Proteggi i tuoi occhi: dai un taglio al fumo!

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Che il fumo faccia male è cosa ormai risaputa e per questo sarebbe una decisione saggia, per chi ha il vizio della sigaretta, decidere il prima possibile di abbandonare per sempre le bionde. Solitamente quando si passano in rassegna i danni provocati dal fumo si pensa a tumori, malattie respiratorie o cardiocircolatorie ma, in realtà ve ne sono molti altri, come, ad esempio, quelli che colpiscono gli occhi.

“L’occhio” – afferma il dottor Alessandro Cenatiempo, primario di Oculistica dell’Ospedale Ramazzini di Carpi – per anni considerato lo specchio dell’anima e del corpo, risente negativamente del vizio del fumo: la scienza ci dice che la maggior parte dei problemi dell’occhio, soprattutto quelli a livello della retina, sono legati ad alterazioni del microcircolo, pesantemente compromesso dagli effetti del fumo”. 

Quali sono le malattie più frequenti dell’occhio provocate dal fumo?

“Il collegamento più diretto è sicuramente con la maculopatia, una patologia piuttosto variegata ma che, soprattutto nella sua forma secca, trova una concausa nel fumo di sigaretta, essendo direttamente collegata al microcircolo, quindi alla circolazione a livello dell’occhio. Il fumo, così come provoca danni negli altri distretti dell’organismo, si rivela particolarmente pericoloso per la retina”.

Spesso i fumatori più incalliti, quando scoprono di essere affetti da disturbi a 60 o 70 anni, sostengono che, dopo una vita dedicata alla sigaretta, smettere di fumare non serva a nulla. E’ così?

“No, smettere è sempre importante, poiché apporta un effetto estremamente positivo sulla salute. Abbandonare per sempre la sigaretta fa molto bene soprattutto a chi è affetto da maculopatia, se non altro per bloccarne la progressione. La nostra lotta attualmente è proprio quella di impedire l’avanzamento della patologia e smettere di fumare è fondamentale”.

Quali sono le cure per contrastare questa malattia?

“La maculopatia si distingue principalmente in due forme: secca e umida. La prima è una sorta di progressiva atrofia della retina, dovuta a un danno del microcircolo retinico: la parte centrale  dell’occhio si atrofizza dopo gli accumuli di pigmenti e questo porta a una progressiva distruzione della parte centrale dell’occhio, la macula, sede principale della visione distinta, praticamente dei dieci decimi. Nella forma secca l’unica terapia che abbiamo a disposizione sono degli integratori alimentari contro i radicali liberi e quindi contro i danni provocati anche dal fumo: i risultati ci sono ma in alte dosi e per lungo tempo. L’obiettivo è evitare che la patologia progredisca. Nel caso della forma umida, invece, vengono utilizzate le cosiddette iniezioni intravitreali, intervento che spesso spaventa il paziente, impressionato all’idea di un ago che entra nell’occhio ma, in realtà, è una terapia collaudata da anni. Prima si utilizzava il laser ma aveva un’efficacia limitata mentre ora, con questa terapia, tante maculopatie essudative regrediscono e si stabilizzano. In molti casi però la malattia si rivela dose-dipendente: si inizia con delle iniezioni senza sapere dove si andrà a finire. Il nostro compito è capire il limite numerico e temporale di questa terapia. Sono comunque fiducioso dal momento che si stanno aggiungendo nuovi farmaci sempre più efficaci e specifici per mantenere i risultati nel tempo. Un’altra sfida importante è poi fare in modo che le terapie siano sostenibili per il Sistema Sanitario Nazionale”.

Presso l’Ospedale di Carpi esiste l’Ambulatorio Macula, lì è possibile sottoporsi a terapie intravitreali?

“Sì, esiste a Carpi dallo scorso mese di aprile ed è ben strutturato anche grazie alla collaborazione degli altri colleghi sul territorio. Quando lo specialista, non necessariamente pubblico (può anche essere l’oculista di fiducia) si rende conto che il paziente è affetto da maculopatia, e per questo dev’essere avviato a una terapia di tipo iniettivo, lo dirotta all’Ambulatorio Macula per una valutazione specifica.

Qui a Carpi l’ambulatorio è attivo due volte a settimana: il paziente con la prescrizione dell’oculista si reca in Ospedale per prenotare la visita filtro presso l’Ambulatorio macula. Sarà così preso in carico dalla nostra equipe che valuterà se sottoporlo o meno alla terapia iniettiva. La raccomandazione che faccio anche ai colleghi è quella di selezionare con attenzione i pazienti: in ambulatorio, infatti, abbiamo assistito a una crescita esponenziale di pazienti. E’ quindi importante evitare visite improprie che implicano un allungamento dei tempi con conseguenti ritardi anche per chi ne davvero ha bisogno”.

Quali altre cattive abitudini possono danneggiare la salute dei nostri occhi?

“Bisogna adottare uno stile di vita sano, quello che noi italiani abbiamo ereditato dai nostri padri e che spesso dimentichiamo, preferendo imitare modelli che non ci appartengono.

Questa è l’unica arma che abbiamo a disposizione per condizionare positivamente ciò che non dipende dalla genetica e dall’età. La dieta mediterranea è un aiuto valido: la carne non va necessariamente abolita ma è importante ridurre il consumo di grassi saturi, prediligendo frutta e verdura, soprattutto ortaggi con foglia verde come cavoli, verza e spinaci; questi alimenti, infatti, contengono sostanze specifiche che agiscono a livello maculare (luteina e zeaxantina). Con un’alimentazione di questo tipo si è visto che la patologia maculare viene limitata se non addirittura arrestata. E’ importante anche consumare abitualmente cibi con omega-3, come il pesce, fare una corretta attività fisica (migliora la circolazione corporea e l’ossigenazione dei tessuti), monitorare la pressione del sangue e mantenere valori ematici nei limiti”.

Federica Boccaletti