5 miliardi a cui possiamo aggiungere oggi i 337 milioni del fondo europeo di solidarietà (soldi destinati alle pubbliche amministrazioni per interventi pubblici) per arrivare alla cifra di 7,8 miliardi di risorse a fronte di un ammontare dei danni che, secondo il fascicolo trasmesso dalla Protezione civile a Bruxelles, all’Unione Europea, è di 13,2 miliardi di euro. Intanto ai sindaci pare di partecipare al gioco dei bussolotti, i comuni continuano a fare variazioni di bilancio per sbloccare altri soldi e le casse si stanno svuotando.
S.G.