Quando i ragazzi delle scuole superiori incontrano Giovanni 21 anni, che racconta del suo trapianto di cuore, e parlano con Maria che ha donato un rene al marito Antonio, capiscono l’importanza di un gesto d’amore in grado di salvare la vita. Promuovere la cultura della donazione di organi, tessuti e cellule è la missione di AIDO, Associazione Italiana per la Donazione di Organi, tessuti e cellule, particolarmente attiva in provincia di Modena. Alla guida del gruppo carpigiano c’è Eugenio Davolio, che è anche vicepresidente di AIDO Provinciale di Modena, al quale abbiamo chiesto un bilancio dell’attività di questo 2025 che si chiuderà a metà dicembre con il memoriale dedicato alla tredicenne carpigiana Arianna Giaroli.
Davolio, è vero che sono tante le adesioni di giovani?
Da anni incontriamo i giovani delle classi quinte delle scuole superiori modenesi nell’ambito del progetto di educazione alla salute per promuovere il valore civico del dono consapevole non solo degli organi, ma anche del sangue e del midollo osseo. Si tratta di salvare innumerevoli vite. A questo scopo, in AIDO è stato costituito un gruppo di 24 persone, tra volontari e testimoni, disponibili ad andare nelle scuole. Ogni anno scolastico, AIDO incontra oltre 3.000 ragazzi in tutto il modenese. Proprio recentemente due incontri sono stati fatti anche all’Istituto Meucci di Carpi. Oltre ai volontari, partecipano i testimoni, cioè familiari di persone che hanno donato o persone che hanno ricevuto un organo da una donazione. È l’occasione per distribuire materiale informativo molto valido predisposto per i ragazzi da AIDO Nazionale. L’impatto è molto forte e la risposta dei ragazzi è molto buona: oltre il 20% esprime il consenso alla donazione già al termine dell’incontro, mentre diversi altri lo esprimono nei giorni o settimane successivi.
Quali sono i punti critici?
Partiamo da un dato positivo: grazie ai grandissimi progressi della medicina e all’impegno del personale sanitario, lo scorso anno, a fronte di 2.100 donatori deceduti per morte cerebrale presso una rianimazione italiana, hanno potuto ricevere un trapianto d’organo circa 4.800 persone, il numero più alto di sempre. A fronte di ciò, invece, i punti critici sono che le persone in lista d’attesa per un trapianto sono ancora oltre 8.000, nonché il fatto che, a distanza di più di dieci anni dalla legge del 2013 che ha reso possibile esprimere la propria volontà sulla donazione di organi e tessuti anche al momento della richiesta o rinnovo della carta d’identità presso gli uffici anagrafe dei comuni, il numero di coloro che rispondono negativamente alle anagrafi oppure direttamente ai sanitari delle Rianimazioni è in costante aumento: siamo ormai a più di uno su tre. Spesso incidono motivazioni sterili legate a superstizioni o disinformazioni sui social che distorcono la realtà. Su input quindi del Centro Nazionale Trapianti e, per l’Emilia-Romagna, del Centro Regionale Trapianti di Bologna, è partita un’attività che, per la provincia di Modena, ha impegnato il Coordinamento Ospedaliero Procurement dell’AUSL di Modena e AIDO Provinciale ad incontrare le 47 anagrafi della provincia modenese e attivare un dialogo costruttivo per raccogliere suggerimenti, rivedere le modalità di dialogo col cittadino e mettere a disposizione gli strumenti del Centro Nazionale Trapianti.
Ci sono problemi strutturali?
Ci stiamo lavorando. L’aumento di stranieri ci impone di attivare un confronto ma, mentre una comunità come quella indiana è molto aperta a discutere del tema della donazione degli organi, quelle che fanno riferimento alla religione islamica sono meno sensibili: nonostante vi siano persone di fede islamica in lista d’attesa per un trapianto, il tema del dono degli organi è ancora difficile da affrontare, nonostante sia ovvio che, se nessuno dona, nessuno può ricevere. Per attivare un canale di comunicazione, è stato predisposto materiale informativo nella lingua d’origine. Ribadisco che la risposta dei cittadini dipende dalla volontà di informarsi e dalla disponibilità delle informazioni. Abbiamo seminato e ora cercheremo di verificare se i frutti arriveranno.
Il prossimo anno sarà particolarmente importante per Aido, puoi svelare perché?
Nel 2026 Modena avrà l’onore di essere Capitale Italiana del Volontariato e la Sezione Provinciale AIDO di Modena, fondata nel 1976, festeggerà i suoi primi 50 anni di vita:. E non solo: festeggeranno i 50 anni di attività anche i Gruppi Comunali di Carpi (fondato il 26 febbraio 1976) e di Castelfranco Emilia. Siamo già al lavoro!
Sara Gelli