Quaggiù, qualcuno ti ama: basterà?

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Da anni, a Carpi, infuria la bufera circa il progressivo depauperamento del nostro amato ospedale ma, nonostante siano state poche le vittorie conquistate per il bene del nostro tanto caro, quanto vetusto, Ramazzini, c’è ancora qualcuno in città che pare non volersi arrendere. Soprattutto ora: in un momento di completo vuoto dirigenziale (Giuseppe Caroli, dimissionario direttore generale dell’Azienda Usl di Modena non è infatti ancora stato rimpiazzato). A ribadire la propria contrarietà all’impoverimento della struttura è il CoSan, Comitato per la salute dell’Area Nord, che riunisce circa 500 sostenitori, tra cui numerosi medici. “Per far sentire la nostra voce ai vertici regionali e provinciali – ha commentato Giliola Pivetti – e acquisire peso e credibilità abbiamo bisogno del sostegno delle istituzioni, in particolare dei nostri amministratori. Il Comitato non ha colori politici, esso necessita dell’aiuto di tutti per salvaguardare un bene comune: la salute dei cittadini dell’Area Nord (Carpi e Mirandola”. “Questa – ha aggiunto Giuseppina Baggio – è una battaglia da fare insieme, appoggiati dalle istituzioni; solo così nelle sedi deputate si potranno battere i pugni sul tavolo e strappare finalmente qualche risultato. Siamo stanchi dell’accentramento delle eccellenze sanitarie a Modena; è tempo di ridare dignità e funzionalità alle strutture dell’Area Nord e, di conseguenza, a un bacino di utenza di oltre 200mila persone”. Dopo anni di chiacchiere, promesse da campagna elettorale relative alla costruzione di un nuovo ospedale e polemiche, è giunto il momento di fare sul serio, rilancia il dottor Giorgio Verrini. “Di dare il via a interventi strutturali col supporto della politica e del tessuto economico locali, per eliminare la dicotomia che oggi caratterizza il Ramazzini: ottime prestazioni sanitarie elargite in una struttura non all’altezza”. Sono due i fronti su cui CoSan vuol dare un contributo relativamente alla soluzione del problema ospedaliero dell’Area Nord: “pretendere uno spazio nella direzione economico amministrativa dell’Asl” che fino ad ora è risultata del tutto blindata e modenocentrica e, allo stesso tempo, “porre rimedio alle carenze strutturali del Ramazzini con l’aiuto dei privati”, facendo proprio il motto, “Follow the money”. Nel Pal si fa riferimento alla necessità di “realizzare migliorie per l’ospedale di Carpi – continua Verrini – fino a ipotizzare la costruzione di una nuova struttura. Belle intenzioni che devono però essere supportate da progetti di fattibilità che, ad oggi, non esistono”. Fatto ciò, è necessario trovare le risorse necessarie. Dove? “Non possiamo mica contare solo sui benefattori! Occorre suggerire soluzioni economicamente valide a partner privati, perchè solo aumentando la quota del capitale privato nella sanità pubblica potremo uscire dall’impasse (in Regione tale quota è del 22%)” . L’ingresso del privato nel pubblico si esprime da anni mediante il cosiddetto outsourcing ovvero attraverso l’esternalizzazione dei servizi non clinici – dalla distribuzione dei pasti alla pulizia, dalla lavanderia alla manutenzione – con “reciproci vantaggi economici. Il nostro obiettivo – conclude Verrini – è quello di spingere gli investimenti privati in infrastrutture sanitarie pubbliche e giungere così alla costruzione di un nuovo ospedale”. La formula normalmente utilizzata è quella nota come Design, Building, Finance, Operate secondo la quale il capitale privato (un consorzio o un raggruppamento di imprese) diventa responsabile della progettazione e della costruzione della struttura sanitaria. In cambio gli investitori godono di agevolazioni fiscali, di accesso al credito e di fondi di garanzia oppure, al termine dei lavori, ottengono gli appalti degli outsourcing. Qualcuno risponderà all’appello?

*b*Cavallo di Troia+b+
“Un nuovo ospedale non cresce da solo come i fagioli magici”, ha dichiarato il dottor Verrini. Occorrono denari. E tanti anche. La speranza è che la mobilitazione – del tutto condivisibile – di CoSan possa contribuire ad accendere il dibattito e a innescare un processo virtuoso, per il bene dell’intera collettività. Con un’annotazione a margine però. La Pivetti ha annunciato che in questa battaglia la sua appartenenza ad ApC non c’entra nulla ma che sarebbe bello, nel 2022, quando ricorrerà il centenario dell’apertura al pubblico del Ramazzini (realizzato dalla Congregazione della Carità che ne affidò i lavori alla Cooperativa e Braccianti) avere un nuovo ospedale. Il dubbio tanto lecito quanto plausibile è che sin da ora si stiano preparando i cavalli di battaglia delle prossime amministrative. E quello del nuovo ospedale, seppure sia un ritornello già sentito, è un cavallo di Troia dall’indiscutibile appeal…