Perdita di orientamento scolastico

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L’orientamento scolastico in Italia è da ripensare. Se da una parte la disoccupazione giovanile continua a generare allarme, dall’altra ci sono aziende che vorrebbero procedere con nuove assunzioni ma non trovano persone che rispondano ai profili richiesti. Anche nel nostro territorio, soprattutto nel settore meccanico, c’è una carenza ormai strutturale di figure tecniche. “Francia e Germania – afferma il dirigente scolastico dell’Itis Da Vinci Paolo Pergreffi – per rendere competitivi i rispettivi Paesi hanno puntato alla valorizzazione dell’istruzione tecnica, mentre la scuola italiana risente ancora della persistente gerarchia dei saperi, di gentiliana memoria, tra cultura letterario umanistica e cultura tecnico-scientifica”.
L’immagine di uomo colto in senso letterario attrae ancora molte famiglie  a dispetto della cultura dei numeri, delle misurazioni, del fare e del verificare, tipiche del sapere tecnologico e scientifico.
Succede così che arrivati in terza media i ragazzi si ritrovano a scegliere il proprio percorso privo degli strumenti adeguati: senza la consapevolezza delle proprie inclinazioni e aspirazioni, senza sapere quali siano le richieste del mercato del lavoro, senza una visione di quello che li attende nell’immediato futuro.
A loro la scuola media consegna un foglietto su cui è riportato il consiglio orientativo (liceo, istituto tecnico, istituto professionale…) e in occasione degli open day possono visitare le scuole superiori, ma si può fare tanto di più.
“Invece le famiglie oggi scelgono la scuola basandosi prevalentemente su una valutazione dell’utenza che già la frequenta e certe convinzioni radicate nell’opinione pubblica sono difficili da ribaltare. E’ bastato un semplice richiamo, pure condivisibile, del presidente di Confindustria Cuneo per generare polemiche a non finire”.  Per rilanciare l’istruzione tecnica “occorre – continua Pergreffi – quantomeno avere le aule mentre non è stata fatta una programmazione adeguata degli spazi. Così ci ritroviamo ad avere un incremento delle domande di iscrizione (258, di cui 80 per l’indirizzo meccanico e meccatronico e in maggioranza per l’indirizzo informatico) senza avere un numero di aule sufficiente”. Per Adamo Neri, direttore di Confindustria a Carpi, il lavoro per i giovani c’è e, a Carpi, il fenomeno della disoccupazione giovanile è estremamente ridotto. “Piuttosto ci sono mestieri che i nostri giovani non vogliono fare e dove troviamo tanti stranieri: ci sono aziende che non potrebbero fare senza di loro”.
“E’ ora di scardinare i pregiudizi per i quali la scelta della scuola professionale è un ripiego” ammette il dirigente scolastico dell’Istituto Professionale Vallauri Federico Giroldi che ricopre il medesimo ruolo alla Scuola media O. Focherini. Come rilanciare l’istruzione tecnica? “Proponendo già alle medie laboratori, attività di robotica, coding e pensiero computazionale, percorsi legati al manifatturiero e applicazione di concetti logici: il grosso limite è che alla scuola media la didattica laboratoriale è sacrificata”.
Una nota felice è l’alternanza scuola-lavoro resa obbligatoria dalla legge: ci saranno certamente difficoltà perché il mondo della scuola e quello del lavoro da troppi anni viaggiano ciascuno per conto proprio, ma la legge è una straordinaria occasione perché i due mondi possano quantomeno parlarsi.
Sara Gelli

 

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