Nomadi via da Carpi?

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Addio ai campi nomadi, alle grandi aree di sosta, dove insicurezza, tensione sociale e condizioni igienico-sanitarie non accettabili sono di casa. A sancire la fine dei campi è stata la Regione Emilia Romagna che ha stanziato circa 700mila euro da destinare ai Comuni quale incentivo per superare “senza se e senza ma” tali polveriere, storicamente ricettacolo di degrado, e passare a ben più accettabili – e controllabili – microaree a carattere familiare. L’amministrazione carpigiana – che sgomberò il campo di via Nuova Ponente, in tempi non sospetti, nell’aprile del 2014 – è da tempo alle prese con un problema di non facile risoluzione: dove piazzare i 45 sinti “temporaneamente” sistemati in zona fiera e i 30 dell’ex scuola di Cortile? E come sbrogliare la vicenda che vede protagonisti da un lato la famiglia Bernardoni proprietaria di un terreno in via dei Fuochi e la comunità cortilese che rifiuta con forza l’idea di veder piazzata una mobil home sull’area dagli innumerevoli vincoli paesaggistici? Nervi scoperti che esigono d’essere risolti. Secondo alcuni rumors la Giunta sarebbe prossima a una soluzione, perlomeno per quanto riguarda la collocazione dei sinti ospitati a ridosso dell’area fieristica. In linea col principio Lontano dagli occhi lontano dal cuore, i nomadi potrebbero prendere il volo, migrando verso altri lidi. Dove? Voci accreditate parlano di un’area situata  tra Fossoli e Novi di Modena, sulla Romana Nord. Molteplici i dubbi che tale operazione solleverebbe.  Più volte il sindaco Alberto Bellelli e l’assessore alle Politiche Sociali Daniela Depietri hanno assicurato che il Comune non aveva alcuna intenzione di mettere a disposizione dei sinti aree di proprietà pubblica per far sorgere le microaree: finito il tempo dell’assistenzialismo, sarebbe scattato il “sostegno a percorsi di autonomia personale dei sinti. Ciascuno dovrà fare la propria parte per ottemperare” ai nuovi diktat della legge regionale. Parole che, con lo spostamento in toto dei 45 sinti sul terreno a ridosso della provinciale, sarebbero completamente disattese. Il terreno, infatti, dovrebbe non solo essere acquistato dal Comune di Carpi (attingendo forse risorse dal tesoretto dell'avanzo di Bilancio?) ma anche dotato di tutte le infrastrutture necessarie: dalle fognature ai bagni, a un impianto di illuminazione. Al momento la voce sinti non rappresenta più un capitolo di spesa per il Comune di Carpi, poiché le famiglie si sono fatte carico delle spese derivanti dalle utenze ma attraverso questa operazione, l’amministrazione spenderebbe centinaia di migliaia di euro, col rischio poi di restare a bocca asciutta poiché la Regione è chiara: “non si dovranno superare le 15-20 persone altrimenti salterebbe l’idea di microarea famigliare e la necessità della responsabilizzazione chiara in capo a una persona”, spiega Elisabetta Gualmini, vicepresidente della Regione e assessore alle Politiche di Welfare. Concentrare 45 sinti, appartenenti a famiglie differenti, in una sola area significa di fatto ricreare un campo. Probabilmente incongrua anche la collocazione: “le microaree – ha sottolineato Gualmini – dovranno essere collocate in aree non ghettizzanti rispetto alla città: non possiamo isolarli”. Se l’operazione passasse, il Comune di Carpi disattenderebbe numerose promesse: continuerebbe a dedicare denari pubblici alla voce sinti, in un momento in cui l’emergenza abitativa ha assunto in città contorni a dir poco drammatici e si limiterebbe a spostare il problema a Fossoli, Cenerentola delle frazioni carpigiane (non ultima la notizia dell’ampliamento della discarica). L’unico a gioire, qualora andasse in porto l’operazione, sarebbe Coopernuoto, il gestore della piscina comunale. I bagnanti ringraziano, i cittadini dotati di buonsenso meno: il disavanzo di Bilancio, di certo, avrebbe potuto trovare miglior impiego. In questi tempi bui, il bisogno in città cresce così come sono innumerevoli le infrastrutture inadeguate e obsolete…  Non c’è che l’imbarazzo della scelta. A essere imbarazzante sarebbe la volontà di investire risorse importanti non per risolvere definitivamente un problema ma, semplicemente, per spostarlo un poco più in là.
Jessica Bianchi

 

 

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