Niente scherzi! Un’ambulanza può salvare una vita

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L’ambulanza arriva a sirene spiegate insieme ai Vigili del Fuoco ma in via Mozart non c’è nessuno da soccorrere: la segnalazione dell’episodio inesistente per il quale sono stati comunque mobilitati i soccorsi è arrivata alla Redazione dalla app di Tempo, in cui la sezione ‘Scrivici’ è riservata a chi intende mandare messaggi o foto. “Cittadini siate responsabili” è l’esortazione dell’autore del messaggio che ha sollecitato la medesima reazione su Facebook: più di dodicimila persone hanno letto la notizia stigmatizzando gli autori di quello che potrebbe essere stato un cattivo scherzo. “E’ difficile distinguere gli scherzi dagli eventi minori: può capitare ad esempio che per un ciclista caduto per terra venga richiesto l’intervento dell’ambulanza ma se il ciclista si rialza e se ne va, quando il mezzo giunge sul posto capita che non trovi più nessuno” sottolinea il dottor Carlo Serantoni, Direttore 118 Modena Soccorso.

Capita spesso che si verifichino scherzi?

“No, sempre meno rispetto al passato. Lavoro al 118 da almeno una decina d’anni e nel tempo c’è stata una sempre maggiore coscienza del fatto che i numeri possono essere tracciati e si può risalire agli autori degli scherzi. Il numero di telefono di chi chiama il 118 compare infatti nel display a meno che non si decida di occultarlo ma anche in questo caso il numero criptato può essere individuato attraverso ricerche specifiche in caso di necessità.  Sulla riduzione degli scherzi al 118 ha inciso sicuramente l’eliminazione delle cabine telefoniche, spesso utilizzate per le chiamate. Oggi quello degli scherzi non è comunque un fenomeno che interferisce così negativamente sull’attività del 118”.

A chi chiama vengono chieste le generalità?

“Le generalità del chiamante non sono abitualmente chieste e ci si focalizza sull’indirizzo esatto e sul nominativo indicato sul campanello. In caso di richieste da telefonia fissa solitamente l’indirizzo del chiamante compare direttamente sulla scheda informatica dell’operatore di Centrale, ma anche in questo caso viene chiesta conferma. Solo quando la minor criticità dell’intervento lo consente, possono essere chiesti nome e cognome ma senza che questa sia un’abitudine consolidata”.

La tecnologia anche in questo caso aiuta?

“Sì, pensi che la Comunità Europea ha stabilito che ci debba essere un numero unico dell’emergenza che è il 112 a cui in Italia rispondono i Carabinieri o la Polizia ma se c’è bisogno dell’ambulanza la chiamata transita al 118. L’evoluzione ulteriore consiste nel fatto che in questo caso è possibile la localizzazione della chiamata anche da cellulare che aggancia una cella circoscrivendo il territorio. E’ particolarmente utile quando le indicazioni siano dubbie o l’operatore non le accetti come sicure: può capitare infatti nel caso di un incidente in autostrada che chi telefona non sappia esattamente dov’è. L’evoluzione della tecnologia ci consentirà una precisione quasi millimetrica”.

Cosa bisogna sapere nel caso in cui ci si trovi nella necessità di chiamare il 118?

“Innanzitutto l’operatore che risponde è abilitato a gestire l’utente guidandolo in caso di scenari drammatici. Chi chiama il 118 deve dare indicazione del luogo da cui telefona per permettere all’ambulanza di arrivare nel punto esatto. E’ paradossale ma nomi di strade che si ripetono nei diversi comuni inducono a errori di localizzazione. Poi l’utente deve riferire che cosa è successo perché il numero dei feriti e la dinamica dell’evento possono richiedere l’eventuale intervento dell’elisoccorso o dei Vigili del Fuoco. Infine l’utente procede a una macrovalutazione delle condizioni del paziente cercando di capire: se è cosciente, se respira e come, qual è il sintomo prevalente. La centrale operativa è comunque tarata per sovrastimare gli episodi”.

Quanto dura una  telefonata al 118?

“90-120 secondi al massimo”.

Sara Gelli

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