Ha creato sconcerto e preoccupazione tra i genitori dei piccoli alunni della Scuola Primaria Anna Frank di via Cremaschi l’ingresso nell’edificio di una pattuglia dei Carabinieri di Carpi lo scorso 25 novembre. I militari sono intervenuti, su richiesta della dirigente scolastica Silvia Cuoghi, dopo che un 12enne ha mostrato ai compagni di classe due bustine di plastica trasparenti contenenti delle pastiglie. E’ droga, avrebbe raccontato agli amichetti. Di fronte alla loro reazione impaurita però, l’alunno ha prontamente gettato le bustine nel water e l’insegnante a cui i bambini hanno raccontato l’accaduto non è riuscita a recuperarle, pertanto è impossibile sapere cosa contenessero davvero. I Carabinieri, che hanno perquisito gli zaini degli alunni non rilevando nulla di anomalo, sono ora in attesa della relazione della dirigente scolastica per interessare eventualmente gli Affari civili del Tribunale per i Minorenni di Bologna. Dal canto suo la professoressa Cuoghi ha inviato ai genitori della classe quinta frequentata dal 12enne una comunicazione per cercare di rasserenare gli animi: “il sopralluogo – si legge – è avvenuto in esito a una mia chiamata al Comando della Stazione dei Carabinieri di Carpi, a cui hanno fatto seguito precise disposizioni del comando stesso, che ha preso in carico la questione e ha fornito ulteriori indicazioni procedurali. Si intende con la presente assicurare che l’iter intrapreso corrisponde a quanto previsto in tali frangenti”.
“In una scuola primaria – racconta una mamma – veder irrompere i Carabinieri è davvero sconcertante. A quell’età i bambini non dovrebbero nemmeno sapere cosa sia la droga. Sono davvero basita e preoccupata per la deriva che sta prendendo anche la nostra città”.
“Nello specifico e nell’immediato – commenta Giuliano Albarani, assessore alle Politiche scolastiche del Comune di Carpi – l’episodio ha evidenziato una straordinaria prontezza di risposta da parte della comunità scolastica, in tutte le sue componenti, e delle istituzioni che dovevano intervenire, dalla dirigente alle forze dell’ordine, che vanno elogiate e ringraziate. Ora la questione verrà affrontata dalle figure preposte e con gli strumenti necessari, prima di tutto quelli educativi, propri della scuola, poi, quelli sociali, per quanto necessario. L’accaduto non va drammatizzato ma non va nemmeno sottovalutato, e ci ricorda che nel contesto storico in cui viviamo la scuola è il luogo per eccellenza in cui si possono prevenire e rieducare i comportamenti a rischio, da quelli riguardanti le dipendenze a quelli che concernono l’affettività. I nostri istituti scolastici, in tutti gli ordini e i gradi, grazie anche al coordinamento delle azioni elaborato e promosso nell’ambito del Patto per la scuola, sono sotto questo profilo delle eccellenze, che intercettano appieno tutte le possibilità offerte dalle istituzioni e dalla rete delle associazioni del territorio”.
Jessica Bianchi