Le nuove tecnologie rendono l’esperienza museale “sempre più coinvolgente e arricchente perché è questo che chiedono i visitatori, un’esperienza sempre più immersiva, non limitata a quello che si vede” afferma Federica Guidetti, conservatrice del Museo Civico Polironiano di San Benedetto Po.
Il legame del Museo di San Benedetto Po con Carpi risale al 2010 quando il dott. Carlo Contini, appassionato collezionista carpigiano e ricercatore nel campo dell’etnografia, effettuò la donazione del suo Museo delle Arti e Tradizioni Popolari al Museo Civico di San Benedetto Po. Il nuovo allestimento inaugurato nel maggio scorso propone un unicum a livello nazionale: una straordinaria collezione di oltre 40 carri e carretti storici, di diverse regioni italiane e differenti per tipologie costruttive e decorazioni tradizionali, che raccontano l’evoluzione e la varietà degli strumenti di trasporto rurali in Italia. La maggior parte dei pezzi esposti – circa 35 carri – proviene dalla donazione Contini.
Nell’ambito del progetto InnovaCultura, promosso da Regione Lombardia insieme a Fondazione Cariplo, il museo civico del comune mantovano è tra i luoghi di cultura selezionati dalla ditta Centrica che ha costruito un percorso di innovazione di tipo tecnologico.
Può spiegare di che cosa si tratta?
Opere e oggetti del Museo Polironiano – spiega la dott.ssa Guidetti – sono stati digitalizzati, cioè fotografati e inseriti sulla piattaforma ArtCentrica Edu dove sono tanti i luoghi di cultura del territorio nazionale le cui collezioni possono essere fruite in maniera digitale da parte di insegnanti e studenti che possono esplorarle in tutti i loro dettagli. Nel caso del Museo Civico Polironiano, abbiamo scelto oggetti che fossero significativi, soprattutto per quanto riguarda i percorsi didattici dedicati alle scuole: attrezzi ed elementi che si raccontano in modo coinvolgente attraverso narrazioni multimediali proprio perché lo storytelling è parte del progetto. Oggi queste stories sono state realizzate sia in lingua italiana sia in inglese e disponibili sulla piattaforma online dalla quale possono essere condivise, anche sui social, e raggiungere un pubblico molto più vasto.
Che tipo di esperienza si può fare attraverso queste nuove tecnologie?
Sulla piattaforma si può approfondire la storia dell’800 e del 900 delle nostre campagne attraverso singoli oggetti: c’è una storia che racconta della mietitura dal punto di vista del lavoratore dell’800, un’altra che illustra il Carro del Diavolo e tutto il mondo legato a questi straordinari mezzi di trasporto istoriati, un’ altra ancora che riguarda la scuola partendo dagli oggetti e dalla ricostruzione dell’aula scolastica per costruire il racconto. Abbiamo previsto anche un focus su alcuni affreschi che raffigurano piante officinali. Inoltre, è stato realizzato un video immersivo che racconta in quattro minuti ciò si può visitare a San Benedetto Po: dal contenitore meraviglioso del monastero con la sua storia al contenuto, cioè le collezioni del museo. Attraverso visori 3D, il video conduce all’esplorazione di ambienti virtuali, permette di interagire con le opere e di accedere a contenuti narrativi.
Per rendere il video ancora più straordinario abbiamo attinto ai nostri archivi e proposto documenti e immagini altrimenti non fruibili. Oltre ai visori 3D, è presente una lavagna interattiva disponibile per le scuole in visita e su cui si possono creare lezioni dedicate ad argomenti specifici.
Quanto è importante per un museo l’adozione delle nuove tecnologie?
È veramente importante essere al passo con i tempi. Solo dieci anni fa, i tablet erano la tecnologia più innovativa, oggi l’evoluzione sta galoppando e permette sempre di più di proiettarci al futuro e di parlare alle nuove generazioni che fruiscono di queste tecnologie in maniera molto istintiva. È fondamentale dialogare con i giovani e avere lo sguardo rivolto al futuro.
Da quando abbiamo riallestito il museo, l’attenzione è stata quella di essere sempre di più al passo con i tempi in modo da non rendere il museo statico ma il più possibile dinamico.
Avere già a disposizione i visori, ci permetterà di costruire e inserire su questi hardware altri contenuti in modo da rendere l’esperienza museale sempre più coinvolgente e arricchente perché è questo che chiedono i visitatori: di vivere un’esperienza immersiva, accessibile e personalizzata, non limitata a quello che si vede.
Sara Gelli