Arrivederci alla prossima primavera!

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Domenica 29 settembre le ultime rondini hanno lasciato il centro di Carpi per iniziare l’estenuante migrazione che le porterà in Africa. “Eravamo un po’ preoccupati – sorride Daniela Rustichelli, delegata della Lipu di Carpi – perché erano le ultime, ma ce l’hanno fatta. Questa coppia, infatti, si è riprodotta molto tardi e i tre piccoli sono nati alla fine di agosto quando ormai tutti questi straordinari uccelli stavano partendo. I due genitori però sono rimasti per prendersene cura fino a quando i rondinotti non sono stati in grado di spiccare il volo e lasciare il nido e, insieme, affrontare il viaggio più duro, quello migratorio”. La giovane coppia ha nidificato in via Andrea Costa dove “da circa vent’anni non si vedevano rondini: un insperato ritorno”, prosegue Daniela.

La Corte dei Pio cela infatti un piccolo mistero: le rondini non popolano soltanto le nostre campagne bensì i portici del centro storico, abitati da numerose famiglie che, fedeli, ogni anno tornano ai vecchi nidi. Un raro e affascinante fenomeno su cui la Lipu di casa nostra si interroga da anni. A restare un dilemma è dove gli uccelli reperiscano il fango e l’acqua necessari per la costruzione dei nidi non avendo corsi d’acqua che entrano in città. L’ipotesi più accreditata è che si approvvigionino dalla Lama ma, come in ogni bella storia che si rispetti, un pizzico di mistero non guasta mai! “Lo scorso maggio, insieme ai bimbi della Scuola Primaria Rodari – prosegue Daniela Rustichelli – abbiamo fatto numerosi sopralluoghi per censire le rondini. In centro i nidi, tra naturali e artificiali, sono passati da 54 a 75 mentre le coppie nidificanti da 24 sono salite a 35. Curiosamente poi, alcune di loro, impegnate con due e persino tre covate, hanno scelto nidi differenti per crescere i loro rondinotti”.

I volontari della Lipu hanno poi rilevato una cosa inusuale: “il fango usato già dall’anno scorso per ristrutturare o creare i nuovi nidi è nero. Probabilmente il sito in cui raccoglievano il fango in passato, presumibilmente vicino al Cavo Lama, non è più disponibile e ora le rondini sono costrette a utilizzare una sorta di terriccio scuro, molto denso, che si compatta poco e rende il nido meno stabile. Un fenomeno recente da indagare”, spiega Daniela.

L’aumento registrato quest’anno è stato comunque accolto con “cauta” gioia dai volontari della Lipu: “monitoriamo la presenza delle rondini da ormai vent’anni. A Carpi, il minimo storico lo toccammo nel 2011 ma in tutta Europa la popolazione di questi uccelli è crollata del 40 percento. Oggi le rondini sono considerate una specie in declino, soprattutto nelle campagne. Nelle poche aree urbane, come la nostra, dove questi preziosi amici alati scelgono di riprodursi, le ordinanze salva rondini hanno certamente contribuito a proteggerli. Nel corso del tempo le persone sono diventate più sensibili e maggiormente tolleranti soprattuto laddove devono convivere con la presenza di un nido. Vicino al portone del Palazzo vescovile, ad esempio, una coppia ha fatto il nido su un capitello, dove si è presa cura di due covate. Due piccoli sono caduti e i passanti ci hanno immediatamente contattati: una volta arrivati però ne abbiano trovato solo uno in condizioni disastrose, pensavo non ce la facesse e, invece, dopo alcune settimane, il piccolo sopravvissuto e portato al Pettirosso di Modena sta bene. Insieme ad altre rondini ferite trascorrerà al centro tutto l’inverno prima di essere liberato la prossima primavera. Un altro esempio di proficua collaborazione è quello con il Comune e la proprietà di Palazzo Cortesi, in corso Cabassi, dove insiste un cantiere molto invasivo di ricostruzione post sisma. Lì, grazie a un tavolo di intesa tra le parti, siamo riusciti a far slittare i lavori fino a settembre per permettere alle rondini di portare a termine la covata. Nel caso in cui, durante il restauro, l’impresa dovesse abbattere il nido, sarà poi nostra cura collocarne uno artificiale.

Una specie non la si protegge da soli, Lipu si impegna strenuamente ma occorre l’aiuto di tutti per custodire un patrimonio che appartiene all’intera città”, prosegue Daniela Rustichelli.

Ora questi straordinari uccelli sono chiamati alla prova più dura, quella della migrazione. “Le rondini – prosegue Rustichelli – percorrono fino a 10mila chilometri per svernare al caldo, in Africa. Partono di notte o alle prime luci dell’alba per poi fermarsi nei canneti per rifocillarsi o quando c’è maltempo. Sul Mediterraneo, volano sfiorando le onde e quando sono esauste o controvento si fermano sulle navi a riposare. Una volta raggiunte le coste dell’Africa fanno un’altra sosta prima di raggiungere il deserto del Sahara dove soltanto le oasi saranno in grado di assicurare loro un posto sicuro in cui trovare un momentaneo rifugio.

Dalle nostre terre approdano in Nigeria, Senegal, Costa d’Avorio e Congo. Paesi dove, spesso, vengono catturate dalla popolazione locale per sfamarsi o per seguire antiche tradizioni di caccia. Per tale motivo la Lipu ha dato vita a progetti intercontinentali di sensibilizzazione: le rondini sono capaci di unire i paesi e accorciare distanze enormi”.

Speriamo facciano buon viaggio: arrivederci alla prossima primavera!

Jessica Bianchi