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I tortellini realizzati dai detenuti del carcere di Modena protagonisti alla Festa dell’Unità

Sono fatti a mano dai detenuti del carcere di Modena i tortellini che si possono mangiare in due ristoranti alla festa provinciale de l’Unità di Modena. La specialità culinaria modenese famosa in tutto il mondo è realizzata nel laboratorio gastronomico Sant’Anna – artigiani della pasta, avviato nel maggio 2024 dalla Cooperativa sociale Eortè di Carpi. “Il lavoro dentro e fuori il carcere è il mezzo più efficace per contrastare la recidiva, cioè la commissione di nuovi reati” sottolinea la direttrice di Eortè, Valentina Pepe.

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Sono fatti a mano dai detenuti del carcere di Modena i tortellini che si possono mangiare in due ristoranti alla festa provinciale de l’Unità di Modena.

La specialità culinaria modenese famosa in tutto il mondo è realizzata nel laboratorio gastronomico Sant’Anna – artigiani della pasta, avviato nel maggio 2024 dalla Cooperativa sociale Eortè di Carpi.

“L’iniziativa è partita in collaborazione con la direzione della casa circondariale di Modena – spiega la direttrice di Eortè Valentina Pepe – L’obiettivo è trasformare il lavoro in uno strumento di crescita, formazione e reinserimento sociale per le persone detenute”.

Fino al 14 settembre presso i ristoranti Osteria 467 e Fish e pig, allestiti nella kermesse del Pd modenese, è possibile ordinare i tortellini e tortelloni (verdi alla boscaiola nel primo ristorante, con mortadella e pistacchio nel secondo) realizzati dai detenuti che partecipano al laboratorio gastronomico allestito nel carcere.

“Si tratta di un’ulteriore modalità per sostenere i progetti virtuosi del territorio, come quello portato avanti dalla cooperativa Eortè – dichiara la segretaria provinciale del Pd modenese Marika Menozzi – Si possono unire divertimento, convivialità e buona tavola con l’attenzione alla comunità e a chi, dopo aver pagato per i propri sbagli, ha bisogno di reinserirsi nel tessuto sociale”.

Il progetto ha coinvolto fino a oggi sette detenuti (due dei quali sono stati assunti), che hanno intrapreso un percorso di formazione e lavoro, affiancati da uno chef, un aiuto cuoco, due volontari, due addetti a vendite e logistica e dalla responsabile del progetto. 

Nel laboratorio – allestito in una cucina interna alla sezione maschile del S. Anna – si producono quotidianamente pasta fresca ripiena, prodotti da forno e biscotteria artigianale.

I prodotti vengono distribuiti a gruppi di acquisto solidale, associazioni, parrocchie e privati. Una parte dello spazio è dedicata a corsi di formazione professionale, che ampliano l’impatto educativo e sociale del progetto.

“Il lavoro dentro e fuori il carcere è il mezzo più efficace per contrastare la recidiva, cioè la commissione di nuovi reati da parte di chi ha già scontato condanne. In Italia – sottolinea Valentina Pepe – torna in carcere il 70% dei detenuti che non lavorano, contro il 3-5% di coloro che lavorano. Il laboratorio gastronomico Sant’Anna è anche un’occasione di alleanza con la comunità. Aziende, enti e associazioni possono contribuire concretamente al progetto attraverso partnership, forniture, collaborazioni commerciali e il sostegno alla distribuzione dei prodotti. In questo modo il carcere diventa un luogo di lavoro e di riscatto, capace di restituire dignità e nuove prospettive a chi vi è coinvolto. Nel futuro ci aspettano nuove sfide: il potenziamento delle attrezzature, l’assunzione stabile di detenuti meritevoli e l’apertura entro fine anno di un punto vendita a Modena grazie a enti, fondazioni e realtà territoriali che – conclude la direttrice della cooperativa sociale Eortè – credono nella forza di questo percorso”.