Una storia di fiducia

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Nel 2012, a casa di amici, il loro pastore maremmano, dopo avermi fatto capire chiaramente di non essere il benvenuto, aggredí pesantemente il mio cane.  Essendo amici decisi di lasciar correre e non commentare. Qualche giorno fa, lo stesso amico mi ha chiesto di andare a fare un giretto col cane, in attesa della cena, e ho accettato. A spasso per Bologna siamo passati da Villa Spada, per poi entrare nel tratto di portico che porta ai Colli. Il cane era libero, senza guinzaglio, alcune persone le ignorava, altre le annusava, prendeva una carezza e ripartiva.  A un tratto è sbucato un signore con un Labrador e il nostro Titò (questo il nome del pastore) si è girato verso il suo padrone che ha continuato beato a camminare lasciando al cane l’obbligo di effettuare una scelta autonoma:  il Labrador è andato a sinistra e il maremmano a destra. Nessuna reazione. Giunti in cima a San Luca, fumando una sigaretta ci siamo dimenticati di avere con noi Titò: appena udito il fischio del richiamo è tornato, pronto a fare rientro a casa per godersi la serata, con noi, le mogli e due pesti di tre anni che avrebbe sopportato volentieri nonostante tutto. Il cane non è cambiato in pochi anni: non era aggressivo prima e non è socievole adesso. Semplicemente il suo padrone si fida di lui e questo ha portato dei benefici relazionali e integrativi incredibili. Questo articolo non è un invito a trasgredire le regole, né a dimenticarsi del senso civico. E’ semplicemente il racconto di una scelta che il proprietario di un cane ha effettuato fondando il suo rapporto con Titò sulla fiducia e sull’idea che il suo cane debba vivere una vita normale. Da professionista non sono d’accordo: un cane non può scorrazzare libero in città. Da essere umano che conosce la cinofilia credo però che tutto ciò che è stato fatto per quel cane (cioè lasciarlo vivere liberamente e serenamente) sia stata l’unica cosa che ha reso possibile la felicità sua e del suo nucleo famigliare e ha reso impossibile l’eventualità di aggressione di questo bestione bianco. Da essere umano chapeau.

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