L’Italia è un paese di esperti di cani e commissari tecnici…

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Cinofilia è una parola in grado di racchiudere un mondo per molti aspetti incredibile. Purtroppo questa parola oggi viene utilizzata per attaccare l’uno il metodo dell’altro, dimenticando molto spesso – per non dire  sempre – che ciò che fa la differenza è il risultato finale, ovvero il benessere e l’integrazione del cane nella società di cui fa parte. Fido, educativamente parlando, è vittima delle teorie approssimative fornite da chi ha sempre avuto cani oppure da professionisti che operano con tecniche diverse tra loro. Questo ha generato una grande confusione e si è arrivati a un bivio. Due le strade: separarsi oppure trovare il modo per confluire verso una comune direzione. Cambiando la mentalità dei professionisti e dei proprietari (a volte anche quella di coloro che non possiedono animali) potremmo ottenere approcci al nostro amico a quattro zampe molto diversi tra loro, uniti però dal medesimo desiderio: ricercare il benessere del proprio cane.
Facendo uno sforzo di questo tipo l’addestramento, l’approccio cognitivo-Zooantropologico e il metodo gentile diventeranno delle componenti della cinofilia in genere. L’utilizzo del collare con un maltese o della pettorina con un alano non sono errori in assoluto: la scelta degli strumenti da impiegare per la passeggiata deve variare a seconda del soggetto che si ha davanti e, solo dopo aver dato al proprietario la possibilità di uscire col proprio cane (quindi di assolvere al suo benessere), ci si potrà porre l’obiettivo finale dell’utilizzo della pettorina (simbolo del benessere nella passeggiata). Questo ragionamento è vero per tutti gli aspetti della cinofilia. Resta però il problema di come occupare il tempo spesso scandito da discussioni cinofile assai sterili. L’Italia, si sa, è un paese di esperti di cani e commissari tecnici. Conte andrà al Chelsea: quindi…

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