I rappresentanti dei comuni delle Terre d’Argine sono stati a Bruxelles, al Parlamento Europeo, dove insieme a colleghi di tutta Europa hanno sottoscritto il nuovo il Patto dei Sindaci per il Clima e l’Energia. Il Comune di Carpi era rappresentato dal sindaco Riccardo Righi, quello di Novi dal primo cittadino Enrico Diacci, quello di Soliera dal vicesindaco Angelo Bruno e quello di Campogalliano dall’assessore Fania Ferrari. “A Bruxelles, insieme a sindache e sindaci di tutta Europa, – ha scritto il sindaco Riccardo Righi in un post sui suoi canali social – ho sottoscritto il nuovo il Patto dei Sindaci per il Clima e l’Energia. Un impegno comune per contrastare il cambiamento climatico, ridurre le emissioni e costruire città più sostenibili e vivibili per le generazioni future. Una giornata intensa di confronto e riflessione, insieme alla Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen, esperti e tecnici di tutta Europa e al nostro Presidente Michele de Pascale. La crisi climatica non è un tema lontano, ma è la sfida del nostro tempo. E non esiste neutralità: o si agisce, o si subisce. Per questo, le città possono e devono essere protagoniste del cambiamento. E Carpi ci sarà”.
Dal cambiamento climatico all’indipendenza energetica, dalla messa in sicurezza dei territori alla coesione sociale: sono alcune delle sfide che segnano il presente e delineano il futuro dei sistemi territoriali, chiamati a ripensare modelli di sviluppo e strumenti di pianificazione ambientale, economica e infrastrutturale. Garantire sostenibilità ambientale ed equilibrio energetico, preservare il capitale naturale e infrastrutturale, investire in innovazione e conoscenza sono obiettivi che orientano oggi le strategie per una crescita capace di coniugare competitività, sicurezza, coesione sociale e qualità della vita. È questo il filo conduttore della Eu Covenant of Mayors for Climate & Energy 2025, il Patto dei Sindaci per il Clima e l’Energia, che si è svolto ieri, 16 ottobre, a Bruxelles, nella sede del Parlamento europeo: un momento di confronto tra istituzioni europee, governi nazionali, Regioni e Comuni impegnati a ridurre le emissioni, migliorare l’efficienza energetica e rafforzare la sicurezza dei territori, contribuendo agli obiettivi del Green Deal europeo e dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Al centro dei lavori, le strategie per guidare la transizione ecologica ed energetica attraverso un approccio integrato e una cooperazione multilivello tra istituzioni europee, nazionali e territoriali, capace di coniugare mitigazione e adattamento, innovazione e partecipazione, competitività economica e inclusione sociale. Alla sessione plenaria, che si è svolta nell’Emiciclo, è intervenuto anche il presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale, membro del Board europeo del Patto dei Sindaci per il Clima e l’Energia. Nel pomeriggio, il presidente ha anche incontrato la vicepresidente esecutiva della Commissione europea e commissaria per le competenze, l’istruzione, la cultura, il lavoro e i diritti sociali, Roxana Minzatu, per un confronto sul ruolo delle Regioni nella gestione della transizione energetica e delle politiche per la sostenibilità e l’occupazione. A seguire, l’incontro bilaterale con l’ambasciatore Vincenzo Celeste, rappresentante permanente d’Italia presso l’Unione europea. In Emilia-Romagna 270 Comuni e Unioni di Comuni – pari all’83% del totale dei Comuni e al 92% dell’intera popolazione regionale – hanno approvato un Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile. È il documento programmatico con cui i comuni aderenti al Patto dei Sindaci pianificano azioni per ridurre le emissioni di CO2, aumentare l’efficienza energetica e il ricorso alle fonti rinnovabili, e adattarsi ai cambiamenti climatici. Per promuovere una transizione energetica equilibrata e sostenibile, la Regione ha messo in campo una strategia di ampio respiro, che da un lato punta a ridurre le emissioni e migliorare l’efficienza dei consumi, e dall’altro a favorire la produzione da fonti rinnovabili e l’autonomia energetica dei territori. Dalla legge regionale sulle comunità energetiche agli investimenti in infrastrutture e tecnologie per l’autoproduzione e le energie pulite, fino a una pianificazione complessiva orientata a rafforzare l’indipendenza energetica, sostenere la competitività delle imprese, promuovere l’innovazione e accompagnare cittadini e sistemi produttivi verso un futuro a basse emissioni. La rete dei Tecnopoli dell’Emilia-Romagna, con 11 infrastrutture in 20 sedi sul territorio, rappresenta uno dei pilastri di questa strategia, collegando università, centri di ricerca e imprese per sviluppare soluzioni innovative nei campi dell’energia, dell’ambiente e della sostenibilità. Il Dama – Tecnopolo di Bologna, sede del supercomputer Leonardo e del Data Center del Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche a Medio Termine (Ecmwf), è oggi uno dei principali hub europei per i big data e il climate computing e ospiterà la nuova Università delle Nazioni Unite sui Big Data e il Clima, dedicata all’uso dell’intelligenza artificiale e dei dati per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici. “Insieme ai Comuni, al mondo della ricerca e alle imprese, – ha sottolineato de Pascale – stiamo costruendo un sistema che punta a rafforzare la prevenzione e a migliorare la capacità di risposta del territorio attraverso strumenti concreti e innovativi. Con l’obiettivo di fare dell’Emilia-Romagna un ecosistema avanzato di innovazione e ricerca applicata alle politiche ambientali, dove conoscenza scientifica, transizione ecologica e sviluppo sostenibile si rafforzano a vicenda”.