Tante cose interessanti da vedere in questo “sentiero minimo”: storia, natura, cultura, un sapiente e secolare rapporto tra uomo e ambiente, tracce di fauna ovunque, qualche bel fiore – in ritardo o tradito dalle attuali miti temperature autunnali, hanno decretato il giro di metà novembre sulle colline di Quattro Castella come “degno di gloria imperitura”. Ciliegina sulla torta: il caffè che abbiamo potuto gustare alla locanda sotto il castello di Bianello, trovato aperto. Punto di partenza a un’oretta di macchina da Carpi. Cosa vuoi di più? Ecco, quindi, la descrizione del giro che vi proponiamo. Si parte dalla piazza antistante la chiesa di Sant’Antonio in via Marconi a Quattro Castella. Si narra che in questa piazza nei secoli scorsi di svolgesse un importante mercato della seta. Siamo propensi a crederci visto il doppio filare di gelsi monumentali che si trova proprio di fronte al parcheggio. Partiamo evitando la comoda carrabile verso il castello di Bianello, dalla quale ritorneremo, e svoltiamo invece a sinistra dal parcheggio, salendo verso un incrocio. Qui prestando attenzione proseguiamo lungo via Matildica per circa altri 200 metri fino ad incontrare una staccionata e una palina segnaletica. Il grande cartello ci segnala che stiamo entrando nell’area SIC 4030024 (Sito di Importanza Comunitaria) descrivendoci gli ovvi divieti che dobbiamo rispettare in questa zona. Prendiamo il sentiero 642 in direzione del Monte Vetro dove sorgeva uno dei quattro castelli della zona, vedette e presidio verso la pianura della sicurezza del territorio retrostante.
Saliamo in boschi di querce e roverelle, con un ricco sottobosco, notando i tanti piccoli presepi realizzati in cavità del terreno o alla base degli alberi, secondo una tradizione locale. A poche centinaia di metri dal culmine del Monte Vetro vediamo alla palina indicatrice che il sentiero 642 gira con un “tornante” a sinistra ma proseguiamo invece diritti per arrivare a notare i resti della rocca ora in fase di restauro. Ritornati sui nostri passi prendiamo al bivio precedente il sentiero in discesa (sentiero 642). Tra cespugli di rosa canina e nespole con le quali possiamo fare rifornimento di Vitamina C, arriviamo ad uno spiazzo dove si trova un cartello segnaletico. Da notare, prima che pensiate di aver compromesso tutte le vostre conoscenze cartografiche, che la carta è orientata con il nord in basso invece che in alto come siamo abituati. Il tabellone spiega della nascita della riserva, lungimirante intuizione nel 1981/82 del Comune di Quattro Castella che poi nel 1993 diede la zona in gestione alla LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli). Nei pressi un altro cartello informativo segnala la presenza di numerose specie di pipistrelli, cosa che avevamo intuito dalle tante “bat-box” appese agli alberi lungo il percorso. Scendiamo ulteriormente fino ad attraversare un piccolo torrente e superato il ponticello andiamo a sinistra. Il sentiero sale leggermente sino a raggiungere uno spiazzo dove si trova la Corte degli Ulivi, pregevole edificio ben conservato di fianco al quale si trova una coltivazione di ulivi, abbastanza incredibile per la zona ma testimone di un particolare microclima. Da qui dopo un centinaio di metri si può notare un piccolo stagno didattico pensato per creare un habitat agli anfibi autoctoni. Proseguendo si arriva al Castello di Bianello, visitabile solo su prenotazione. Agli appassionati di piante antiche certamente non sfuggirà la secolare siepe di bosso e il fico posto di fianco all’ingresso della locanda dei Tre tenori (opportuna la verifica della apertura e la prenotazione, se pensate di mangiare qui). Dalla terrazza del Castello si può godere, tempo permettendo, di una meravigliosa vista sulla pianura.
Dopo la pausa pranzo o il caffè ritorniamo brevemente sui nostri passi, scendendo alla Corte degli ulivi dove prenderemo lo stradello che va in discesa, indicato con il numero 642 e SD (Sentiero Ducale) fino al prezioso Lago della Contessa. Si tratta in realtà di un ex bacino irriguo che è stato risagomato in modo da dare ospitalità a specie animali ed al contempo evitare il rischio di una possibile tracimazione che comporterebbe possibili allagamenti a valle nella zona di Bianello e Quattro Castella. Da qui il sentiero scende verso una valletta che incrocia dopo circa 300 metri. Appena ripresa la salita si vede sulla destra il sentiero 642B che, parallelo al ruscelletto, porta sino ad un prato. Tenuta la destra si giunge, dopo una grande casa in ristrutturazione, al viale alberato che ci riporta al parcheggio della chiesa. Nel tratto finale del percorso, oltre ai numerosi gelsi di cui abbiamo già detto, nei prati attraversati vi sono diverse piante da frutto secolari, testimoni di una antica sapienza agricola che alternava coltivazioni foraggere a frutteti e piante di utilità per costruzione o da usare per riscaldamento. Il percorso così descritto è, pur con tutte le deviazioni effettuate, di soli 6 km con un dislivello di 150 metri, percorribile, pur con tutte le opportune soste, in circa 4 ore. Per chi volesse allungare il percorso e completare il giro dei quattro monti, all’ultima diramazione descritta dopo il Lago della Contessa invece che scendere al parcheggio sul 642B, basta proseguire la salita verso il Monte Lucio restando sul 642. Dopo aver raggiunto il terzo monte, si ritorna brevemente sui propri passi sino al sentiero e poi in direzione del Monte Zane. Per ritornare all’auto tenere sempre il 642 in direzione Sud per poi tagliare in direzione Ovest (way point sulla mappa da 13 a 18) fino a rimettersi sulla carrabile per il castello di Bianello.
In questo caso il giro aumenta di quasi tre km con un’aggiunta di 150 m di dislivello ma resta sempre godibilissimo ed affrontabile con un minimo di preparazione,
Come sempre consigliamo di dotarsi prima della partenza di una mappa della zona (le numerose App sui cellulari vanno benissimo, fino a quando si scarica il telefono o si entra in zona in cui “non prende”). Portate sempre una buona scorta d’acqua anche in questa stagione. Tenete inoltre conto della brevità delle giornate nel periodo autunnale, per cui è opportuno pianificare l’uscita puntando sulla partenza ad un’ora adeguata. Nello zaino ricordatevi in ogni caso di tenere una torcia frontale. Nel caso è sempre una buona idea utilizzare una guida ambientale escursionistica per essere accompagnati in sicurezza.