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“Nessuno vuole affittarmi una casa, io e la mia famiglia rischiamo di finire per strada”

“Hanno sfrattato me e la mia famiglia nonostante abbia sempre pagato l’affitto e ora rischiamo di finire sulla strada”. A parlare è il 56enne Said, in città da 26 anni. La casa in cui vive, infatti, è stata messa all’asta e venduta poichè “il proprietario dei muri, malgrado io per dieci anni abbia regolarmente versato il canone di locazione, non ha a sua volta ottemperato al pagamento del mutuo acceso sulla casa e la banca se l’è ripresa”.

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“Hanno sfrattato me e la mia famiglia nonostante abbia sempre pagato l’affitto e ora rischiamo di finire sulla strada”. A parlare è il 56enne Said, in città da 26 anni. La casa in cui vive, infatti, è stata messa all’asta e venduta poichè “il proprietario dei muri, malgrado io per dieci anni abbia regolarmente versato il canone di locazione, non ha a sua volta ottemperato al pagamento del mutuo acceso sulla casa e la banca se l’è ripresa”.

Said, che ha tre figli di 19, 14 e 8 anni, non sa più a che santo appellarsi: “mi sono rivolto ai Servizi Sociale sperando di riuscire ad avere accesso a una casa popolare per la quale ho fatto domanda da tempo ma non ci sono locali liberi per noi”. Troppe le richieste a fronte di una scarsa rotazione.

Il Comune dal canto suo, ci spiega l’assessore alle Politiche Sociali Tamara Calzolari, ha paventato quale “soluzione di emergenza per i minori e la mamma, di essere accolti in una comunità in attesa che il signor Said trovi una soluzione abitativa” ma il nostro concittadino non vuole “separare la famiglia. Inoltre – spiega – ho un diabete di tipo 2 e non posso pensare di dover dormire in macchina fino a quando non trovo una sistemazione stabile”.

La ricerca della casa sul mercato libero fino a questo momento non ha portato alcun risultato: “mi sono rivolto a varie agenzie ma nessuno pare essere intenzionato ad affittarmi un appartamento. Si preferisce affidare la propria casa a infermieri, medici, singoli lavoratori… non a famiglie numerose. Non so davvero più che fare”.

I Servizi sociali hanno provato a contattare il funzionario dell’asta per convincere il nuovo proprietario a prolungare il contratto di affitto al signor Said, “garantendone l’affidabilità” prosegue Calzolari, ma nessun accordo è stato raggiunto poiché il compratore ha richiesto un canone troppo elevato e pertanto “non sostenibile. La sua situazione è alla nostra attenzione e cercheremo di continuare ad aiutarlo”.

Nel frattempo l’appello a chi ha un locale libero è quello di mettersi una mano sul cuore… Chiunque lo possa aiutare può scrivere alla redazione di Tempo (tempo@radiobruno.it).

Jessica Bianchi