Qualcosa è rimasto, del ’68

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Non la paglia che brucia, ma la brace che scalda. Ecco l’effetto del ’68 secondo il romanzo di Mauro Cortelloni, Qualcosa è rimasto, sottotitolo Nel fervore del ’68 illusione e tormento nella storia di un gruppo di amici (ed. Il Fiorino, p. 146, € 12). Il libro sarà presentato sabato 9 marzo, alle 18, presso la libreria Mondadorm dal giornalista Pierluigi Senatore. Con questo romanzo Mauro Cortelloni guarda al ’68 cercando cosa quel periodo abbia trasmesso ai nostri giorni. Dalle campagne italiane, alla Parigi post ’68, scorre la storia del protagonista che vive una radicale trasformazione personale dall’esperienza contadina all’attivismo “rivoluzionario”.  Inaspettate vicende portano il protagonista dalla campagna in città dove frequenta il liceo. Qui finisce per subire il fascino dei “fighetti” benestanti cui si contrappone l’interesse per il movimento studentesco.  Infine abbraccia la “contestazione” e condivide, assieme agli altri protagonisti della storia cortei, vita delle comuni e occupazioni e, soprattutto, l’accidentata fase che, allora come ora, accompagna il percorso dall’adolescenza all’età adulta.  Sussulti narrativi e tragici eventi si susseguono e s’intrecciano con gli avvenimenti sociali e politici del momento. Si  giunge infine alla domanda implicita nel titolo del romanzo: cosa è rimasto di questo tormentato momento della nostra storia?
 

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