L’orto dà i suoi frutti

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Piegati sotto il sole, hanno sopportato la calura estiva e il fastidio delle zanzare ma vogliono poter continuare quell’esperienza in mezzo ai campi e alla terra piuttosto che seguire i tradizionali percorsi all’interno di strutture protette.
“Questo percorso fuori dalla cooperativa, all’aria aperta, ha restituito loro il senso di libertà e la sensazione di normalità perché, pur essendo un ambiente protetto, nell’orto si sono autoresponsabilizzati senza essere stressati” spiega Simonetta Barbieri, responsabile del progetto della Coop. Riparte.
Nell’orto sociale lavorano dieci persone, tra i 24 e i 50 anni, seguite dal Simap per i problemi di salute mentale col supporto dei servizi sociali: Simonetta della Coop Riparte li ha coinvolti nel progetto dell’orto sociale e è stato un successo. “Ci siamo messi al lavoro in primavera e avevamo a disposizione un contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi di 8mila euro e un terreno a Migliarina concesso dalla coop Il Podere di Rio Saliceto”.
Pieni di ansia e di paura, fragili ma disposti a rimboccarsi le maniche, questi ragazzi si sono messi al lavoro con una zappa, una gomma e due annaffiatoi “per arrivare là dove la gomma non arriva perché non è nemmeno lunga abbastanza per annaffiare l’intero orto”.
La terra era buona perché tenuta a foraggio e l’idea è stata quella di utilizzare semenze anche antiche e dimenticate: il risultato è stato ottimo e i frutti dell’orto numerosi.
“Grazie alla collaborazione dell’agronomo Davide Casarini – racconta Simonetta – abbiamo imparato a utilizzare metodi naturali per combattere i parassiti e, sebbene non abbiamo la certificazione bio, sicuramente i nostri prodotti si possono classificare come naturali”.
Coi frutti della terra, i ragazzi dell’orto sociale confezionano delle cestine destinate alla vendita con dentro meloni, ribes, cocomeri, pomodori, patate, scalogno, cipolla, zucchine, melanzane e cavolo rosso…
“Grazie a questa attività altri ragazzi sono stati impegnati con mansioni di assemblaggio e raccolta oridini e la vendita dei nostri ortaggi serve a sostenere il progetto”.
All’orto sociale manca un mezzo refrigerato per la conservazione dei prodotti e così le cestine, una volta realizzate al mercoledì mattina, vengono immediatamente consegnate nel pomeriggio dello stesso giorno direttamente a domicilio (per informazioni e prenotazioni telefonare al numero 059.6228161 oppure 392.7927933 o via mail a: riparte.cosoc@tiscali.it).
Sostenere questo progetto rappresenta una possibilità importante per chi vive diversità di movimento, di espressione, di relazione sociale e lo conferma il precedente della Fattoria di Vigheffio a Parma (http://www.mariotommasini.it/tommasini/fattoria.asp) che, negli anni 70, rappresentò una delle battaglie più importanti di Mario Tommasini per ricollocare i dimessi dal manicomio.

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