L’ospedale del futuro sarà più efficiente nella gestione del paziente: dal ricovero al rientro a casa

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A soli 33 anni, il trentino Andrea Ziglio è il nuovo direttore medico dell’Ospedale di Carpi. Un incarico tanto importante quanto complesso che, spiega, “ho accolto con grande entusiasmo, poiché in linea con il mio percorso formativo e professionale e perché da tempo volevo mettermi alla prova in una Regione punto di riferimento nel Paese per gli alti standard offerti in ambito sanitario. In qualità di dirigente medico ho già prestato servizio presso l’Ospedale di Rovereto in Provincia Autonoma di Trento, un ospedale per molti versi simile a quello carpigiano, sia come numero di posti letto che come bacino di utenza”. Ziglio, che raccoglie l’eredità di Mario Meschieri dopo il pensionamento, pur conscio della vetustà del Ramazzini, non si lascia abbattere dalla sfida che ha dinnanzi: “lavoreremo duro con ciò che abbiamo a disposizione, rinnovando alcune attrezzature e programmando interventi migliorativi, oltre ovviamente alla manutenzione ordinaria e straordinaria, tesi a efficientare al massimo la struttura e per offrire ai pazienti un maggior confort. Una struttura di nuova generazione offre innegabilmente dei vantaggi, ma non spetta certo a me dire se sia o meno necessaria la costruzione di un polo ospedaliero in città, decisione, questa, che spetta all’ente programmatorio, ovvero la Regione Emilia Romagna”. Una cosa però è certa: il Ramazzini deve mutare pelle e in fretta per riuscire così a rispondere alle nuove esigenze di una popolazione sempre più anziana e affetta da patologie croniche.
“Temi questi – prosegue Ziglio – da cui non si può più in alcun modo prescindere”. Ed è proprio per favorire una integrazione sempre più stretta tra ospedale e territorio che, tra le priorità in agenda del neo direttore – e dell’azienda – vi è la “creazione di percorsi ad hoc per permettere sempre più una presa in carico globale del paziente, dal momento del suo primo contatto sanitario, continuando con l’eventuale ingresso in ospedale e concludendo con la gestione del suo rientro al domicilio. D’altronde non sarà un caso se le direzioni di ospedale e distretto sono attigue… il trattamento dei pazienti deve diventare sempre più sinergico. Comune”. Un ospedale, il nostro, per il quale la cittadinanza nutre un “fortissimo attaccamento. Un affetto – sottolinea Andrea Ziglio – che non avevo mai registrato in altre strutture e che mi ha colto positivamente di sorpresa non appena arrivato. Vi è poi una fortissima integrazione col tessuto associativo cittadino e questo costituisce un grande punto di forza per la nostra struttura. Il Ramazzini inoltre, oltre a vantare ottimi professionisti, ha una dimensione umana, vivibile. Sono davvero felice e orgoglioso di essere qui”. Le criticità però non mancano, a partire dal “reclutamento del personale sanitario, medici perlopiù, che rappresenta una criticità ormai nazionale”, ammette il direttore.  Al momento, prosegue, “stiamo bandendo concorsi e sono già arrivati i primi anestesisti”. Sulle critiche condizioni in cui lavora il personale in forze al Pronto Soccorso e sul fatto che un paio di medici se ne siano andati, Ziglio assicura: “In tutti i Ps il turn over è elevato e Carpi, tra l’altro, registra un elevato numero di accessi. Certamente si cercherà di ripristinare l’organico, ma le procedure di reclutamento hanno dei tempi tecnici”.
E se sul fronte primariati, per “Urologia e Pneumologia i bandi sono pronti” e quindi è cosa ormai fatta, per Neurologia e Nefrologia i tempi si prospettano ancora incerti dal momento che, spiega Ziglio, “i bandi sono previsti nel nuovo Piano Triennale” ma si sa, i Piani possono essere soggetti a cambiamenti.
Novità in arrivo anche sul versante sicurezza onde evitare i numerosi furti di biciclette che si consumano in prossimità dell’ingresso di via Molinari: “Insieme al Comune di Carpi stiamo vagliando alcune soluzioni concrete da mettere in atto per tentare di arginare un malcostume di cui siamo a conoscenza”. Certamente rafforzare il numero di addetti al servizio di vigilanza H24 (oggi ciascuno turno è infatti coperto da un solo operatore) così come la videosorveglianza potrebbero rivelarsi scelte efficaci. Il vero nodo però resta il contenuto del nostro “grande vecchio”.
E se è vero che ogni cambiamento in ambito sanitario provoca qualche mal di pancia è altrettanto indispensabile ripensare in un’ottica di sostenibilità la mission del Ramazzini. Meno muri, più domicilio. Meno specialistiche, più spazi e organico al Pronto Soccorso, punto di riferimento anche per tutta la Bassa modenese.
Jessica Bianchi

 

 

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