L’allarme allergie stagionali arriva in anticipo

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E’ stato un febbraio molto caldo quello vissuto quest’anno dal punto di vista climatico, come evidenziano i dati pubblicati dall’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima: le temperature hanno infatti fatto registrare un’anomalia media di +1,38°C rispetto al valore medio mensile del periodo 1971-2000. Un clima particolarmente mite soprattutto nell’Italia settentrionale. Curioso il fatto che l’unica regione del nostro Paese ad aver evidenziato una tendenza opposta sia stata la Sicilia. In Emilia sono stati numerosi i pomeriggi in cui si sono superati i 20 gradi, raggiungendo così valori tipici di fine aprile.  Diversi i problemi provocati da questo caldo insolito, unito all’assenza di piogge: dall’anticipazione della gemmazione in agricoltura all’aumento dell’inquinamento, fino alla precoce comparsa dei sintomi in chi soffre di allergie stagionali, come conferma la dottoressa Laura Bonzano, specialista di allergologia del Policlinico di Modena. Alla fine di febbraio “nell’aria della nostra zona erano presenti i pollini del cipresso e le muffe e si prevede che il polline delle graminacee, tipico della nostra zona, possa effettivamente iniziare a impollinare anticipatamente, proprio a causa del caldo, rispetto alle solite tempistiche”.

Le persone che affrontano le allergie con cure preventive devono già rivolgersi al medico?

“E’ molto importante che il paziente individui i sintomi che possono far pensare a una sensibilizzazione a un polline, ad alberi o ad altre sostanze respiratorie e che quindi si rivolga al proprio medico curante, evitando il fai da te. Nella gestione delle patologie allergiche le terapie sono prettamente sintomatiche. Fortunatamente però negli anni l’allergologia ha fatto notevoli passi avanti, per cui oggi abbiamo la possibilità di prevenire certe allergie respiratorie tramite terapie specifiche, le immunoterapie: si cerca di far tollerare al paziente la sostanza respiratoria cui risulta allergico. Dev’essere uno specialista a dare indicazioni specifiche per queste terapie che modificano l’evoluzione naturale dell’allergia”. 

E’ opportuno rivolgersi al medico anche per trattare i sintomi?

“Questo è fondamentale: una volta individuati i sintomi sospetti dell’allergia, che possono colpire gli occhi e il naso, con prurito nasale od oculare, lacrimazione e starnuti, occorre fare attenzione anche ai sintomi più bassi, quelli bronchiali come la tosse secca, notturna e difficoltà respiratoria. Questi sintomi non vanno assolutamente sottovalutati ma vanno trattati, anche grazie all’aiuto del medico curante, con delle terapie sintomatiche, specifiche e ad hoc”.

Se il clima dovesse confermare questa tendenza ad anticipare la stagione primaverile, per chi soffre d’allergia sarà sempre più difficile abitare in pianura padana?

“Oggi, grazie alle terapie desensibilizzanti, abbiamo la possibilità di prevenire le allergie anche respiratorie, lavorando sul sistema immunitario e, quindi, di permettere a un paziente, dopo aver eseguito queste terapie mirate, di migliorare la sintomatologia e ridurre le terapie farmacologiche”.

Per chi soffre di queste allergie stagionali è più consigliabile, come meta per le proprie vacanze o anche solo per trovare un po’ di sollievo dai fastidiosi sintomi, recarsi al mare o in montagna?

“Non è semplice rispondere a questa domanda perché dipende dalla tipologia di allergia. E’ molto importante che il paziente allergico si informi sulle condizioni climatiche: ci sono App e siti Internet, che ci permettono di localizzare il paziente e sapere il tipo di polline presente nell’aria in una determinata città, in un giorno preciso. Quindi in questo modo il paziente può preventivamente sapere se può recarsi in un luogo con serenità o se invece deve munirsi dei farmaci d’emergenza. Ormai anche la tecnologia nel mondo delle allergie è diventata importante e può fungere da valido aiuto per i pazienti e per i medici per dare delle indicazioni specifiche sulla presenza dei pollini”.

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