Tra i giovani che vanno all’estero per vivere nuove esperienze, ce n’è uno che a star fermo proprio non riesce. Appena ottenuta, dopo tre anni di studio all’Università di Bologna, la laurea in Filosofia Estetica, ecco che subito dismette l’alloro del neolaureato per partire, zaino in spalla e mappa in mano, alla volta della Turchia, dove trascorrerà sei mesi, dal 1° dicembre al 31 maggio. Lui è Enrico Cattabriga, il vulcanico e instancabile 24enne che, nella vita, non può fare a meno di tre cose: teatro, fotografia ma, soprattutto, viaggiare. Non è nuovo, Enrico, ai lunghi soggiorni fuori dall’Italia. Nel 2010 ha infatti trascorso, grazie al programma di studio Erasmus, sei mesi in Finlandia, frequentando l’Università di Helsinki. “Quel viaggio ha acceso la miccia, e mi ha fatto capire che io sono essenzialmente una persona, prima ancora che un italiano, e che come tale voglio incontrare altre persone, anche molto diverse da me, perché più sono differenti e più, nella stragrande maggioranza dei casi, mi arricchiscono”. Per questo ha ora deciso di partire nuovamente. “Ho voluto portare all’estremo questa mia curiosità, recandomi in un paese musulmano che ha una cultura completamente diversa dalla mia. La vedo come una nuova avventura, assolutamente positiva bene o male che vada, dato che in ogni caso sarà tutta esperienza. Una possibilità, appunto, da non lasciarsi sfuggire”. Enrico partirà con il Servizio Volontari Europeo (SVE), e a Istambul studierà anche management d’impresa no profit. “Lavorerò con i bambini, progettando per loro dei corsi che dovrò poi supervisionare. Le mie idee per ora si concentrano su fotografia e teatro, dato che ho dei trascorsi d’attore a livello locale e il mio sogno, da ragazzino, era quello di diventare un attore di successo ma, visto l’andazzo, sono rimasto con i piedi per terra”. La sua attività durante il soggiorno nella magica città – la seconda per grandezza in Europa – che unisce Oriente e Occidente sarà soprattutto di volontariato con bambini e giovani ragazzi che non possono permettersi attività ricreative, ma per il nostro giovane viaggiatore dare una mano senza chiedere nulla in cambio non rappresenta certo una novità: ha infatti collaborato nella giornata della Primavera del Volontariato, ha aiutato gli anziani del Circolo Guerzoni nell’allestimento del beach volley e, da due anni, collabora con l’Ufficio Stampa della Festa del Racconto. Esperienza, quest’ultima, che ha lasciato il segno. “E’ stata veramente una bellissima scoperta. Oltre a stare con persone che mi stimolano e che ormai reputo dei veri amici, è anche un’occasione per affacciarsi al mondo del lavoro in sordina”. Enrico è uno degli ideatori dell’iniziativa Mettici la faccia, nella quale i comuni lettori potevano interpretare il loro personaggio di narrativa preferito, idea che ha avuto un discreto successo, tanto da riscuotere i complimenti di Mario Dondero, il più grande tra i fotoreporter italiani. “Sono ancora qui che cerco di riprendermi dall’emozione di quello che ha detto”. Fotografia, volontariato, teatro, filosofia. Tanti interessi diversi, ma cosa li lega? “Sicuramente la curiosità. Ho sempre voglia di conoscere e scoprire, anche le piccole cose. Se sono arrivato dove sono, è solo grazie a questo desiderio di imparare. Forse sono un po’ superbo in questo, ma penso che molti giovani della mia età invece si adattino a quello che hanno”. Enrico non si dedica però soltanto alle discipline artistiche, a giocare un ruolo importante nella sua vita c’è anche il pallone da pallavolo. E in questo sport ha raggiunto risultati di tutto rispetto: è stato libero in Serie C all’Universal di Carpi lo scorso anno e, quest’anno, in serie D a Cavezzo. Ma, non ancora partito, eccolo già a pensare a cosa farà una volta tornato. “Appena rientrato mi piacerebbe frequentare Pubblicità, editoria ed impresa all’Università di Modena, che si lega sì all’ambito artistico, ma puntando sui suoi aspetti più concreti”. In Turchia Enrico ha già qualche amico. “Durante l’Erasmus in Finlandia ho conosciuto alcune persone che vivono a Istambul e che ora mi stanno aspettando. Sono due ragazze, con una delle quali, Esra, ho legato particolarmente”. Raccontando quest’ultima curiosità, un sorriso sornione gli si dipinge sul volto. Che al ritorno porti qualche pezzo d’Oriente a conoscere l’Occidente?
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