Home Carpi Sono 8 i minori stranieri non accompagnati ospitati oggi a Carpi

Sono 8 i minori stranieri non accompagnati ospitati oggi a Carpi

La legge italiana prevede che i Comuni siano responsabili dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati e che il Fondo Nazionale copra in toto costi. Parole che però non si traducono in fatti dal momento che, l’Unione delle Terre d’Argine deve ancora essere risarcita per le spese sostenute nel biennio 2023-2024: due anni straordinari, durante i quali sono stati ospitati 31 minori per una spesa complessiva di 600mila euro. Denaro che non è ancora rientrato nelle casse dell’ente. Come viene gestito il flusso degli arrivi? Chi sono questi ragazzi? Chi se ne fa carico? Qual è la retta pro capite per ciascuno di loro? Lo abbiamo chiesto a Franco Boldini, presidente di Caleidos, la cooperativa a cui l’Unione ha affidato la gestione di questi minori presso una casa a Fossoli.

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“La Prefettura li porta qua e noi abbiamo l’obbligo di accoglierli e accompagnarli in un percorso di crescita e autonomia”. A parlare è l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Carpi, Tamara Calzolari che, su una materia complessa e alquanto spinosa come quella dei minori stranieri non accompagnati, sottolinea come la legge italiana preveda che i Comuni siano responsabili della loro accoglienza e che il Fondo Nazionale copra in toto costi. Parole che però non si traducono in fatti dal momento che, l’Unione delle Terre d’Argine deve ancora essere risarcita per le spese sostenute nel biennio 2023-2024: “due anni straordinari, durante i quali abbiamo ospitato 31 minori stranieri non accompagnati sostenendo una spesa di 600mila euro”. Denaro che non è ancora rientrato nelle casse dell’ente.

Come viene gestito il flusso degli arrivi? Chi se ne fa carico? Qual è la retta pro capite per ciascun minore? Lo abbiamo chiesto a Franco Boldini, presidente di Caleidos, la cooperativa a cui l’Unione ha affidato la gestione di questi minori presso una casa a Fossoli.

Quanti ragazzi state ospitando al momento?

La struttura che abbiamo in affitto è stata autorizzata per accogliere 14 minori e al momento i ragazzi ospitati sono 8. Un numero ben lontano da quelli emergenziali degli anni scorsi quando siamo arrivati a toccare quota 18. Nel 2023 la nostra provincia è stata interessata da un flusso eccezionale di minori stranieri non accompagnati: se la media degli arrivi si attesta generalmente sul centinaio, quell’anno ne giunsero 300, numeri che comportarono numerose criticità di gestione”.

Da quali paesi provengono e quanti anni hanno?

“Prevalentemente si tratta di diciassettenni quasi sempre prossimi al compimento della maggiore età. La maggior parte arriva da Bangladesh e Pakistan e, ancora, Tunisia, Albania e Ucraina”.

Come si compone la loro giornata?

“I percorsi sono individuali e differenziati a seconda delle problematiche di ciascuno. Alcuni hanno problemi sanitari anche seri e con loro occorre approntare un percorso volto a insegnargli come prendersi cura di se stessi. L’obiettivo primario è quello di renderli autonomi pertanto, accanto a corsi di alfabetizzazione alla lingua italiana, si organizzano corsi di formazione. L’ultimo, fatto presso la Scuola Alberghiera Nazareno è terminato a luglio, e ora i ragazzi sono impegnati in tirocini”.

Parliamo di cifre. L’ammontare del contributo giornaliero per ciascun ospite, quantificato in precedenza dal Ministero dell’Interno nella misura massima di 45 euro, è stato portato a 100 euro a partire dal 1° gennaio 2023.  La vostra tariffa giornaliera è di 75 euro più Iva. Cosa copre tale somma?

“Circa il 70% serve per coprire le spese legate al personale, educatori e operatori sociali, presenti 24 ore su 24. A ciò si aggiungono i costi legati all’affitto della casa e a quelli degli spostamenti. Sotto una soglia di 75 euro procapite nessuna comunità può stare in piedi. Questo servizio non nasce per fare business ma deve comunque essere sostenibile. Oggi peraltro, a fronte dell’incertezza relativa ai rimborsi da parte delle Stato, le cose si complicano. Ogni distretto, compreso quello dell’Unione delle Terre d’Argine ha un numero di arrivi sul territorio quantificabile in 3 – 4 minori all’anno, numeri che non giustificano i costi onerosi legati a una struttura dedicata a questa tipologia di accoglienza. L’unica strada percorribile in tale contesto è quindi quella di fare rete per dare risposta a più territori. A fronte di risorse certe è possibile pianificare, dare risposte maggiormente strutturate, organiche ed efficaci, all’insegna della formazione e dell’inserimento lavorativo ma nello scenario attuale i comuni faticano a investire poiché non vi è certezza di rientrare dai costi sostenuti. Un’incognita che di fatto rischia di compromettere il percorso di questi giovani in cerca di stabilità lavorativa ed economica”.

Jessica Bianchi