“Finché gli Stati Uniti – afferma Dalmazi Casini – sono stati i più forti bastava uno schiocco di dita per far abbassare la testa agli altri Paesi. Oggi non riescono a domare gli Houthi, i miliziani che tengono in scacco il canale di Suez” con conseguenze inevitabili per il traffico delle merci occidentali a differenza di quelle cinesi. Grazie all’intermediazione dell’Iran, la Cina ha trattato con gli Houthi.
Se l’America non fa più paura e la deterrenza non funziona, sempre più Paesi pensano di poter sfidare quest’ordine delle cose. Per ora nessuno è in grado di prendere il posto degli Usa.
“Noi siamo attori che non contano niente sullo scacchiere internazionale ma subiamo il contraccolpo maggiore che può diventare un vero e proprio tsunami” se schizzano i costi dei trasporti, i costi energetici, i premi assicurativi, le sanzioni e le dispute commerciali. “Viviamo in mezzo all’instabilità per il deterioramento della sicurezza (per esempio sicurezza delle basi marittime dove passa il 95% delle merci) in un mondo che non è più quello esistito fino a ieri”.
L’Italia è dentro un sistema da cui non può uscire così come altri Paesi dell’Europa che non sono messi meglio di noi. L’Italia ha strumenti, anche europei, per muoversi in un contesto così complicato? chiedono dal pubblico. “Nei negoziati l’interesse comune europeo non esiste e gli americani oggi ci chiedono una leadership per la quale c’è una continua lotta. In Europa ci sono Paesi che immaginano Bruxelles come un portafogli e altri che fanno da colonna filorussa”.
E la transizione ecologica? chiede un altro piuttosto critico rispetto alle scelte europee. “Rischia di essere un assunto ideologico. Molto difficilmente gli obiettivi europei verranno raggiunti, anche per le problematiche insite nelle tecnologie stesse come l’intermittenza) e il prezzo rischia di essere molto alto perché le rinnovabili dipendono da filiere che non sono nostre. Non è un caso se si assiste all’aumento di investimenti in gasdotti, oleodotti e rigassificatori, se li stiamo costruendo significa che facciamo i conti con la realtà”.
L’orizzonte delle piccole e medie imprese si fa sempre più complicato ma ciò che le circonda, la geopolitica, può diventare un bacino di informazioni sulla base delle quali elaborare dati e possibili soluzioni per il business.
Energia, materie prime, supply chain: verso un mondo meno globale con Simona Benedettini e Alessandro Gorgoni è il prossimo incontro in programma il 24 ottobre alle 18.30 a Modena nella sede centrale Lapam in via Emilia Ovest 755.
S.G.