Quattro ore di discussione infuocata su via Roosevelt in Consiglio comunale nella seduta di giovedì 26 giugno che aveva all’ordine del giorno un’interrogazione e due mozioni: la prima presentata da Fratelli d’Italia chiedeva conto del progetto e del cantiere mentre le due mozioni (Fratelli d’Italia e Forza Italia) erano relative ai ristori. All’interrogazione illustrata da Federica Carletti (FdI) ha risposto l’assessore all’ambiente del Comune di Carpi Serena Pedrazzoli (leggi qui https://ift.tt/It3LMNY) ma senza fugare le perplessità della consigliera che non ha fatto sconti all’amministrazione comunale definendo il cantiere di via Roosevelt, con i suoi imprevisti e incidenti di percorso, “la dimostrazione plastica di negligenza da parte del Comune di Carpi: il termine dei lavori era previsto ad aprile e oggi il cantiere è fermo per problemi nella progettazione, nel calcolo dei livelli, nei sottoservizi. Non so se alla fine la realizzazione del progetto porterà al risultato che il senso del progetto portava con sé”.
A rincarare la dose ci ha pensato Monica Medici (Carpi Civica) che si è chiesta il senso della desigillazione di una strada, “sarebbe stato più utile rendere nuovamente permeabile la grande superficie di un parcheggio. Chi ha avuto l’idea? Il Sindaco Righi ai tempi in cui era assessore e fece approvare la delibera di giunta. Il Consiglio comunale non è mai stato coinvolto in questa decisione. Via Roosevelt è un’arteria di collegamento e stringerla tra un cordolo e la pista ciclabile potrebbe renderla più pericolosa”. Per la Medici, sostenitrice dell’inutilità di quest’opera, una delle soluzioni migliori a questo punto sarebbe “chiudere tutto e amen”, riasfaltando la strada.
“Quando si realizza un’opera pubblica il danno non può essere maggiore del vantaggio” afferma Tommaso Casolari (FdI) sulla stessa linea degli interventi che lo hanno preceduto.
A spezzare una lancia a favore del progetto interviene Elena Brina (PD), ma nel bel mezzo del suo intervento un cittadino tra il pubblico se ne va, non prima di aver pronunciato un caloroso “vergognatevi!”. Il presidente Andrea Artioli riporta l’ordine in aula e Brina può continuare l’elenco dei benefici della desigillazione in via Roosevelt, tra cui il contrasto degli eventi meteo estremi e il miglioramento della viabilità. “L’amministrazione ha operato con serietà – afferma Brina – ma è l’impianto normativo che presenta rigidità e limiti tali da ostacolarla”.
La parentesi edificante dura poco perché interviene Federica Boccaletti (FdI) a incalzare di nuovo l’amministrazione comunale. “La presenza di una condotta del gas in una posizione diversa rispetto al progetto non può essere ‘un imprevisto’, così come il meteo avverso in autunno e in inverno. Nemmeno potete dire che il mantenimento del transito veicolare è stato un imprevisto perché lo prevedeva il progetto. Perché deve essere sempre il cittadino a subirne le conseguenze?”.
“Buonasera a tutti, anche agli ospiti” esordisce Marco Truzzi (PD) rivolto al pubblico, ma si corregge subito perché quei cittadini sono a casa loro in Comune. “Se il cantiere non avesse avuto degli imprevisti e oggi l’avessimo finito, non credo che saremmo qui alle prese con le vostre interrogazioni e mozioni. Quando è stato vinto il bando per la sostenibilità finanziato dal Ministero dell’Ambiente si è deciso contestualmente di migliorare l’infrastruttura stradale come è avvenuto anche in viale Carducci, via Messori e via Marco Polo”.
“La desigillazione d via Roosevelt e le isole ambientali non cambieranno le sorti della nostra città. Avete fatto una mattanza di alberi in via Manzoni e adesso facciamo gli ecologisti solamente per intercettare dei fondi. Il risultato finale non vi interessa” afferma Enrico Fieni (FdI). “Potrebbe essere anche il progetto più bello del mondo, peccato – interviene Claudio Cortesi (FdI) – che sia realizzato da dilettanti allo sbaraglio. Le giustificazioni non reggono. Perché fissare una fine dei lavori senza calcolare il rischio del meteo? Abbiamo i tubi del gas sottoterra e non sappiamo dove sono?”
