Una maratona di 24 ore a caccia di idee nuove

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Climathon, l’evento mondiale promosso dalla Climate-KIC, sbarca a Carpi. Il prossimo 26 ottobre, la più grande iniziativa europea sull’innovazione climatica, animerà anche la nostra città grazie all’impegno e all’intraprendenza del ricercatore carpigiano dell’Università di Modena, nonché docente del corso di Sostenibilità, Energetica e Fonti Rinnovabili, Giulio Allesina, coach da alcuni anni di Climate-KIC. “Climathon – spiega Giulio – è una vera e propria maratona di 24 ore che si terrà in contemporanea in 250 città nel mondo, in oltre 70 paesi. Lo scopo è quello di unire imprenditori, ricercatori, innovatori e studenti al fine di trovare soluzioni per fronteggiare i cambiamenti climatici. Idee che abbiano un impatto immediato e concreto”.
Grazie all’aiuto dell’assessore all’Ambiente di Campogalliano, Chiara Pederzini, la candidatura dell’Unione delle Terre d’Argine a ospitare l’evento è stata accettata e a Carpi toccherà il compito di tenere alto lo scettro: “il tema che verrà sviluppato sarà quello della Resilienza delle terre bagnate dal Secchia”, spiega l’ingegnere. Una tematica cara a Giulio Allesina e al centro di un interessante progetto a cui sta lavorando da tempo.
L’alluvione del 2014, infatti, aveva riacceso le annose polemiche relative alla trascuratezza e alla manutenzione degli argini. Terra di fiumi e corsi d’acqua, la provincia di Modena ha una grande sfida dinnanzi, quella di mettere definitivamente in sicurezza il suo complesso nodo idraulico. Ma è possibile rendere i nostri argini più sicuri dando vita al contempo a un processo virtuoso, sostenibile e dal ritorno economico interessante? La risposta potrebbe essere positiva grazie all’idea del ricercatore Allesina e dell’ingegnere meccanico Simone Pedrazzi del Centro Interdipartimentale per la Ricerca Applicata e i Servizi nel settore della Meccanica Avanzata e della Motoristica Intermech More dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Il progetto – che ha come capofila l’ateneo e vede l’Unione delle Terre d’Argine partner di un programma regionale finanziato dalla Regione Emilia Romagna – si chiama REBAF – Recupero Energetico Biomasse Alvei Fluviali. “Dopo l’alluvione, camminando sugli argini di Secchia, Tiepido e Panaro – spiegano i due – ci siamo resi conto che nonostante tali corsi d’acqua abbiano morfologie diverse tra loro sono tutti uniti da un comune denominatore: la presenza di una consistente quota di biomassa.  Alberi, erba, cespugli e cannicci crescono non solo sugli argini ma, spesso, ingombrano anche gli alvei: questo rende il passaggio dell’acqua, in caso di piena, molto difficoltoso e fa sì che l’onda eserciti una maggiore – e potenzialmente pericolosa – pressione sull’argine”. L’idea di base di REBAF è quindi quella di sfruttare la grande quantità di questa biomassa, disponibile a costo zero, per produrre energia, garantendo allo stesso tempo argini sgombri e sicuri. “L’obiettivo – spiega Giulio Allesina – è la modellazione, costruzione e validazione sperimentale di sistemi e impianti innovativi per lo sfruttamento energetico della biomassa legnosa ed erbacea (gassificazione e pirolisi), proveniente dalla manutenzione dell’alveo fluviale del fiume Secchia che lambisce i quattro Comuni dell’Unione Terre d’Argine (Carpi, Soliera, Novi e Campogalliano), nel tentativo di individuare soluzioni innovative ed efficienti per la gestione degli sfalci e del materiale di scarto e per ridurre il rischio di piene”.
Il progetto, ormai alle battute finali, ben si inserisce nel programma di Climathon: “durante la maratona sarà interessante capire come creare dei sistemi in grado di rispondere al meglio agli eventi climatici sempre più violenti che colpiscono anche il nostro territorio al fine di renderlo più sicuro dal rischio alluvioni”. Un’occasione importante, un “grande laboratorio di politica partecipata nel quale accademici, esperti del Consorzio della Bonifica e cittadini potranno dare il proprio contribuito per migliorare la nostra città e renderla più sicura”, prosegue Allesina. Lo sforzo organizzativo è ingente, continua il ricercatore ma, “mettere Carpi sullo stesso piano delle capitali che ospitano l’evento, è per noi fonte di grande orgoglio. Fare massa critica è fondamentale per affrontare le sfide che ci attendono”. Il meccanismo è semplice, spiega Giulio Allesina, che ha già svolto il ruolo chiave di coach Climathon lo scorso anno a Bologna: “i partecipanti, armati di sacchi a pelo ed ettolitri di caffè, (ndr – sorride)  dopo una breve formazione e un momento di brain storming  hanno tutta la notte per lavorare, anche grazie alle microconsulenze dei vari esperti. Nelle prime ore del mattino successivo poi, le idee partorite vengono presentate sino a decretare un vincitore il quale avrà la possibilità di trascorrere un periodo presso un incubatore universitario”.
Una nuova modalità di pensiero, che può generare “energie nuove” e contribuire così a “rimescolare le carte” e produrre un cambiamento. “Stiamo puntando in alto – conclude Giulio Allesina – ma è per il bene dell’intera collettività”.
Jessica Bianchi

 

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