L’appello di una mamma: qualcuno ci aiuti!

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“Sono stanca, arrabbiata e delusa. La nostra vita ormai è una lotta continua e io sono a dir poco estenuata”. A parlare è Anna Zannella, mamma di tre figli, di cui uno disabile. “Vincenzo è nato con una paralisi cerebrale che ha compromesso le sue capacità motorie, costringendolo su una sedia a rotelle. A parte un lieve ritardo però, mio figlio parla, discute, ragiona e ama andare a scuola”. Quest’anno Vincenzo ha iniziato a frequentare il quarto anno all’Itis Leonardo da Vinci dove ha scelto la specializzazione di Informatica. “Il nervo scoperto, ciò che ci sta mettendo alla prova da anni, è il trasporto scolastico”, prosegue Anna. “Ho bussato a tutte le porte ma ancora oggi non sono riuscita a ottenere un trasporto sicuro e a misura di disabile per mio figlio”. Ogni giorno arrivare a scuola da Rovereto è una piccola odissea: “dal primo anno di superiori, Vincenzo sale su una corriera Seta dotata di pedana per disabili, il problema però è che l’autista non si assume alcuna responsabilità e dunque si limita ad abbassare il dispositivo senza aiutare mio figlio a prendere posto sul mezzo. Vincenzo non è autonomo e dunque necessita di qualcuno che lo spinga e lo faccia salire. Per far fronte a questo problema, da tre anni a questa parte, ad assumersi il compito di Vincenzo è il suo gemello ma la situazione è diventata insostenibile per lui dal momento che frequentano scuole diverse e hanno orari completamente differenti”. La corriera termina la sua corsa presso l’autostazione e questo comporta un ulteriore disagio per Vincenzo che, per raggiungere il Vinci – e viceversa – ha bisogno di qualcuno che lo spinga: “in un primo momento era l’insegnante di sostegno a farsene carico ma il tempo impiegato veniva sottratto alle ore di lezione. Una cosa impensabile che ho nettamente rifiutato poiché mio figlio va a scuola per imparare e ogni minuto di lezione dev’essere ottimizzato e quindi mi sono vista costretta a chiedere nuovamente l’aiuto di suo fratello”. Gli imprevisti però sono dietro l’angolo: “se mio figlio è malato, se piove a dirotto, se la corriera è in manutenzione, se, se… Vincenzo perde le lezioni. E’ inaccettabile. Per far fronte a tutte queste evenienze, tutt’altro che infrequenti, io non riesco a tenermi stretta un’occupazione fissa, perché devo essere sempre pronta ad aggirare ogni ostacolo.  Da quando Vincenzo è nato mi sono recata frequentemente in Comune a Novi e dagli assistenti sociali per chiedere un aiuto ma la risposta è sempre la stessa: non ci sono fondi! La nostra famiglia è composta da cinque persone e lavora solo mio marito: è dura! Per Vincenzo riceviamo un assegno di accompagnamento di 500 euro ma con 1.700 al mese far fronte a tutte le spese, comprese quelle del mutuo, è difficile. Non pretendo molto, solo un trasporto sicuro per mio figlio”. Anna paga un abbonamento agevolato di circa 70 euro annui per il trasporto ma, spiega, “il più delle volte sono io a dover portare mio figlio a scuola. Il Comune mi aveva proposto di rimborsarmi la benzina consumata ma quando alla fine dell’anno mi sono vista recapitare un assegno di 115 euro mi sono sentita letteralmente presa in giro”.

Anna Zannella non ci sta e, nonostante il logorio, non molla: “per prendermi cura di mio figlio ogni giorno, io non riesco ad andare a lavorare e ho bisogno di un aiuto. Non chiedo molto, solo di un trasporto da casa a scuola e viceversa in piena sicurezza. Quel che ci occorre è un mezzo che giunga sin davanti alla scuola per facilitare l’ingresso autonomo in classe di Vincenzo. Da oltre tre anni convivo con l’ansia e se su quelle corriere iper affollate dovesse accadere qualcosa? Se scoppiasse un incendio, come spesso accade, che fine farebbe Vincenzo? Chi se ne prenderebbe cura, traendolo in salvo nel fuggi fuggi generale? Quelle condizioni non sono adatte a un ragazzo disabile. E’ una vergogna che nessuno ci aiuti. E’ tutto sbagliato”.

Jessica Bianchi

 

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