Home Carpi L’Hotel Val Paradiso di Borgo Valsugana va o resta? “Nessuna decisione è...

L’Hotel Val Paradiso di Borgo Valsugana va o resta? “Nessuna decisione è ancora stata presa”

Per riaprire la struttura, ha spiegato l’assessore Paolo Malvezzi occorrerebbe “rinnovare il sistema antincendio non più rispondente alle norme vigenti così come l’impianto elettrico e quello idrico-sanitario, funzionanti ma vetusti”. I costi stimati per eseguire solo gli interventi di minima ammontano a 350mila euro. In questa somma però, ha aggiunto, “non rientra alcuna modifica della partizione interna che potrebbe non rispondere più alle esigenze attuali degli utilizzatori”. Infine, ha proseguito Malvezzi, “negli ultimi anni di utilizzo prima della chiusura nel 2021, la casa vacanze non ha mai raggiunto il pareggio di bilancio anche nei momenti di maggior frequentazione”. Quattro le ipotesi al vaglio sul futuro della casa vacanze.

0
662

Il 22 agosto sulle colonne del nostro giornale raccontammo di come lHotel Val Paradiso di Borgo Valsugana, di proprietà del Comune di Carpi dal lontano 1972, avesse chiuso i battenti.  L’attività dell’Hotel, ci avevano spiegato dal Comune, “è cessata nel 2020 a causa dell’emergenza Covid” poi, nel maggio 2022, visto il prolungato periodo di chiusura, l’ente aveva “disposto un sopralluogo per verificare la sussistenza delle condizioni necessarie alla riapertura da cui è emersa una criticità del sistema antincendio che non raggiunge i parametri necessari prescritti per le strutture che ospitano gruppi”. A ciò si aggiunge un altro problema: “la struttura non è più rispondente agli attuali standard per l’ospitalità dal momento che la maggioranza delle camere è priva di bagno a uso esclusivo e le docce sono comuni. L’Hotel pertanto necessiterebbe di interventi di rinnovamento per renderlo nuovamente attrattivo”. L’albergo, rimasto nel cuore di numerose generazioni di carpigiani, rappresenta oggi una voce di spesa troppo costosa per l’ente pubblico impegnato a “valutare le opzioni a disposizione” tra cui la più conveniente sarebbe quella della vendita (per approfondire rimandiamo all’articolo: https://temponews.it/2025/08/22/chiuso-lhotel-val-paradiso-di-borgo-valsugana-una-pagina-della-storia-di-carpi-se-ne-va/ ). Un declino, quello del Val Paradiso, che ha scatenato un acceso dibattito in città, soprattutto perché, sempre più spesso, certe scelte non vengono condivise con la cittadinanza. Per fare luce sulle sorti della struttura il 25 agosto il Partito Democratico di Carpi, unitamente ai gruppi consiliari Carpi a Colori e AVS, aveva depositato un’interrogazione in Consiglio comunale, nella quale chiedeva all’amministrazione “di fornire un quadro su quali siano le condizioni attuali dell’edificio dopo anni di inutilizzo; quale sia l’entità delle risorse necessarie per renderlo di nuovo fruibile, soprattutto per la conversione degli interni, oggi non più adeguati a un utilizzo turistico-ricettivo; quali valutazioni si stiano facendo rispetto al futuro dell’immobile, se in direzione di vendita o ristrutturazione” e, infine, di chiarire “quali fossero i proventi delle concessioni in passato e se questi abbiano giustificato la gestione, per capire se sia realistico pensare di rimettere la struttura a disposizione di scuole e associazioni”. A rispondere alla forze di Maggioranza, nel corso della seduta del Consiglio del 13 novembre, è stato l’assessore Paolo Malvezzi ma, spoiler, sappiate che di novità – e certezze – non ce ne sono: l’amministrazione infatti “non ha ancora preso alcuna decisione ma sta vagliando ipotesi diverse”. Insomma da agosto ad oggi nulla è cambiato. L’immobile, ha chiarito l’assessore, viene monitorato “dai tecnici ogni sei mesi” ed “è in buono stato conservativo