“So come si sentono i commercianti perché sono un esercente anche io – interviene un rassicurante Marco Di Nardo (Carpi a Colori) – ma un giorno, quando finiranno i lavori, sono sicuro che saranno contenti”.
“Purtroppo ci siamo ritrovati a parlare della valenza del progetto che per me – ha sottolineato l’assessore al Commercio Paola Poletti – era cosa assodata. Io ho interrogato l’intelligenza artificiale e ci sono sei motivazioni a sostegno del progetto. Per portare benefici al commercio del futuro su via Roosevelt, abbiamo previsto azioni di condivisione di buone pratiche e scambi formativi tra i commercianti di via Cuneo e quelli di via Roosevelt. Al termine di questo percorso partecipato avremo le carte in regola per candidare l’area a diventare hub di prossimità e grazie ai fondi che riusciremo a intercettare andremo a definire, unitamente agli attori interessati, le linee di sviluppo di tale area”.
“La valutazione sul progetto è opinabile ma – afferma Michele De Rosa (Forza Italia) facendo gli opportuni distinguo – la situazione che stanno vivendo i commercianti di via Roosevelt è sotto gli occhi di tutti: i ritardi, le difformità, i disagi. L’assessore Pedrazzoli ha affermato che ci sono responsabilità in corso d’accertamento, io vorrei avere maggiori approfondimenti: chi doveva vigilare sulla regolarità e l’esecuzione dei lavori? Quando un progetto è ritenuto utile i cittadini portano pazienza ma qui non capiscono quale sia il beneficio”.
Per Giulio Bonzanini (Lega), “c’è un approccio ideologico molto poco concreto e c’è una colpevole superficialità. Motivare il progetto con buone intenzioni facendo riferimento alle isole di calore o alla mobilità dolce non lo ammetto. Se serviva una riqualificazione di via Roosevelt, quello che si è scelto è un punto di partenza sbagliato”.
Fa filosofia nel suo intervento Giovanni Maestri (PD) che cita l’esempio Bologna città 30. “Io credo che l’ascolto dei cittadini non sia mai abbastanza, in questo caso c’è stato. Bisogna però capire quale è l’obiettivo con il quale si procede all’ ascolto. Per le opposizioni è più facile giocare di rimessa su eventuali situazioni ma la cosa importante è risolvere i problemi, non basta gridare allo scandalo quando si presentano. Il nostro obiettivo è superare le situazioni difficili. Comprendo che la polemica politica quotidiana possa essere apparentemente la via più semplice, ma non è certo la più utile”.
Meno romantica Annalisa Arletti (FdI) riporta alla realtà con le critiche al cantiere di via Roosevelt, “che non si limita a essere solo un tema urbanistico ma è l’emblema di un modo di governare la città”.
Alla fine interviene il Sindaco Riccardo Righi che, additando le opposizioni, parla di “strumentalizzazione politica senza proposte e soluzioni. Cosa ci verrebbe in tasca se un cantiere ha dei problemi? Sarei ben più contento del contrario. Sono dispiaciuto tanto quanto i commercianti che ho incontrato più volte, ma se il direttore dei lavori non comunica le decisioni alla ditta non è colpa mia. E’ stato ripreso per non avere dato seguito a un indirizzo dato dall’amministrazione. Questo cantiere va guardato in una cornice di oltre 60 milioni di investimenti messi a terra negli ultimi anni e che raccontano di due nuovi parchi, di un sottopasso che ricuce due quartieri, di un’infrastruttura che collegherà due distretti produttivi con l’accesso di un nuovo ospedale, di attraversamenti pedonali sicuri sulla tangenziale Losi, di una nuova sede dei Servizi sociali, della riqualificazione dell’Autostazione. Nella maggior parte dei casi va tutto bene, ma ci sono anche imprevisti per cui i cantieri rallentano”.
Sono trascorse quattro ore: in sala c’è ancora qualche cittadino, online sono rimasti in trenta dei cinquanta che si erano collegati. Non sono solo loro a pensare che via Roosevelt resterà una spina nel fianco per la città nei prossimi mesi.