Ospedale di Ferrara: indagati due dirigenti Cmb

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L’inchiesta, iniziata del 2008 sul nuovo polo ospedaliero di Cona (Ferrara), che si è conclusa in questi giorni, ha visto impegnati carabinieri e guardia di finanza, mentre gli atti conclusivi sono stati firmati da tre magistrati: Nicola Proto, Barbara Cavallo e Patrizia Castaldini. Tra i 13 indagati vi sono manager e pubblici funzionari che avrebbero dovuto controllare i lavori e tra questi i collaudatori della varie strutture, il direttore dei lavori, il responsabile unico del progetto e i rappresentanti di alcune ditte di fornitura, tra cui quella del calcestruzzo. Tra gli indagati anche due dirigenti del colosso carpigiano Cmb che, lo ricordiamo, fa parte del gruppo di imprese che hanno in concessione il progetto, la realizzazione e la gestione dell’opera. L’avviso della conclusione delle indagini preliminari è giunto a Guglielmo Malvezzi, prioject manager del consorzio costruttore Cona e a Ruben Saetti presidente di Progeste, consorzio che ha in concessione l’opera e la sua gestione. L’inchiesta, che ha escluso il il presidente di Cmb, Carlo Zini, avrebbe messo in luce il progetto carente del polo ospedaliero, a cui si è fatto fronte con 5 diverse perizie di variante che hanno portato alla lievitazione dei costi di 25 milioni di euro (a fronte di un appalto da 137 milioni, 97 di denaro pubblico, 30 della concessionaria, in project financing, il consorzio Progeste). A Saetti viene contestato dalla Procura il reato di abuso d’ufficio riguardate alcune perizie, mentre Malvezzi è stato accusato di truffa. Secondo la tesi dell’accusa, che dovrà essere confermata nelle varie fasi processuali, si doveva fare in fretta e correggere un progetto esecutivo incompleto. Ora la parola passa agli indagati e a tutti i loro legali, cui in queste ore sono in corso le notifiche.
La conferma della garanzia sulla sicurezza dell’ospedale viene dal portavoce della procura di Ferrara, Proto, che ha sottolineato: “Non c’è assolutamente pericolo sulla resistenza e stabilità dell’ospedale”. E dunque, è assolutamente fuori luogo parlare di eventuale sequestro della struttura come invece si era paventato da più parti durante le indagini. Al momento non dovrebbe quindi esserci nessuna ripercussione, ma nel corso dei decenni, probabilmente, le strutture – e solo in alcuni punti – necessiteranno di maggior manutenzione rispetto al dovuto.