Quel cane voleva azzannarci

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“Mi sono rivista davanti agli occhi la scena mille volte durante la notte”, perché è dura cancellare la paura. Passano le ore e Chiara realizza sempre più di aver corso un grave pericolo.  Le domande si moltiplicano. “E se non fossi stata così svelta? E se non avessi trovato riparo in casa? E se ci fossero stati i miei bimbi?”.
Nel primo pomeriggio di lunedì 3 settembre quando è il momento della passeggiata con Pepe, il barboncino nero che i bimbi hanno tanto voluto, Chiara, complice una bella giornata di sole decide di non dirigersi verso il centro di Carpi ma di approfittare del fatto che abita vicino a una delle più belle zone di campagna per cambiare direzione. Dalla sua casa si incammina per percorrere il tratto extraurbano di via Cavata, in direzione di Limidi,  e addentrarsi nelle vie secondarie.
“Passeggiavo a piedi con Pepe al guinzaglio lungo una di queste stradine quando da un’abitazione è uscito un meticcio che, abbaiando furiosamente, si è diretto veloce verso di me. Ho realizzato immediatamente che si trattava di un animale aggressivo le cui intenzioni erano ben chiare perché ha subito attaccato il mio barboncino cercando di azzannarlo. E’ stato un momento terribile: mi sono guardata intorno e ho realizzato di non avere scampo. Allora ho cominciato a correre trascinandomi dietro il mio cane finché non sono arrivata davanti alla porta di casa di questa abitazione e mi sono rintanata dentro. Il cane fuori continuava ad abbaiare furioso”.
Nel cortile di casa, Chiara incrocia una bambina di cinque o sei anni che non può fare molto per calmare il suo meticcio e chiede l’intervento della sua mamma, la padrona del cane che scende dal primo piano lungo le scale.
“Il mio cane ha azzannato il tuo?” chiede la signora come se non fosse la prima volta che capita una scena del genere.
“Ho spiegato alla padrona del cane, nonché della casa in cui mi ero rifugiata, che il suo animale mi aveva aggredito e lei ha cercato di scusarsi ma poi il cane è riuscito a entrare in casa abbaiando con rabbia contro di me e contro il mio Pepe e a nulla sono valsi i tentativi di mettergli il guinzaglio, tanto che mi sono dovuta nascondere in un’altra stanza.
Io restavo chiusa all’interno della stanza ma capivo che la donna non riusciva a calmare il suo meticcio”.  A quel punto il cane è stato rinchiuso in un’altra stanza mentre Chiara e Pepe sono stati fatti allontanare.
“Ho avuto tanta paura e ho corso un grosso rischio. Poteva andare peggio perché per un caso fortuito io e Pepe non siamo stati azzannati”. Resta il fatto che quel cane libero in un cortile senza alcuna recinzione rappresenta un pericolo per chi percorre a piedi o in bici quel tratto di strada.
Sara Gelli

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