Sabato 17 maggio, in occasione della Notte Europea dei Musei 2025, il Museo Monumento al Deportato sarà eccezionalmente aperto, con orario continuato, dalle ore 10.00 sino alle 24.00.
L’ingresso sarà gratuito, senza necessità di prenotazione, mentre si potranno effettuare tre visite guidate gratuite – prenotazioni sul sito www.fondazionefossoli.org – alle ore 17.00, 18.00 e 20.30.
Ingresso gratuito anche domenica 18 maggio, dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle ore 15.00 alle 19.00, e apertura straordinaria e gratuità, con i medesimi orari, anche martedì 20 maggio, in occasione del Santo Patroni di Carpi.
Inaugurato nel 1973, il Museo Monumento al Deportato è una struttura unica nel suo genere, frutto dell’impegno civile di artisti che furono anche testimoni degli avvenimenti che rappresentavano.
Il Museo Monumento al Deportato politico e razziale nei campi di sterminio nazisti è uno dei memoriali più significativi nel panorama internazionale per le modalità stilistiche scelte e l’efficacia comunicativa dell’insieme.
Realizzato negli anni Sessanta su progetto del prestigioso studio milanese BBPR (Banfi, Belgiojoso, Peresutti, Rogers), è frutto dell’impegno civile di artisti che furono testimoni diretti degli avvenimenti che rappresentano.
Ispirato a una concezione antiretorica e simbolica, il Museo mostra in tredici sale il dramma della deportazione, ma considerandolo nella sua dimensione universale di violenza dell’uomo sull’uomo. L’allestimento essenziale, e i linguaggi artistici utilizzati, coinvolgono il visitatore in un’intensa esperienza emotiva, con lo scopo di facilitare la comprensione di quella tragedia e attivare la riflessione.
La continuità delle sale è scandita dall’incisione di frasi alle pareti, che costituiscono la principale testimonianza del Museo: si tratta di brani scelti da Nelo Risi dalle Lettere dei condannati a morte della Resistenza europea; le frasi delle vittime incise sui muri trattano la loro terrificante esperienza nei lager nazisti, e vogliono contribuire alla partecipazione emotiva del visitatore.
Le pareti di alcune sale sono decorate da graffiti su bozzetti di noti pittori, come Cagli, Guttuso, Léger, Longoni, Picasso, mentre le teche contengono reperti, materiali e fotografie che documentano la vita dei prigionieri nei campi, raccolti e ordinati da Lica e Albe Steiner. L’ultima sala reca incisi sulle pareti e sulle volte i nomi di 14.314 cittadini italiani deportati nei lager.