Quinto: non uccidere!

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Sin dalla loro scoperta (attribuita a Pasteur nell’800 ma che a noi piace attribuire al modenese Spallanzani alla fine del ‘700) i batteri sono stati immediatamente ritenuti responsabili di alcune malattie degli animali e dell’uomo. E fin dalla loro scoperta (attribuita a Fleming nel 1929) gli antibiotici, letteralmente anti-bios = “contro la vita”, sono stati considerati una panacea per tante malattie e i medici hanno cominciato a prescriverli anche per patologie non pericolose come l’acne e il raffreddore. L’utilizzo indiscriminato degli antibiotici (sia nelle patologie umane in cui non erano strettamente necessari sia, soprattutto, nell’allevamento animale) ha portato a due gravissimi problemi. Innanzitutto ha portato via via alla selezione di batteri sempre più resistenti, i cosìdetti “superbugs” contro i quali oggi non abbiamo più armi efficaci tanto che nel 2014 Keiji Fukuda vicedirettore per la Sicurezza Sanitaria dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato “l’era post-antibiotici – nella quale infezioni comuni e lievi ferite possono diventare mortali – ormai lontana dall’essere considerata una fantasia apocalittica, è diventata invece una reale possibilità del XXI secolo”. Gli antibiotici però non uccidono solo i batteri che causano le malattie ma anche quelli benefici, sconvolgendo l’eubiosi e permettendo ad organismi ostili resistenti (ad esempio la Candida) di prendere il sopravvento. Il secondo grave problema derivato dal loro utilizzo scriteriato, insieme a una cattiva alimentazione e all’utilizzo dei pesticidi in agricoltura, è stato quindi il danno diffuso al microbiota intestinale che ha portato la maggior parte delle persone ad uno stato di disbiosi che sembra essere alla base di numerose patologie tra cui dislipidemie, obesità, diabete, ipertensione e malattie cardiache, intolleranze alimentari e malattie autoimmuni, che si stanno diffondendo come una vera e propria epidemia. E mentre il problema delle infezioni resistenti a qualsiasi antibiotico inizia ad essere risolto con i trapianti di microbiota, il problema della disbiosi dovrebbe essere affrontato da ognuno di noi attraverso una medicina ed una dieta più rispettosa della barriera intestinale e del suo microbiota.

La briciola di  Sandro Santolin

Esistono due tipi di cibi: il cibo morto e il cibo vivo, il Primus è un pane vivo! Per fermentare il Primus ho coltivato una colonia batterica meravigliosa (lievito madre) che trasforma, predigerisce, disintegra gli elementi antinutrizionali ed infine combatte muffe e patogeni con la sua acidità naturale! Il risultato è che Primus si “autoprotegge” per circa 8gg dopo la cottura. Ho usato un esercito di buone comunità microbiche contro quelle pericolose. Io le proteggo alimentandole e fornendo le giuste temperature ed idratazioni e loro mi ripagano regalandomi sicurezza alimentare, gusto e profumi deliziosi. I più attenti tra di voi mi chiederanno: ma come fai a far sopravvivere i tuoi amici microbi ed enzimi ad una cottura in forno? Ci sono riuscito con una tecnica particolare di cottura che vi spiegherò  in una prossima briciola. 

Contatti:  www.primuspane.it

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