“Lavorerò per la mia gente con grande tranquillità. Confido pienamente nell’operato della Magistratura e so di non aver commesso alcun reato”. Queste le parole del presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, indagato per falso ideologico, relativamente all’indagine in corso nei suoi confronti sull’inchiesta Terremerse. Una folta platea – perlopiù composta da pensionati – lo ha accolto, venerdì 27 luglio, alla festa Reagiamo, presso l’area Zanichelli di Carpi. “Sono orgoglioso di essere emiliano – ha commentato il commissario per la ricostruzione, intervistato dal giornalista di Radio Bruno, Pierluigi Senatore – perchè la dignità e la responsabilità dimostrate dagli emiliani nell’affrontare la tragedia del terremoto sono un esempio per l’Italia tutta”. Errani è stentoreo nell’affermare, più e più volte, che qui non verranno ripetuti gli errori – e gli orrori – commessi all’Aquila: “non costruiremo impianti paralleli alle nostre città cadute; qui non sorgeranno new town. Noi ricostruiremo le nostre case, le nostre imprese, i nostri centri storici, simboli della nostra identità, della nostra cultura”. Tra le priorità individuate dal presidente, vi sono il regolare svolgimento del prossimo anno scolastico e l’immediata ripartenza del tessuto produttivo ed economico locale. “Mai nella storia del Paese, un terremoto ha colpito una zona sviluppata quanto la nostra. Quest’area produce il 2% dell’intera ricchezza italiana. Sono oltre 8mila le imprese danneggiate dal sisma: se non riparte l’Emilia, l’Italia non può sperare di ricominciare a crescere. O ripartiamo noi o si ferma il Paese”. Sotto le macerie dei due terremoti che hanno sconvolto il nostro territorio, sono morti per lo più operai e imprenditori: “questo non dovrà più accadere. E’ necessario rimettere in sicurezza i capannoni, al più presto. Dobbiamo dimostrare di essere i migliori. Dopo l’Aquila sono state approvate delle norme, in materia edilizia, che farebbero impallidire persino i giapponesi: peccato che poi si facciano rinvii su rinvii circa la loro applicazione. Noi no! Nessun tetto deve più crollare sui lavoratori”. Parole accorate quelle di Errani ma, a fronte di oltre 13 miliardi di euro di danni, dove trovare i soldi necessari per dare concretezza e gambe ai progetti di ricostruzione? Un prestito di 6 miliardi di euro chiesto dallo Stato alla Cassa depositi e prestiti per garantire ulteriori risorse a favore degli interventi per le case e le imprese danneggiate dal terremoto: questo il contenuto dell’emendamento al decreto sulla spending review proposto al Governo dal commissario. Il totale del fondo destinato alla ricostruzione, se dovesse passare l’emendamento (che sarà discusso lunedì 30 luglio) in sede di conversione in legge del decreto sulla revisione della spesa, salirebbe dunque a 7.5 miliardi di euro. Una somma che dovrebbe coprire fino all’80 per cento del costo complessivo degli interventi di miglioramento sismico e ricostruzione delle abitazioni private e delle imprese danneggiate. Errani ha parlato di “un meccanismo semplificato che consentirà al cittadino di aprire nella banca convenzionata un conto a zero spese, a partire dal 1° gennaio 2013 e di ricevere il contributo mano a mano che l’impresa farà gli stati di avanzamento dei lavori. Un iter trasparente che non lascerà spazio al lavoro nero e all’evasione, perchè tutte le aziende che gli emiliani sceglieranno per riedificare case e imprese dovranno rispettare le norme antiriciclaggio e il protocollo antimafia. Perchè le mafie non devono lucrare sulla nostra tragedia”. I tempi si prospettano lunghi ed Errani non si nasconde: “per chiudere i campi tenda entro l’autunno e dare una sistemazione dignitosa agli sfollati ricorreremo a moduli abitativi provvisori e al reperimento degli appartamenti sfitti. Noi non promettiamo miracoli: la ricostruzione sarà lunga. Faremo degli errori, ma stiamo facendo il nostro meglio”. E sul fronte delle risorse, Vasco Errani, rilancia il suo leit motiv: “non chiederemo un euro in più rispetto a ciò di cui abbiamo diritto. Noi emiliani detestiamo l’assistenza ma ciò che ci è dovuto deve esserci dato. Lo esigiamo. E vi giuro ci sarà dato”. Soldi subito: è questa la premessa da cui partire. Senza risorse il nostro territorio è destinato a morire. Da soli non possiamo farcela. “Di demagogia questo Paese può morire”, ironizza Errani. E’ vero, della demagogia non sappiamo cosa farcene. “Vi prometto – continua il commissario – che qui ci saranno regole chiare e precise. Non siamo nella giungla. In Emilia si è costruito fin troppo: è giunto il tempo di dare un taglio al passato. Quando avremo riparato i danni, appronteremo nuovi piani per rimettere tutto il nostro territorio in sicurezza, dal punto di vista antisismico, affinché l’Emilia diventi un esempio per l’Italia e l’Europa. Teniamo botta – ha infine concluso Errani parafrasando il logo della maglietta di Radio Bruno che gli è stata donata – tutti insieme e, con senso di comunità, rimbocchiamoci le maniche. Io sto costruendo le condizioni per ricostruire. Se sbaglio pagherò, ma vi giuro ce la sto mettendo tutta”. Vigileremo sulle sue promesse presidente, perchè è della nostra terra che sta parlando.
Jessica Bianchi