Il grande cuore di Emergency batte a Carpi

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Sono tanti i carpigiani – e non solo – che in questo momento di emergenza stanno spendendo tempo ed energia per aiutare coloro che hanno perduto la propria casa, il proprio lavoro. La speranza. Tra loro ci sono anche tanti medici di famiglia. Uomini e donne che dedicano ore e ore a visitare gli ospiti dei campi tenda, autonomi o allestiti dalla Protezione Civile, curando le ferite del corpo e cercando di dare sollievo a quelle dell’anima. Allo stress post traumatico del sisma, la terribile ondata di caldo che ha investito il nostro territorio infatti, sta compromettendo ulteriormente le condizioni fisiche di molti, soprattutto anziani e bambini, costretti a vivere sotto tendoni che, malgrado siano dotati – non tutti – di condizionatori, nelle ore più calde raggiungono temperature a dir poco africane. Sulla spianata di cemento del Piazzale delle Piscine dove è sorto l’unico campo di Carpi – gestito dalla Protezione Civile lucana – è facile imbattersi nel sorriso largo del dottor Giuseppe Gaglianò. “I medici di Medicina Generale in questo momento devono tutti rispondere presente e darsi da fare nell’emergenza. Il lavoro da fare è tanto e ce n’è davvero per tutti”. Ed è grazie al suo impegno e a quello della cardiologa Elisabetta Turchi che nell’infuocato piazzale, da lunedì 18 giugno, è giunto un Polibus di Emergency. Nonostante sia un diritto riconosciuto, anche in Italia, il diritto alla cura è spesso un diritto disatteso: migranti, stranieri, poveri spesso non hanno accesso alle cure di cui hanno bisogno per scarsa conoscenza dei propri diritti, difficoltà linguistiche e incapacità a muoversi all’interno di un sistema sanitario complesso. Da questa consapevolezza nascono gli interventi di Emergency Italia nell’ambito dell’area dell’immigrazione e del disagio sociale. Oltre ad aver creato due poliambulatori stabili, uno a Palermo e uno a Mestre, per garantire assistenza sanitaria gratuita ai migranti, con o senza permesso di soggiorno, e a tutti coloro che ne hanno bisogno, Emergency si è dotata di due ambulatori mobili per portare assistenza sanitaria dove più c’è bisogno. Di cosa si tratta? Ce lo spiega la dottoressa Turchi. “Per assicurare in modo tempestivo cure mediche a chi ne ha bisogno, Emergency ha allestito due ambulatori mobili chiamati Polibus. All’interno di ciascun autobus, dotato di aria condizionata e computer, vi sono due ambulatori medici e una sala adibita alle ecografie”.
Ma come è nato il “gemellaggio” con Carpi? “Ho collaborato con Emergency in due occasioni, recandomi in Sudan, presso il Centro regionale di cardiochirurgia che offre assistenza altamente specializzata e gratuita ai pazienti provenienti dal Paese e quelli confinanti. Dopo le scosse del 20 e del 29 maggio alcuni esponenti dell’associazione mi hanno contattata chiedendomi se avessimo bisogno di aiuto. Dopo aver compiuto un giro nella Bassa modenese ed essermi confrontata coi medici, ci siamo resi conto che Carpi presentava il quadro più problematico, ecco perchè, anche su consiglio del dottor Gaglianò, Emergency ha posto il suo ambulatorio mobile proprio nel campo tende del piazzale delle Piscine dove l’azienda sanitaria, al momento, non ha ancora espresso la volontà di allestire una struttura fissa da mettere a disposizione dei medici di Medicina Generale”.
(Prima dell’arrivo del Polibus infatti, ai medici era stata fornita una tenda sporca nella quale era impossibile visitare gli ospiti del campo che, lo ricordiamo, sfiorano le 500 unità). Nel fiammante autobus opereranno i medici di base, continua Gaglianò, “ma abbiamo già contattato altri professionisti per garantire alla gente anche visite specialistiche gratuite: dalla ginecologa al dermatologo, alla cardiologa”. Il Polibus, assicura Elisabetta Turchim, “resterà qui finché ce ne sarà bisogno e, nel caso fosse necessario, potrà muoversi tra Carpi, Cavezzo e i comuni più colpiti, per garantire le cure agli sfollati o a coloro che vivono ancora nelle proprie auto, paralizzati dalla paura”.
Jessica Bianchi

In foto: da sinistra i medici Giuseppe Gaglianò ed Elisabetta Turchi, insieme al capo campo, Domenico Vinci