Arti vive: quell’insostenibile prurito dell’anima…

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“In un clima di grande brusio e confusione di fondo, il mio appello è quello di sforzarci, ogni giorno, di individuare le cose belle, di frequentarle. Il nostro festival rappresenta una preziosa opportunità di bellezza e mi auguro che il pubblico decida di accettare l’abbraccio che gli offriamo. Approfittate non solo della bagarre ma anche delle cose meravigliose che vi si dischiudono dinnanzi”. E’ questo l’invito lanciato dall’artista carpigiano Stefano Cenci, direttore artistico di Arti vive festival, la kermesse che si terrà dal 4 all’8 luglio, a Soliera.

Cosa sono le arti vive?

“Da sempre cerchiamo di creare un ponte tra arte e vita. L’arte, che molto spesso viene considerata elitaria, in realtà è una necessità dell’essere umano. Rappresenta una contingenza per tutti noi. Far convivere l’arte del palcoscenico e quella della vita di tutti i giorni, metterle in contatto, crea un cortocircuito che fa bene a entrambe: d’altronde l’arte si nutre del qui e adesso, della quotidianità e, quest’ultima, connotata di orrori, grazie all’arte si ossigena e si eleva. Noi esseri umani, in fondo, siamo capaci di cose terribili ma anche meravigliose. Le arti vive ci consentono di andare oltre, di proporre bellezza, di spingerci verso nuove possibilità e conoscenze”.

Arti vive festival è nato in punta di piedi per affermarsi oggi come uno tra i più importanti contenitori e promotori di cultura del nostro territorio. Quanta ricerca c’è dietro a questo progetto?

“Il mio sguardo di autore, attore e regista di teatro è conflittuale, critico nei confronti del mondo che mi circonda e, pertanto, nella direzione artistica di questo festival mi sono posto l’obiettivo di ricercare bellezza e occasioni di riflessione. Non mi interessano progetti consolatori, volevo una manifestazione che il pubblico inseguisse, che fosse essa stessa la protagonista. Non cantanti o artisti dal solido seguito ma incapaci di creare dubbi o turbamenti. Desideriamo che il nostro pubblico si diverta, balli, si innamori, viva la festa… ma che se ne vada con qualche domanda in più. E’ un’assunzione di responsabilità quella che noi chiediamo ai nostri spettatori. Per questo motivo scegliamo artisti con progetti sentiti, vivi, che tendenzialmente sfuggono dai circuiti di vendita degli spettacoli e dei concerti più tradizionali. Inoltre, nel cartellone di Arti vive Festival vi sono tante opere fatte sul luogo, un bacino di persone che da più di dieci anni segue un laboratorio di teatro, produce arte e costituisce quindi un’ossatura solida”.

L’edizione 2018 è la numero dodici: come si connota?

“Dallo scorso anno ho deciso di togliere qualsivoglia sottotitolo al festival poiché non lo ritenevo necessario: volevo che fossero l’immagine, il suono e il colore della manifestazione a connotarla. Sono profondamente convinto che il tema lo dia il contesto storico in cui viviamo; un’epoca caratterizzata da una generalizzata distrazione e conflittualità, in cui a essere minato è proprio quel senso di comunità necessario per creare riti, feste, festival… laddove, insomma, un gruppo di persone si riunisce per fare bellezza. Insieme.

Per anni abbiamo subìto prodotti di bassa qualità, mentre oggi siamo noi stessi a produrli attraverso i social network. Strumenti di auto determinazione nei quali nessuno cerca il confronto, bensì di ribadire se stesso o l’immagine che vuole offrire di sé. Quella al via non sarà un’edizione diversa dalle altre; a mutare è il contesto, il clima generale, sempre più degradato. Il nostro desiderio è dunque quello di offrire proposte di assoluta bellezza, di far festa, di riflettere in modo costruttivo su contenuti di vario genere, in un’epoca in cui ci hanno rinunciato in tanti”.

Quali sono i progetti che ami maggiormente e ti senti di consigliare al pubblico?

“Quello che ci accompagna per più tempo è l’allestimento di Teatri Mobili. La Compagnia sarà in Piazza Sitti, dietro alla torre campanaria di Soliera, con due grossi mezzi: all’interno di un pullman e un camion faranno spettacoli unici e senza parole della durata di mezz’ora. Momenti poetici e bellissimi rivolti a bambini, famiglie, intellettuali e a coloro che non si sono mai confrontati col mondo del teatro. Imperdibile anche lo spettacolo super caustico e super divertente di debutto del Festival, mercoledì 4 luglio, sempre in Piazza Sitti, con Andrea Cosentino e il suo Kotekino Riff. Arti Vive sarà anche tanta musica: da Motta, cantautore di ultima generazione con un progetto che vale davvero la pena seguire, a John Cale, co-fondatore, insieme a Lou Reed, dei Velvet Undergroud. Amiamo sorprendere, portando a Soliera veri e propri mostri sacri della musica internazionale, accompagnati da chi, al contrario si sta ancora affermando. Sul palco di Arti Vive ci sarà anche la ventenne, della provincia di Modena, Her Skin: è giusto e necessario averla con noi, per darle un palco, per metterla a confronto con artisti già consolidati e, soprattutto, perché è bella e noi la bellezza la mettiamo sul palco”.

Jessica Bianchi

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