1,1 milione di euro. Tanto è costata la realizzazione dell’isola ambientale Messori. La zona ora ha completamente cambiato volto: nuovi marciapiedi e ciclopedonali, istituzione di limiti di velocità con restringimento delle carreggiate, piattaforme uniche, riqualificazione di aree di accesso a parchi e scuole, segnaletiche orizzontali e verticali… qualcosa però non torna. L’obiettivo della nuova “isola” infatti, dovrebbe essere quello di rendere la zona più vivibile, sicura e accogliente ma a molti residenti il cambiamento non va giù a partire dalla mobilità.
L’istituzione del senso unico (in direzione Giovanni XXIII) in via Messori infatti ha fatto storcere il naso a molti e, in particolare, a tutti coloro che abitano nell’ultimo tratto dell’asse viario quello, per intenderci, compreso tra via Bonaccolsi e il sottostrada della Tangenziale Losi. “Chi proviene dal parcheggio dell’ospedale e percorre via Bonaccolsi, strada che prima della riqualificazione era chiusa, non può più svoltare a sinistra per rientrare a casa a causa dell’introduzione del senso unico. Una follia – denuncia una residente – dal momento che stiamo parlando di una manciata di metri. Quindi onde evitare manovre pericolose col rischio di creare incidenti con chi, venendo da via Govi svolta a sinistra in via Messori, noi residenti siamo obbligati a fare il giro del perdono per fare ritorno alle nostre abitazioni, ovvero dalla tangenziale o da viale Manzoni, assi estremamente trafficati. E’ vero, meno persone transitano su via Messori dopo la creazione dell’isola ambientale, ma il traffico si è solo spostato di pochi metri, creando peraltro a noi residenti dei forti disagi”. C’è poi lo strano caso della palazzina di via Bonaccolsi: “chi torna a casa vi può parcheggiare davanti – conclude la residente – ma non può più dirigersi in garage, posti dietro lo stabile, a causa del senso unico istituto su via Messori. Siamo davvero al paradosso. I nostri amministratori dovrebbero prestare maggiore attenzione alle esigenze dei cittadini”.
Jessica Bianchi