I nervi scoperti dell’Hospice San Martino

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“La progettazione  dell’Hospice che servirà il bacino dei Distretti di Mirandola e di Carpi avanza ed entro i primi mesi del 2020 avremo pronto un progetto appaltabile. Ora serve un colpo di reni per reperire tutte le risorse necessarie alla costruzione. Faccio dunque un appello a tutti gli attori pubblici e privati del territorio affinché possiamo raggiungere il comune obiettivo entro la prossima primavera”, spiega l’avvocato Daniele Monari, presidente della Fondazione Hospice San Martino onlus.

Il tema denaro resta un nervo a dir poco scoperto ma ricapitoliamo: l’operazione Hospice costerà circa 4 milioni di euro, di cui 950mila assicurati dai soci fondatori, ovvero Asp – Azienda di Servizi alla Persona Comuni Modenesi Area Nord, l’Associazione Malati Oncologici di Carpi e dei Nove Comuni Modenesi Area Nord, mentre la parte restante era in carico alle due Fondazioni di Mirandola (1 milione) e Carpi (1 milione). Se l’ente mirandolese ha confermato il suo impegno in tal senso deliberando la cifra nel Piano triennale, la Fondazione Crc ha invece rispedito la richiesta al mittente, bocciandola per mancanza di informazioni e dati sensibili. 

“Circa il rapporto con la Fondazione CRC dopo la risposta interlocutoria di inizio 2019, il confronto prosegue in maniera proficua e non abbiamo motivi di dubitare sul suo supporto”, spiega in una nota stampa l’avvocato Monari. Il presidente della Fondazione, Corrado Faglioni, però, appare cauto: “ribadiamo la disponibilità a valutare il progetto in corso di elaborazione e potenzialmente le risorse ci sono ma per decidere dobbiamo ricevere alcuni feedback che ad oggi non sono in nostro possesso. Avevamo chiesto alla onlus San Martino di farci avere quanto richiesto entro il 30 settembre 2019 per poter così eventualmente già congelare le risorse ma così non è stato”. Tra le condivisibili perplessità dell’ente vi è “la sostenibilità del progetto. La costruzione rappresenta la sfida minore, è la gestione a essere al centro del nostro interesse. Dopo aver sposato tale progetto, un domani, come potremo dire di no nel caso in cui si generi un disavanzo? E’ però impensabile sottrarre risorse al territorio per colmare quella lacuna. Inoltre prima di stanziare una cifra tanto importante dobbiamo avere tra le mani un progetto esecutivo e non un semplice studio di fattibilità nel quale le spese previste sono soltanto stimate. Da ingegnere so bene come funzionano queste cose…”.  Al momento le bocce sono ferme,  “in attesa che la Fondazione Hospice San Martino ci fornisca i dati richiesti, tra cui un business plan”.

I tre fondatori intanto hanno messo sul piatto 950mila euro, di cui 232mila utilizzati per acquistare il terreno (ndr – proprio sotto l’argine del Secchia. Un comparto, quello denominato Fornace di Budrighello e ubicato nel Comune di San Possidonio in località Ponte Pioppa, che la Vas, Verifica di assoggettabilità a valutazione ambientale strategica datata 07.06.2011 definiva a “elevata pericolosità idraulica”), e il resto?  Oltre alle risorse, è buio totale anche sul versante gestione. 

Nel maggio scorso, Monari parlava di due possibilità: “una struttura gestita dall’azienda sanitaria oppure in completa autonomia, ovvero un Hospice accreditato. Accreditamento che, ne siamo consapevoli, non coprirà tutte le spese. Nel caso in cui optassimo per l’autonomia troveremo dei donatori che ci assicureranno delle entrate annuali, ho già avuto dei contatti in tal senso”. Da allora il nodo non è ancora stato sciolto. Forse, a ben guardare, l’Hospice San Martino non è poi ancora così reale. 

Jessica Bianchi