La sconfitta brucia ma il morale resta altissimo!

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La sconfitta brucia ma nonostante “l’amaro boccone che abbiamo dovuto ingoiare, ci resta una bellissima esperienza di cui faremo tesoro”. Non perdono il sorriso Vincenzo Casapulla, Andrea Lusoli, Riccardo Barbolini, Pietro Musiani e Luca Tarabini Solmi gli studenti dell’Itis Leonardo da Vinci creatori dell’automobilina a energia solare che ha gareggiato alle finali di SolarMobil Deutschland, a Chemnitz, in Sassonia. Una partecipazione prestigiosa guadagnata sul campo: il team aveva infatti sbaragliato tutti gli avversari lo scorso maggio, a Pavullo, in occasione di Solarmobil Italia. “Quando abbiamo saputo che ci saremmo misurati con i migliori team provenienti da diverse regioni della Germania più alcuni ospiti europei, ci siamo messi all’opera per migliorare il nostro prototipo. Abbiamo lavorato tutta l’estate per mettere a punto la macchinina perfetta, quella più performante. Abbiamo rivoluzionato tutto”, spiega Luca. Quindici prototipi dopo, i ragazzi hanno messo a punto, “un mini veicolo ultraleggero di soli 21 grammi di cui eravamo veramente orgogliosi”, aggiunge Andrea. Dai test sul rendimento delle celle fotovoltaiche alla scelta del motore elettrico, dal giusto rapporto di trasmissione alla riduzione di peso e attriti, i ragazzi si sono impegnati al massimo sotto la supervisione del professor Stefano Covezzi: “il prof ci ha dato qualche idea ma abbiamo fatto tutto noi, avevamo carta bianca. E’ stata dura gestire tutta quella libertà… Ogni pezzo – sottolinea Riccardo – è stato progettato in Cad tridimensionale e realizzato con una stampante 3D. Inoltre abbiamo voluto scommettere su un materiale nuovo, ecologico, leggero e mediamente resistente: il PLA, una sorta di plastica ricavata dal mais”.
Partito il 20 settembre alla volta di Chemnitz, il team in gara non ha dato il meglio di sé: a giocare un brutto tiro sono state le condizioni della pista. “Al posto del sole – spiegano i ragazzi – c’erano solo lampade. Il tracciato era allestito sotto una tensostruttura con un sistema di illuminazione che forniva circa il 20-30 % della luce alla quale siamo abituati. Quindi tutti i test che avevamo fatto durante l’estate sono risultati irrealistici. I veicoli concorrenti, al contrario, erano perfettamente a loro agio e ci hanno stracciati”. “Se ci fosse stato un premio per il design però – scherzano Andrea e Luca – di certo lo avremmo vinto noi. Molti prototipi erano di legno e tenuti insieme con della colla: una tecnologia davvero arretrata…”.
Il team del Vinci ha gareggiato nella Categoria Ultraleggeri, nella fascia dai 14 ai 18 anni: “su 24 squadre ci siamo piazzati al 22esimo posto. A sbaragliare tutti sono state due studentesse tedesche. Sul tracciato interno abbiamo davvero avuto un rendimento scarso: un bel magone da digerire”, prosegue Andrea.  L’esperienza è stata comunque preziosa aldilà del risultato ottenuto in pista: “i ragazzi – spiega il professor Covezzi – hanno dovuto lavorare in team, realizzare un poster efficace che illustrava il progetto e, infine, Riccardo ha dovuto sostenere in inglese una sorta di interrogazione da parte di tre ispettori. Il valore educativo e didattico di questo progetto è evidente e il Vinci ha inserito la costruzione di veicoli con gli standard Solarmobil nell’offerta formativa delle classi seconde, riconoscendo in questa attività uno stimolo allo studio delle discipline scientifiche come Fisica, Chimica, Scienze e Tecnologie Applicate, Disegno Tecnico. Se l’attività prenderà piede potremo vedere la prossima primavera una piccola edizione nostrana del concorso Solarmobil e magari inviare, se saremo ancora invitati, un team ancora più preparato alle prossime finali tedesche”.  Grazie al sostegno delle due aziende System logistics e Ams Industrial automation il team è volato a Berlino ed è rimasto tre giorni in Germania: “è stata un’esperienza elettrizzante. Per noi era la prima volta all’estero per un progetto scolastico ed è stato perfetto. In Germania tutto è organizzato, puntuale, pulito. Persino l’ostello della gioventù dove eravamo alloggiati sembrava un albergo. Ci siamo divertiti e c’è stato spazio anche per farci qualche scherzetto… Il confronto con gli altri team poi, è stato istruttivo e l’ultima serata è finita con un pizza party e una mega partita a ping pong”.
Jessica Bianchi

 

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