Home Economia, commercio e lavoro ‘Ce lo chiede l’Europa’, ma se non funziona?

‘Ce lo chiede l’Europa’, ma se non funziona?

L’Unione Europea porta avanti le sue politiche con caparbietà anche quando risultano controproducenti. Insiste con l’austerità per migliorare il rapporto tra debito e Pil e, quando inevitabilmente ottiene un peggioramento del Pil, insiste con tagli alla spesa pubblica e aumento delle tasse.

0
727

L’Unione Europea porta avanti le sue politiche con caparbietà anche quando risultano controproducenti. Insiste con l’austerità per migliorare il rapporto tra debito e Pil e, quando inevitabilmente ottiene un peggioramento del Pil, insiste con tagli alla spesa pubblica e aumento delle tasse.

Anche in Italia, già lo scorso anno, era stata varata una manovra molto restrittiva, più orientata a un consolidamento delle finanze pubbliche che a una politica espansiva con il risultato che ci siamo ritrovati con un tessuto economico in uno stato pietoso. Quest’anno, dopo aver consolidato la posizione politica dell’Italia in Europa e nel mondo, si sperava in una manovra espansiva che distribuisse denaro per stimolare l’economia, incentivare consumi e investimenti, ma dei 19 miliardi di manovra, la metà sono tagli. Invece di migliorare si rischia la recessione perché, se è vero che si riduce il debito pubblico, la contrazione maggiore del Pil determina un peggioramento. Eppure, secondo le regole europee, questa resta l’unica strada.

Entro il quadro generale delineato, l’Unione Europea continua a imporre sanzioni alla Russia in conseguenza della guerra contro l’Ucraina: a distanza di più di tre anni, mentre la Russia è ancora in piedi e ha migliorato il suo Pil, l’Unione Europea è devastata per l’impatto significativo sui costi energetici. Eppure, secondo le convinzioni europee, questa resta l’unica strada.

In questo contesto di Pil prossimi allo zero in tutta Europa, senza prospettive di crescita se non attraverso il riarmo, con dazi pesantissimi sottoscritti dalla Commissione Europea, la Banca Centrale Europea continua a tenere i tassi molto alti. Come se non bastasse, il cambio svantaggioso consente al dollaro di recuperare in competitività e di attrarre l’impresa europea a fare business negli Stati Uniti (mentre il turista americano visiterà meno volentieri l’Italia).

L’unico vantaggio che potrebbe derivare dalla crescita del cambio euro-dollaro è relativo all’acquisto di petrolio (che viene prezzato in dollari) ma il cambio valuta favorevole si annulla per il fatto che il mercato è precluso a noi europei dal dominio di numerosi player. A partire dagli Stati Uniti da cui siamo obbligati a comprare il gas a dei prezzi tre volte superiori rispetto a quelli che ci faceva la Russia.

Il margine di manovra che hanno gli Stati Europei si limita a tre aspetti: quello fiscale, poco utilizzabile; “stampare moneta” per gli Stati ma la Bce è contraria perché la sua missione è controllare l’inflazione e mantenere la stabilità monetaria nell’Eurozona; il terzo e ultimo aspetto riguarda la possibilità di ridare fiato agli Stati attraverso il Quantitative Easing per abbassare il costo del debito e stimolare la crescita economica. Se fosse adottata ora, la politica monetaria del Quantitative Easing darebbe respiro agli Stati abbassando il costo del debito e consentendo di fare deficit per investimenti a favore di cittadini e imprese.

Per ora l’Unione Europea non sta facendo nulla ed è in balia della proattività di tutti gli altri Paesi mentre è sempre più evidente che la Commissione Europea è permeabile agli interessi economici di lobbies. Che bisogno aveva un italiano o un francese di dotarsi di un’entità sovranazionale perdendo quel minimo di democrazia nelle scelte di macroeconomia così determinanti per la vita di ognuno di noi? È il momento di ‘smontare’ questa infrastruttura iper-burocratica che è l’Unione Europea per ‘rimontarla’ in modo completamente differente. Continuando ad andare in questa direzione, in cui tutto è asimmetrico rispetto a quello che serve, non possiamo che accelerare la prospettiva di collisione finale.

PAP20