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Carpi d’Acciaio: impresa a Sassari, Torres piegata e crisi aperta per gli isolani che esonerano il tecnico Pazienza

Un Carpi concreto e sempre più consapevole dei propri mezzi espugna il “Vanni Sanna” di Sassari (4 vittorie su 6 apparizioni esterne) e manda un messaggio forte e chiaro a tutto il campionato: la squadra di Mister Cassani c’è, è viva e non teme nessuno

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Un Carpi concreto e sempre più consapevole dei propri mezzi espugna il “Vanni Sanna” di Sassari (4 vittorie su 6 apparizioni esterne) e manda un messaggio forte e chiaro a tutto il campionato: la squadra di Mister Cassani c’è, è viva e non teme nessuno. Finisce 1-0 per gli emiliani grazie al rigore trasformato da Cortesi, ma dietro quel singolo episodio c’è un mondo fatto di compattezza, personalità e spirito di sacrificio. È la vittoria di un gruppo che, pur falcidiato dalle assenze, ha saputo superare ogni difficoltà trasformandola in energia positiva.

Cinque potenziali titolari fuori (Gerbi, Forte, Verza, e gli squalificati Zagnoni e Casarini), cinque Under schierati dall’inizio. Proprio da questa emergenza è nata una delle prestazioni stagionali più attente, fatta di carattere, ordine tattico e cinismo. L’impresa sul campo della Torres – storicamente roccaforte quasi inespugnabile – ha il sapore dolce delle vittorie che possono dare una sferzata alla stagione.

La partita si apre con la prevedibile pressione dei padroni di casa. La Torres, come prevedibile, parte forte, sospinta dal proprio pubblico e dall’urgenza di ritrovare risultati dopo un periodo opaco. Dopo pochi minuti Diakitè, lasciato colpevolmente solo in area, svetta più in alto di tutti ma, incredibilmente, non trova la porta a Sorzi ormai battuto. È il primo brivido di una gara che, però, non scalfisce la sicurezza dei biancorossi.

Il Carpi non sbanda. Si compatta, resiste con ordine, e col passare dei minuti prende campo. Mister Cassani chiede calma e coraggio, e i suoi lo seguono alla lettera. L’equilibrio resiste fino all’intervallo, ma nella ripresa la gara cambia volto. Il Carpi cresce, la Torres invece si piega, incapace di mantenere l’intensità dei primi minuti. È proprio nella fascia centrale della ripresa che gli emiliani dimostrano tutta la loro maturità, sapendo attendere il momento giusto per poi colpire. L’episodio decisivo arriva al 70′, quando il neo entrato Sall semina il panico nell’area sarda e viene steso al momento di concludere. Dopo un rapido check al FVS (chiamato dal tecnico Stefano Cassani), l’arbitro cambia idea e concede il rigore. Dal dischetto Cortesi è glaciale: rincorsa breve, palla da una parte e portiere dall’altra. 1-0 Carpi, silenzio gelido sugli spalti del “Sanna”.

Il resto della contesa è una lezione di gestione. Sorzi e compagni non concedono più nulla. Cassani tiene alta la tensione e l’attenzione dalla panchina: il suo Carpi non si limita a difendere, ma continua a ripartire con intelligenza. In contropiede, nel finale, Stanzani sfiora il raddoppio colpendo il palo, preludio a un’esultanza solo rimandata.

Gli otto minuti di recupero allungano la contesa, ma al triplice fischio esplode la festa. Giocatori abbracciati, panchina in campo, 35 tifosi emiliani in delirio nel settore ospiti e premiati con un sentito lancio di magliette sotto ad un’acqua battente. È la fotografia perfetta di una squadra che ha trovato la sua identità: tosta, cinica, solida. Cassani sorride e non si nasconde: “Abbiamo vinto da squadra vera, contro un avversario importante e in uno stadio difficile. Ma la cosa che più mi rende orgoglioso è la mentalità con cui abbiamo affrontato la gara”.

Con questo successo il Carpi sale a quota 18 punti, ma soprattutto guadagna consapevolezza e punti sulla zona retrocessione. Dopo i due ko consecutivi interni tra campionato e coppa le certezze tornano a crescere e la classifica inizia a sorridere. Per la Torres, invece, si apre un periodo complicato: quarta gara senza vittoria e la sensazione di un gruppo in difficoltà psicologica.

In una domenica che resterà impressa nella memoria dei tifosi biancorossi, il Carpi ha riscritto il proprio destino con il linguaggio più bello del calcio: quello della determinazione, dell’unità e del cuore. In casa della Torres è arrivato un segnale forte, una dichiarazione d’intenti che vale più di tre punti.