sia per quanto riguarda muri e coperture che pavimentazioni, intonaci e finiture; inoltre non si segnala la presenza di muffa o ristagni di umidità. Anche serramenti porte e scuri non presentano criticità. Viene poi mantenuto un presidio di manutenzione ordinaria della struttura che comprende la conduzione dell’impianto di riscaldamento per scongiurare il congelamento durante l’inverno, e quella dell’impianto di potabilizzazione dell’acqua per impedire la proliferazione di agenti patogeni”. Per riaprire la struttura occorrerebbe “rinnovare il sistema antincendio non più rispondente alle norme vigenti così come l’impianto elettrico e quello idrico-sanitario, funzionanti ma vetusti”. I costi stimati per eseguire solo gli interventi di minima ammontano a 350mila euro. In questa somma però, ha aggiunto l’assessore, “non rientra alcuna modifica della partizione interna lasciando inalterati i locali (14 camere con bagno in comune ogni due camere, 23 camere senza bagno e due blocchi bagni/docce in comune) che potrebbe non rispondere più alle esigenze attuali degli utilizzatori”. Infine, ha proseguito Malvezzi, “negli ultimi anni di utilizzo prima della chiusura nel 2021, la casa vacanze non ha mai raggiunto il pareggio di bilancio anche nei momenti di maggior frequentazione”. Tra le ipotesi paventate per il futuro della struttura, già approfondite dagli uffici e sulle quali sono in corso le valutazioni da parte dell’amministrazione, vi sono: la locazione dell’immobile a terzi che garantirebbe al concessionario ampia discrezionalità organizzativa e gestionale. La concessione a terzi della gestione della struttura che, previa effettuazione dei necessari interventi tecnici di adeguamento da parte dell’amministrazione, potrebbe consentire di definire con maggiore dettaglio gli aspetti gestionali e i requisiti prestazionali. Ciò a fronte, però, di complessità rilevanti già in sede di predisposizione della gara e di valutazioni realistiche, anche di natura economico-finanziaria, sulla sostenibilità dell’operazione da parte degli operatori economici. E, ancora, l’accordo con altre pubbliche amministrazioni che consentirebbe, previa effettuazione degli interventi necessari, di definire eventuali attività congiunte e riservando al Comune di Carpi la possibilità di utilizzare la struttura in determinati periodi per soddisfare le esigenze della comunità carpigiana. E, infine, la quarta ipotesi è quella della vendita: “l’immobile – ha concluso Malvezzi – è stato acquistato dal Comune di Carpi nel 1972 per 103 milioni di lire. In considerazione delle complessità gestionali e manutentive, l’alienazione mediante procedura a evidenza pubblica, e ai valori correnti di mercato per quel tipo di struttura, consentirebbe di destinare risorse ad altri investimenti”. La consigliera Paola Borsari (Pd) nella sua replica ha ricordato come la colonia di Borgo Valsugana abbia rappresentato “molto per la cittadinanza la quale si è immediatamente mobilitata dopo la circolazione della notizia di una eventuale vendita, pertanto è indispensabile approfondire e valutare le ipotesi presentate ed eventualmente anche altre”. Borsari ha poi spiegato come potrebbe essere utile per i consiglieri, “qualora dovessero essere chiamati a pronunciarsi sul destino della struttura, a vederlo di persona. La somma necessaria per riaprirla è ingente ma io credo sia irrealistico pensare che ci si debba fermare lì poiché l’assetto interno per camerate non va più incontro alle esigenze attuali. Abbiamo poi bisogno di sondare soprattutto la sostenibilità di una eventuale riapertura per capire se i costi di gestione potrebbero essere alla portata dell’ente magari cambiando il modello di utilizzo del passato rivelatosi non vantaggioso”.

Jessica Bianchi