Porta Aperta Carpi compie trent’anni

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Un piccolo tesoro viene custodito dalla nostra città dalla fine degli Anni Ottanta. Un cuore che batte per il bene di tutti noi, soprattutto dei più fragili. Porta Aperta Carpi Onlus compie trent’anni ma non li dimostra affatto: l’associazione di volontariato, infatti, dal 1988 a oggi, è riuscita a evolversi nel corso del tempo, potendo così rispondere ai nuovi e mutati bisogni di una comunità, la nostra, ancora alle prese con una crisi che non molla e con un generale impoverimento. Promuovere la dignità, sostenendo e facendosi carico di coloro che vivono situazioni di disagio in un cammino verso un’autonoma uscita dallo stato di bisogno è il compito principale di Porta Aperta, come sottolinea Alessandro Gibertoni responsabile del Centro di ascolto Porta Aperta di Carpi. “Ascolto e accoglienza sono alla base della nostra azione quotidiana, unitamente alla creazione di percorsi di affiancamento e presa in carico nella speranza che le persone che si rivolgono a noi possano ritrovare al più presto la spinta necessaria per riemergere dallo stato di difficoltà in cui versano”.

1988 -2018: come è cambiata Porta Aperta?
“A cambiare sono stati in primis i bisogni e i disagi delle persone che incontriamo. Trent’anni fa l’operato dell’associazione era perlopiù rivolto a italiani alle prese con devianze o con l’abuso di sostanze stupefacenti e ai primi immigrati. Da allora il fenomeno della povertà è diventato sempre più complesso e abbiamo attraversato momenti di crisi acuta che hanno gettato nello sconforto famiglie che mai avrebbero pensato di dover fare i conti con quel tipo di disagio. Bisogni complessi necessitano di risposte altrettanto articolate ecco perché da tempo lavoriamo in rete con altri compagni di viaggio, dalle  istituzioni alle parrocchie, per cercare di intervenire nel modo più efficace possibile, pur mantenendo le nostre peculiarità”.

Quali gli obiettivi per il futuro?
“Gli obiettivi sono numerosi, a partire da un maggior coinvolgimento dei giovani, attraverso momenti di sensibilizzazione e di aggregazione a loro rivolti, e della cittadinanza tutta, per far meglio comprendere temi a noi cari: dall’accoglienza all’integrazione, dalla centralità della persona alla solidarietà, al rispetto per l’ambiente, passando per valori importanti come il riuso e il non spreco, perfettamente incarnati dal nostro centro Recuperandia”.

Il 9 giugno, a partire dalle 17, il Cortile d’Onore di Palazzo Pio ospiterà la Festa del Trennennale: come si svolgerà la giornata?
“Quella del 9 giugno per noi rappresenta una giornata centrale, l’occasione per offrire alla comunità un momento di riflessione e, allo stesso tempo, di festa. Alle 17 si terrà la conferenza dal titolo Per carità e per giustizia: il welfare dei centri d’ascolto, alla presenza del direttore Caritas di Torino, Pierluigi Dovis: ci aiuterà a fare il punto su cosa siamo oggi e su cosa dovremo saper diventare domani. Il fenomeno della povertà continua a evolversi e noi abbiamo il dovere di cambiare con esso per trovare risposte nuove alle mutate necessità delle persone. Al termine della conferenza, moderata dalla giornalista Maria Silvia Cabri e alla quale parteciperanno anche monsignor Francesco Cavina, vescovo di Carpi e il primo cittadino, Alberto Bellelli, verrà poi offerto agli ospiti un aperitivo a buffet”.

Jessica Bianchi

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