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“Il dottor Varoli e la sua splendida equipe hanno salvato la vita di mio padre”

“L’Ospedale Ramazzini di Carpi si è dimostrato un’eccellenza nella chirurgia e ha salvato la vita di mio padre, Gino Montorsi”. A parlare è la figlia Valentina che desidera ringraziare pubblicamente tutti i professionisti che hanno reso possibile, l’impossibile. “Grazie dottor Varoli, le saremo riconoscenti per tutta la vita”.

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Gino Montorsi e il dottor Michele Varoli

“L’Ospedale Ramazzini di Carpi si è dimostrato un’eccellenza nella chirurgia e ha salvato la vita di mio padre, Gino Montorsi”. A parlare è la figlia Valentina che desidera ringraziare pubblicamente  tutti i professionisti che hanno reso possibile, “l’impossibile”.

“Mio padre, a soli 55 anni, sembrava spacciato a causa di una grave e rara complicanza manifestatasi successivamente a una gastrectomia sub-totale (per deiscenza dell’anastomosi gastro digiunale), eseguita in un noto ospedale milanese e volta a curare un adenocarcinoma maligno, quando il giorno seguente le dimissioni, ha accusato forti crampi addominali che di lì a poche ore si sono rivelati quasi fatali”.

Giunto nel Pronto Soccorso dell’Ospedale di Carpi nella notte tra il 27 e il 28 settembre, in stato di quasi incoscienza a causa dei dolori lancinanti, pur essendo sotto l’effetto di morfina, è stato operato d’urgenza dal dottor Bruno Scotto che, compiendo un ottimo lavoro, è stato capace di domare la setticemia.

La situazione era pressoché fuori controllo, prosegue Valentina, “a causa di un cedimento delle suture interne dall’intervento precedente, il cibo era sparso nell’addome e aveva comportato una peritonite e a uno stato di shock settico. La situazione era talmente grave che il chirurgo è stato costretto a interrompere il tratto gastro intestinale per via dell’infezione diffusa anche nei tessuti che non avrebbero retto la ricanalizzazione immediata”.

Dopo quella notte, tra terapia intensiva e reparto chirurgico, è cominciato un lungo e complesso lavoro da parte dell’intera équipe diretta dal primario, il dottor Michele Varoli, “per tenere in vita mio padre che presentava un quadro con una mortalità ben oltre il 70% e di permettergli poi, di poter condurre di nuovo una vita normale”.

L’infezione multiresistente che presentava il paziente è stata debellata dopo varie settimane e dopo cure antibiotiche studiate ad hoc, grazie alla professionalità da parte dell’intero team capitanato dal primario, il quale ha preso a cuore il caso e ha seguito personalmente e minuziosamente ogni singolo esame svolto, al fine di salvare la vita a Gino.

“Mio papà – spiega Valentina – è stato ricoverato dall’insorgere della setticemia il 28 settembre 2024 sino all’8 gennaio 2025. Durante la lunghissima degenza non sono mancate ulteriori situazioni critiche come raccolte addominali, polmonite e due emorragie prontamente rilevate e risolte con l’intervento del dottor Varoli capace di interromperle chirurgicamente e di restituire a mio padre uno stomaco non appena la situazione lo ha permesso, il 20 dicembre 2024”.

Dopo 84 giorni di nutrizione enterale e parenterale, il dottor Varoli insieme al dottor Quaranta, il 20 dicembre 2024 hanno eseguito una gastrectomia totale e la delicata esofago-digiuno anastomosi (ricanalizzazione gastrica) tra complicate aderenze e mille speranze di buona riuscita, così a Gino è stata nuovamente regalata la possibilità di ritornare a mangiare e a vivere.

“Il mio ringraziamento dal profondo del cuore, va alla costanza del dottor Varoli che sia durante la degenza che dopo le dimissioni di mio padre, si è dimostrato una persona d’oro, dando un prezioso appoggio a me come figlia, sola a dover affrontare questa situazione, fornendomi tutti i mezzi a sua disposizione per poter potermi aiutare, come supporto morale e per l’attenzione e la cura smisurata dimostrate a mio papà. E’ nata una bella amicizia e una riconoscenza che non saremo mai in grado di dimostrargli appieno. Grazie anche a tutta la sua squadra di chirurghi di eccellenza, ne elenco alcuni:  dottor Scotto, dottor Quaranta. dottor Muratori, dottor Iaquinta, dottor Marra e dottoressa Ascari.

Vorrei poi dedicare uno speciale ringraziamento anche a tutti gli infermieri e oss del Reparto di Chirurgia del Ramazzini, preziosi, empatici ed essenziali nella quotidianità della difficoltosa degenza dei pazienti. Grazie a professionisti di questo calibro, persone come noi e molte altre, vittime di vere e proprie sfortune cliniche e patologiche, riacquisiscono fiducia nei medici e nelle loro capacità. Grazie dottor Varoli, le saremo riconoscenti per tutta la vita”.

J.B.